sabato 9 aprile 2011

Sul tatami con Alberto Olmos


Volo di linea Madrid Barajas-Tokyo Narita. Lei, Olga, la ragazza di 24 anni che in questo lungo racconto dice “io” senza esserne la protagonista, è diretta in Giappone per lavorare all’università. Ci racconta del suo rapporto con i viaggi in aereo, mezzo del quale apprezza le cinture di sicurezza perché non creano problemi al suo seno che ha dimensioni imponenti. Giusto il tempo di prendere confidenza con quella che sarà la postazione nella traversata intercontinentale e nota che l’anomalo passeggero al suo fianco ha già iniziato a fissarle il petto.

Inizia così Tatami (“libri piccoli” Voland, pag. 112, traduzione di Giona Tuccini), prima opera disponibile in italiano del trentaseienne autore spagnolo Alberto Olmos. L’aereo, con quella lieve sensazione di “non esistenza” che trasmette ai passeggeri (curioso come Olmos riprenda in parte certe considerazioni sul volo lette in A perdifiato di Mauro Covacich), sembra essere l’ambientazione perfetta per quello che ci accingiamo ad ascoltare assieme a Olga: la storia di un guardone.

Luis, il passeggero anomalo, non intende mollare l’osso. Fissa continuamente il seno di Olga finché il ghiaccio non si rompe. Comprendiamo subito che Luis è motivato a raccontare la sua storia fino in fondo e che Olga, nonostante la resistenza e il pudore mostrati, è curiosa, ascolta, inizia a fare domande e a riflettere quando le normali operazioni di servizio e le soste fisiologiche dentro l’aeromobile comportano qualche interruzione.

Il dialogo tra i due è irresistibile - Olmos ha talento - mentre il racconto della vita da guardone in Giappone, nazione dove Luis ha insegnato letteratura spagnola diversi anni prima, è il vero motore del libro. Luis è diretto, essenziale, lapidario. Racconta la sua esperienza voyeuristica con una giovane giapponese, dirimpettaia del suo appartamento. Durante il volo Olga conoscerà le linee salienti del pensiero di Luis sul rapporto tra uomo e donna, sull’eros e sulla sua deformazione sociale: Luis, questo curiosissimo filosofo che ad un certo punto definisce “marce” le parole, così lontane dalla purezza e dalla muta eccitazione intellettuale del voyeur, costringe la compagna di viaggio, con una supremazia tutt'altro che celata, ad un continuo gioco sospeso tra indignazione e curiosità, ritegno e desiderio di approfondire. Luis è  tutto teso a raccontare il suo "lavoro" di guardone, per il quale necessitava di una "costanza ciclopica". Ad un certo punto, colpendoci un po' tutti al cuore, arriva a postulare che "non esiste la stanchezza, esiste solo la demotivazione".

L'attenzione sui temi del voyeurismo qui racchiusa è molto graffiante e tra le altre cose credo che la realtà degli attuali mezzi di comunicazione elettronici debba riportare alla ribalta prepotentemente temi simili. Non è questo il momento per svilupparli, meglio lasciare la discussione ai commenti. Non credo sia facile parlarne, tantomeno con un racconto, brillante e senza sbavature. Alberto Olmos è credibile, per come ha pensato questa storia, per le ambientazioni, per i dialoghi tra Olga e Luis. Non era facile. Ecco un autore da seguire con attenzione.



3 commenti:

  1. Finalmente un blog letterario un po' utile. Auguri!

    Marco

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  2. Alberto Olmos è il mio scrittore preferito. Tatami è molto divertente e leggere in poche ore. A proposito, non parlo italiano, ho usato il traduttore di Google così mi scusi alcun errore. E vi invito a leggere il mio blog http://adrianmoeschke.blogspot.com/

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  3. Adrian, welcome! Thank you for posting a comment. Let's use english as the the language for the few visitors of this blog that do not speak italian. Thanks again. Hope you will find interesting contents here in the future. Ciao, Alberto

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