domenica 20 gennaio 2013

da "Sfavorevole agli addii" di Nathan Zach

Una poesia da#17













Ormai sedici anni fa, nel 1996, Donzelli proponeva nella bella traduzione di Ariel Rathaus una scelta di poesie del poeta israeliano Nathan Zach. Sfavorevole agli addii (pp. 96, euro 9,30, di probabile difficile reperibilità) costituì l'esordio di Zach nel nostro paese. Tre anni fa seguì Einaudi la quale, sempre per la cura di Ariel Rathaus, pubblicò Sento cadere qualcosa. Poesie scelte 1960-2008. Questa pubblicazione si differenziò da quella della casa editrice romana per l’audace e affascinante scelta del testo ebraico a fronte. Chi conosce questa lingua ci racconta di un ebraico cristallino, vicino alla lingua parlata e pertanto - va riconosciuto - penso si possa dire che il lavoro di traduzione di Rathaus sia ottimo. Difficilissima è la valutazione di una traduzione non potendo attingere all’originale, però, pur nella piena ignoranza della lingua di partenza, mi pare di poter serenamente affermare che anche la lingua ricreata da Rathaus sia efficacissima. Di questo poeta, nato a Berlino nel 1930 da padre ebreo tedesco e madre italiana, riporto soltanto una poesia, la prima di Sfavorevole agli addii. Credo che questa manciata di versi sia sufficiente a sollevare quell’interesse per l’approfondimento che chi vorrà potrà portare avanti, eventualmente anche in prosa (sempre Donzelli ha pubblicato nel 2003, nella versione di Elena Loewenthal, forse la nostra principale traduttrice dall’ebraico, L'omino del pane e altre storie).













Sii prudente. La tua vita apri
solo a venti che portano carezza
di lontananza. Sopporta la mancanza, la voce
alza soltanto in notti di solitudine. Sappi
il giorno, il tempo giusto, l'attimo, e non
incalzare. Volgiti a ciò che tace. L'ombra che giace
sotto il guscio di carne sappi benedire, non
nasconderti dentro le parole. Siedi con sapienza
di verme, raziocinio di lombrico. Non aspettare.

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