giovedì 21 marzo 2013

"Kafka" di Klaus Wagenbach e la collana "i Gabbiani" de Il Saggiatore. Per Anita Klinz (1925-2013)

©overtures #1. Il pretesto per divagare tra copertine, grafica editoriale e storie di libri
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Ecco una nuova "rubrica", altrimenti mi annoio e magari annoio anche i miei gentili lettori. E scelgo un argomento forse fuori moda, cioè quello della veste grafica del libro. Lo scelgo volutamente, in tempi di presunta "smaterializzazione" del libro. E per convincervi che non è "nostalgia" dei bei tempi andati dell'editoria, di quando esisteva ancora il correttore di bozze (beh, quello in qualche modo sarà bene che ritorni!), faccio partire questa rubrica proprio quando conduco i primi timidi approcci al mio e-reader (gli uffici stampa hanno iniziato a mandare le copie saggio in formato pdf o epub per contenere i costi e inoltre, a volte, certi testi interessanti si trovano soltanto in formati digitali. Quesito: il libro breve si presta più di altri al formato elettronico?). 
Ho l'impressione che questa fase di grande cambiamento (non solo dell'editoria) abbia bisogno di confrontarsi anche con quegli aspetti salienti che hanno reso il libro, attraverso i secoli, l'oggetto singolare che conosciamo. Forse uno dei problemi dell'ebook è già insito nel suo nome: se lo definiamo a partire da libro/book, forse non lo capiremo mai e lui stesso rimarrà imbrigliato in un nome sbagliato, profondamente sbagliato. Stanno mutando le forme di lettura e scrittura e anche la posizione del libro nella mappa di trasmissione dei saperi (preferisco parlare di sapere e non di cultura/e). Non nego la realtà (ora anche commerciale) dell'ebook, ma in sostanza affermo che ebook mi pare un nome provvisorio, ectoplasmatico, per qualcosa che non ha ancora deciso come chiamarsi e che non ha un nome migliore. Magari la parola book al suo interno rimarrà, ma allora tra tanti anni lo leggeremo come un segno nuovo, qualcosa di slegato alle sue origini (rinvio anche ad una risposta che diede Matteo Codignola di Adelphi in una sua intervista per questo blog).
Ripercorrendo le vesti di collane vecchie e nuove proverò a segnalare copertine e progetti grafici disparati, le vicende di designer famosi che hanno prestato il loro occhio all'editoria. E naturalmente parlare di una copertina diventerà il pretesto per accennare brevemente al libro breve in questione o ad altri volumi, alla collana che li ospita o ha ospitati, agli autori o alle diverse edizioni di un titolo specifico. Insomma, un pretesto per divagare nella storia dell'editoria recente. 
Parto con un testo della collana "I Gabbiani", progettata graficamente da Anita Klinz, morta lo scorso 10 marzo.
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Recita il catalogo storico dell'editore Il Saggiatore, consultabile da tutti online (esperienza istruttiva che consiglio se volete perdere cinque minuti):

Identificativo 47507
Titolo Kafka / Klaus Wagenbach ; traduzione di Ervino Pocar
Editore Milano : il Saggiatore
Pubblicazione 1968
Descrizione fisica 169 p. ; 19 cm
Collana I Gabbiani, 67
Autore Wagenbach, Klaus (Autore) ; Pocar, Ervino (Traduttore)
traduzione di
Kafka / Klaus Wagenbach

Fa quasi impressione la grafica della collana "i Gabbiani" (Una repubblica partigiana di Giorgio Bocca tra i titoli più noti). Forse la cosa più impressionante è il prezzo, posto in copertina e con corpo di poco inferiore al resto delle informazioni. C'è tutto: nome dell'autore, titolo, sottotitolo, denominazione di collana, prezzo ed editore. Addirittura ogni riga di separazione corrisponde idealmente al riempimento di un campo di catalogo bibliografico: una copertina "biblioteconomica"! Un progetto grafico simile l'ho riscontrato anche nei libri di poesia di Lerici degli anni Sessanta. Sembra rimandare alle origini della professione tipografica, all'impostazione di un'idea grafica verbo-visiva.


Un titolo "profetico"
di Urania?
Ne ho già parlato nel caso di Penguin e della collana Great Series. Personalmente trovo le copertine che lavorano esclusivamente attorno alla tipografia e al lettering molto affascinanti. Anita Klinz, originaria di Abbazia (oggi Opatija, in Croazia, dov'era nata nel 1925), è morta lo scorso 10 marzo all'eta di 87 anni; è stata una delle figure di rilievo della grafica editoriale in Italia. Ha lavorato per Il Saggiatore, Mondadori (nel caso di Urania, date un occhio alla copertina qui accanto! Celebre l'oblò lunare, un cerchio, introdotto dalla Klinz in omaggio forse a principi bauhausiani e curioso il fatto che arrivi nel 1962, lo stesso anno delle righe rosse di Bruno Munari per la NUE Einaudi), ma anche per riviste come "Epoca". Un nome da porre accanto ai vari Albe Steiner, Bob Noorda, Bruno Munari, Enzo Mari, John Alcorn, Oreste Molina per arrivare a Bruno Binosi, Massimo Vignelli, Fulvio Bianconi, Riccardo Falcinelli, Maurizio Ceccato e Fabrizio ConfalonieriLa perla della collana, sfilata per questa prima puntata, è il volume di Klaus Wagenbach. Un volume del 1968 che forse è stato ispiratore di altre scelte editoriali attorno a questo "kafkista". Nel 1972 Einaudi pubblica infatti Kafka. Una biografia della giovinezza 1883-1912. Nel 1983 Adelphi manda in libreria, nella traduzione di Renata Colorni, il libro illustrato Kafka. Immagini della sua vita. Poco prima, la traduzione di Pocar era uscita anche nel catalogo Oscar Mondadori. Nel 1996 Feltrinelli pubblica Due passi per Praga insieme a Kafka. Non sono infrequenti queste permeabilità tra cataloghi editoriali: è un meccanismo assai normale, è banalmente il mercato di titoli e di autori. In fondo, per fare un esempio, il catalogo editoriale per antonomasia, direi quasi "Der Katalog" in omaggio agli editori tedeschi a cui si è sempre ispirato Roberto Calasso di Adelphi (proprio in questi giorni in libreria con un tempestivo L'impronta dell'editore, di cui ho già pregustato alcune pagine lucide e appassionate), pubblica e fa proprio Montale, per la prima e finora unica volta, con i Mottetti curati da Dante Isella. Correva l'anno 1988 e si chiudeva così una ghirlanda-omaggio che riconduceva dritta al triestino Roberto Bazlen. Oggi pochi forse ricordano che quello scorporo da Le occasioni curato da Isella era uscito prima, proprio per Il Saggiatore, nel 1980 e poi ancora nel 1982 (ricordo che il poeta muore il 12 settembre 1981), per poi approdare nel catalogo Adelphi nel 1988.

4 commenti:

  1. Non avevo mai trovato un blog che si interessasse di un aspetto così tecnico ed effettivamente curioso. Io non bado mai alla copertina di un libro, ma è indubbio che essa contenga diverse informazioni che questo tuo modo di procedere mette in evidenza. Molto interessante!

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  2. non è tecnica parlare di Anita Klinz,della Collana i Gabbiani,di Isella e Klaus Wagenbach
    grazie

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  3. Grazie del commento ma temo di non aver capito il senso della parola 'tecnica'. Mi scusi.

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