giovedì 15 agosto 2013

da "Ferragosto" di Daria Menicanti (e l'opera poetica integrale "Il concerto del grillo" uscita per Mimesis)

Una poesia da #22


Nella storia della poesia in lingua italiana, in quella che conta e che si racconta (anche se a volte finisce sotto i sassi come certi fiumi) c'è chi a questa giornata ferragostana ha dedicato pure un titolo di un libro. Mi riferisco a Daria Menicanti, che nel 1986 pubblicò appunto una raccolta intitolata Ferragosto. Per la precisione e per la cronaca, nello stesso anno, uscì con due titoli: l'altro è Altri amici (1956-1985) pubblicato dalla Forum di Forlì. Ma chi è Daria Menicanti? Nacque a Piacenza alla vigilia della Prima guerra mondiale, nel 1914 e morì a Mozzate (Como) nel 1995. Visse in altre città, che potrete scoprire nel libro di cui vi parlerò a breve. I suoi libri di poesia ricaddero in collane importanti come "Lo Specchio" di Mondadori (Un nero d'ombra del 1969 e Poesie per un passante del 1978). Per lei hanno scritto quarte di copertina non firmate poeti come Vittorio Sereni (per Città come, libro d'esordio, sempre per Mondadori, ma nella collana "Il Tornasole", del 1964). Nella sua formazione contribuì non soltanto il grande poeta di Luino, ma anche altre menti, tra le più importanti tra quelle che l'Italia possa annoverare nel suo Novecento: Enzo Paci, Luciano Anceschi e Adelchi Baratono. Sposò Giulio Preti nel 1937 e il matrimonio durò 17 anni. Si interruppe il matrimonio, ma non quel sodalizio fruttuoso. Per la sua poesia, "leggibilissima" e lontana dai trend sempre attivi del poetichese, ebbe parole di grande stima Sergio Solmi. Se avete letto Ariel di Sylvia Plath da La campana di vetro sappiate che era sua la traduzione. Tradusse anche Paul Géraldy, Dylan Thomas e John Keats, autore sul quale si era laureata con Antonio Banfi. Per la maggior parte della sua vita lavorò come insegnante. Servono tutti questi dati? Forse no. Ma anche forse sì, quando si prova a riproporre una voce uscita "dal giro" già da qualche anno.


Parlare ora di Daria Menicanti, parlarne oggi, significa necessariamente dare notizia di un'operazione editoriale che sa di piccolo grande evento (grande soprattutto per la mole del volume). Mimesis ha infatti da poco mandato in libreria il volumone dal titolo Il concerto del grillo (pp. 818, euro 40, a cura di Brigida Bonghi, Fabio Minazzi e Silvio Raffo) contenente l'opera poetica completa e tutte le poesie inedite. Non è di questo libro non breve che vi parlerò pertanto, ma trovo significativo darne notizia ricordando ferragosto e Ferragosto, libro naturalmente qui contenuto. L'opera di Mimesis, portata a termine assieme al Centro Nazionale Insubrico, è davvero meritoria da più punti di vista e lettura, anche perché raccoglie l'intera bibliografia di Daria Menicanti, la quale, ad una semplice sfogliata, lascia intravedere quante e quali persone si siano occupate della sua poesia.


Ferragosto, pubblicata originariamente da Lunarionuovo, è una raccolta però dal titolo ingannevole. Non di vacanze o di città svuotate qui si legge, e la poesia che ho scelto e che riporto qui sotto credo lo dimostri abbastanza bene. Temporalmente è insomma un titolo che potrebbe depistare. Marco Marchi scrisse nella prefazione al volume, ripresa anche nel succitato libro appena uscito per Mimesis, "Ferragosto dà intanto il titolo indovinato all'intera raccolta, e introduce un mondo in cui molti - i più -non ci sono, e i superstiti, quelli che sono rimasti, basano le loro fiducie nella realtà, la speranza di un bello nella realtà, sullo scarto della norma. Eliot stigmatizzava in noi l'attaccamento agli "oggetti creati". In queste poesie il lettore incontrerà invece - ammirate, temute, e comunque fascinose - non solo le classiche sirene metà donna e metà pesce, ma anche quell'impasto fisionomico di più nature che è la mitica chimera, quel terrore al quadrato di non sopite leggende vampiresche che è la lamia, addirittura un marziano". Se vi viene voglia della poesia di Daria Menicanti ora avete quel libro edito da Mimesis dove poter riscoprire tutti i suoi brevi e importanti libri di poesia.


Pensionati


Ho ritrovato le panchine gialle di foglie
la piazza con le sue zuffe di vento e la pigrizia
dei pensionati su e giù per lo slargo
a spiare ogni poco di tasca
le loro cipolle di smalto.
   In alto ho veduto nel cielo quadrato le nuvole sfarsi
assiduamente in sempre nuove compagne.
L’autunno è molte cose, ma soprattutto queste foglie
che cadono senza capire e nuvole in viaggio
e gente di fame che sosta quaggiù
per appena quel tanto.

[da Ferragosto di Daria Menicanti, Lunarionuovo, 1986 (ora anche in Il concerto del grillo, Mimesis, 2013)]

2 commenti:

  1. Gran bel consiglio questo volumone ferragostano :-)

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  2. Che bella iniziativa editoriale!! Ilaria

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