mercoledì 2 aprile 2014

Marina Cvetaeva e i taccuini 1919-1921: "Una donna per bene non è una donna"

Quote #2

"To repeat or copy the words of another, usually with acknowledgment of the source." Questo il verbo "to quote". Ma in italiano "quote" è il plurale di quota, parola che mi interessa soprattutto nel senso della misura di un'altezza o di un lato. Citando e contestualizzando minimamente passi importanti, cerco un modo assai svelto di dar notizia di libri significativi, possibilmente brevi. Stando breve, pure io.

L'altro giorno mi stava cadendo l'occhio su un titolo bellissimo. Intendo proprio il titolo, perché il libro non l'ho poi nemmeno sfogliato: Scrivere lettere è sempre pericoloso, ovvero la corrispondenza Bishop-Lowell pubblicata da Adelphi. Marina Cvetaeva non scriveva soltanto lettere dalla trappola per topi gelata della Mosca degli anni 1919-1921. Ne abbiamo una traccia in questo libro intitolato Taccuini 1919-1921, il quale propriamente breve non è (ma nemmeno tanto lungo, a dispetto della mole), che tuttavia io leggo come se lo fosse, a salti, e che ha pubblicato da poco Voland (pp. 432, euro 20, traduzione e cura di Pina Napolitano). Qualche anno fa quest'editore aveva proposto nella collana di "traduzioni d'autore", per la cura di Serena Vitale, un libro di lettere (quello sì assai breve) che ancora oggi mi sento di consigliare senza freni: Le notti fiorentine. Questi taccuini costituiscono il settimo e l'ottavo di dodici quaderni. Il volume è corredato di un quasi necessario apparato iconografico, il quale non ha comunque fatto schizzare verso l'alto l'asticella del prezzo di copertina. E ritorna in questi Taccuini la dimensione di più grandiosa modernità di questa scrittrice che finì la vita impiccandosi a Elabuga, nell'ultimo giorno di agosto del 1941, quella stessa dimensione che appare più in vista in libri quali Il paese dell'anima e Deserti luoghi. Quando dico che tengo questo tomo come una sorta di libro breve è perché lo immagino come un breviario della sua anima, di tutte le cose che la Cvetaeva ha scritto diverse dalla sua poesia. In queste pagine troverete il freddo che entra nelle ossa, ma anche la primavera che poi arriva, le giornate distillate, una città e la sua gente. Una casa. E poi la figlia Alja, le persone incontrate, amici, tra annotazioni, liste dei prezzi dei beni di prima necessità, unità di misura, persino i ripensamenti su singole parole usate.

Qualche quotes da questo libro, pardon, da questo breviario:

Copertina del taccuino 8
Il mio testamento ai miei figli:
– “Signori! Vivete con la lettera maiuscola!” (Mia madre prima di morire disse: “Vivete secondo la verità, bambine, – secondo la verità!” – Com’è nebuloso! – La verità! – Non uso mai questa parola. – Verità! – È così squallido – misero – poco allettante!– “Vivete con la musica” – oppure – “Vivete come davanti alla Morte” – oppure – semplicemente: – “Vivete!” 

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La Luna ha un raggio solo. La Luna è tutta raggio. La Luna è tutta becco, il Sole tutto coda (un pavone.)
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Il campo del sesso è l’unico in cui non sono precisa.
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11 maggio 1920, vecchio calendario – lunedì.
Un solicello sul mio tavolo. Il tavolo è pulito, ordinato. La mia vita: far mangiare Alja e spedirla via, e poi scrivere. Nessuna attività pratica.
Oh, Blok, che avanza lentamente nella rugiada mattutina dietro l’aratro! Com’è commovente – e come non è credibile! Io, evidentemente, non amo la natura con passione, sebbene mi senta venir meno per ogni alberello. Se avessi un alberello mio, probabilmente lo amerei come una persona. Ho bisogno di un rapporto, di un legame vivo, la natura invece – per quanto la si ami – non risponde. Per lei è lo stesso – che sia io, o un’altra qualsiasi donna. – Non puoi stringerla tra le braccia!
– E non c’è niente di più terribile che il senso di svuotamento che segue un intero giorno all’aria aperta. Non riesci a riprenderti. E ogni cosa bella – fa male!
Je suis faite pour les plaisirs d’une société honnête, l’amitié de quelques amis choisis et l’amour unique et merveilleux de quelque gentilhomme beau de visage et haut d’esprit.
– Mi consolo con delle sciocchezze! –
In generale, da quando ho incontrato NN ho perso molto del mio brio. È una cosa così nuova per me – l’avevo a tal punto dimenticato – essere non amata!

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Dal taccuino di viaggio:
Non dormire insieme – dormire insieme. (Tutto il tragitto dell’amore.)

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