martedì 14 luglio 2015

Quinto Antonelli e la "Storia intima della grande guerra. Lettere, diari e memorie dei soldati dal fronte"

Leggere una grande guerra #16

"Leggere una grande guerra" intende essere il breve spazio in cui segnalo dei libri sulla Prima guerra mondiale. Il quinquennio 2014-18 coincide con un lungo periodo di celebrazioni, commemorazioni ed eventi a livello internazionale. Segnalare semplicemente dei titoli di libri, brevi o meno brevi, passati o attuali, reperibili o non reperibili, italiani o stranieri, può essere un buon antidoto contro le fanfare e i tromboni che stanno pericolosamente giungendo un po' da ogni parte. Le segnalazioni saranno sintetiche, poco più di una scheda bibliografica. (In coordinamento con World War I Bridges).

Quinto Antonelli è direttore dell'Archivio della scrittura popolare presso il Museo storico del Trentino. Ha collaborato a La Grande guerra, l’opera edita da Utet curata da Mario Isnenghi e Daniele Ceschin. Da tempo il suo interesse staziona sulle narrazioni autobiografiche. Questo libro intitolato Storia intima della grande guerra. Lettere, diari e memorie dei soldati dal fronte (Donzelli, pp. XVIII-320, euro 32, con allegato il dvd del film di Enrico Verra Scemi di guerra) restituisce, ancora una volta, quella che fu l'esplosione di scrittura che il conflitto fece deflagrare. Queste pagine riordinano un lavoro che prosegue da molto tempo e che finalmente trova la giusta collocazione all'interno di un catalogo di un editore rilevante a livello nazionale. Il titolo aggiunge l'aggettivo "intima" alla parola "storia" e se ne capiscono chiaramente le motivazioni: si crea così una provvisoria contrapposizione con la storia ufficiale, scritta dai vincitori o dai vinti, oppure con la storia dei bollettini, dei proclami. Non so se e a chi giovi questo frazionamento della storia in tante storie (intime, sociali, popolari, militari ecc.), ma si capisce quali sono i presupposti di una simile titolazione. Il libro in questione, unito al DVD del film di Verra, può essere impiegato a molti livelli, dalla lettura personale alla didattica. Naturalmente, in questi casi,  il pensiero ritorna anche agli studi di Leo Spitzer sulle lettere di prigionieri di guerra italiani. Chiudo con un'annotazione: oltre all'istituto trentino ricordato in apertura, su temi affini va senz'altro menzionato anche l'aretino "Archivio Diaristico Nazionale" di Pieve Santo Stefano, del quale segnalo questa recente iniziativa lanciata assieme a Finegil e L'Espresso.

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