martedì 15 dicembre 2015

da "Il silenzio di Genova e altre poesie" di André Frénaud (tradotto da Giorgio Caproni)

Una poesia da #56

Ecco un autore col quale si sono cimentati in traduzione davvero in tanti. Nel 1964 Scheiwiller pubblicò addirittura un volume dal titolo André Frénaud contenente un ritratto di Ottone Rosai e traduzioni di Bertolucci, Caproni, Erba, Fortini, Luzi, Orelli, Parronchi, Pasolini, Risi, Sereni, Solmi, Spaziani, Ungaretti, Valeri, Vittorini e Zanzotto. Il volume di poesia del poeta della Borgona che più si ricorda è Il silenzio di Genova e altre poesie uscito nella collana di poesia di Einaudi con la traduzione di Giorgio Caproni nel 1967 (pp. 112, introduzione di Guido Neri, libro attualmente fuori commercio). Tra tutte le scelte possibili e scartando le poesie particolarmente lunghe che in questo libro non mancano, l'indice (della mano) e "l'orecchia di cane" sulla pagina è ricaduta alla fine sul testo L'honneur de vivre, alle pagine 44 e 45 di questa edizione.



L’ONORE DI VIVERE


L’acqua del canale è livida. Pezzi di carta vi annegano.
Le mole son sul fondo fra l’erba, e la castalda.
I bambini paventano il volto della pecora,
l’occhio viola del loro futuro naufragio.

Cielo di salice e di fuliggine e così freddo,
che arrochisce i corvi e raggela la vecchia,
lo obbligherò ad espandersi quel raggio grigio
che mai ha riscaldato gli uomini di qui.
Eleverò una torre, alla sua ombra un gran giardino.
Mia resistenza, tutti verranno ad abbeverarvisi.
Costruisco il mio onore in pietre da taglio
inazzurrate di saettiere.

Ma fra le barbe pustolose dello stramazzo
sogghignano sotto gli stracci i denti d’un vecchione.

So che proseguirò l’impresa derisoria.


L’HONNEUR DE VIVRE


L’eau du canal est pâle. Des papiers s’y noient.
Les meules sont au fond dans l’herbe, et la fermière.
Les enfants redoutent le visage du mouton,
l'œil violet de leur future naufrage.

Ciel de saule et de suie et si froid,
qui enroue les corbeaux et qui glace la vieille,
je forcerai ce rayon gris à s’épanouir,
qui n’a jamais réchauffé les hommes d’ici.
J’élèverai une tour, à son ombre un grand jardin.
Ma résistance, tous y viendront s’abreuver.
Je construis mon honneur en pierres de taille
azurées de créneaux.

Mais dans les barbes pustuleuses du déversoir
ricanent sous les chiffons les dents d’un grand vieillard.

Je sais que je poursuivrai l’entreprise dérisoire.

La copertina del volume di Scheiwiller citato in apertura

Nessun commento:

Posta un commento