sabato 29 novembre 2014

Poesie inedite di Giusi Montali


"al cor gentil ratto s'apprende" è il titolo dello spazio che Librobreve dedica alle poesie inedite. Qui si ospitano testi che probabilmente andranno a costruire nuovi libri di poesia. Si propone come rubrica di solo testo, priva di foto glamour degli autori. L'unica immagine rimarrà quella del ratto qui sopra, identificativa di ogni post, un portafortuna che dedico agli ospiti. La pubblicazione avviene su invito e pertanto non ha senso inviare i propri testi all'autore del blog se non vi è stato prima un dialogo e accordo tra Alberto e chi ha scritto le poesie. Non ho previsto commenti o preamboli ai testi. I lettori invece possono commentare.


Due poesie inedite di Giusi Montali (Carpi, 1986) da L'agiografia umana



III.


in india ogni tre anni si è liberi dal ciclo terrestre:
né vita né morte, l’elisir cade da un catino conteso
ai quattro angoli del paese le gocce svelano il regno
del sole, alla confluenza dei fiumi la purificazione

si trasmette per generazioni, mentre il sadhu si salva
individualmente e fa ritorno al cosmo, shiva fuma
con lui hashish e si ritrova sull'eminenza tanar delle
discrezioni: hegel ha torto, e preferisce la coincidenza

di pensiero e modus vivendi, si scopre gimnosofista
eremita del corpo nell'ascesi del silenzio, nell'imbuto
del bacino le voci percorrono il corpo mesmerizzato:

anche i topi sono sacri, nell'inconscio si ingravida
il ramo d'oro, i bambini e i cantastorie si sottraggono
alla morte e proseguono lesti un altro giro di vita


VII.

l'how to do risuona preciso e ossessivo tra l'erba
e il sole: l'affinità e la predisposizione non contano
vince l'etichetta che si insinua nei primi giochi, legate
le gambe, stretti i piedi, il passo è contratto e incerto

- nemmeno l'istinto è tanto perentorio se abbandona
i figli alla soglia - nasce lenta e invasiva l'opposizione
che lima l'asta al cromosoma, la disobbedienza diviene
precisa e costante, simone sostituisce ifigenia ma a maggio

la datura apre gli occhi: la visione si staglia geometrica
nel blu, mentre il sangue percuote il ritmo dei tamburi
la sinistra diventa destra, il bianco nero, l'uomo capovolto

nella donna che spalanca gli occhi al campo di battaglia
la porta, quella, la lascia sempre aperta: ogni gesto appreso
ora è un'opposizione al canone

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