Primo appuntamento della miniserie di cinque post dedicati alle note critiche ai libri premiati o segnalati all'ultima edizione del premio letterario Anna Osti. Ringrazio i promotori del premio e i singoli autori di queste note. Ospito oggi il testo che Marco Scarpa ha scritto per Il noto, il nuovo di Giovanna Frene (Transeuropa, 2011).
Il noto, il nuovo. Appunti postumi sulla natura del potere e della storia. Questo il preambolo da cui
partire. Giovanna Frene non tenta una via facile né nella scrittura né nel
(macro) tema trattato. È poesia non lineare, colta, citazionistica, con
elementi storici e filosofici che si intrecciano ma tutto rientra nel progetto
essenziale di scrutare l’uomo, gli estremi di cui è capace, i gorghi da cui non
evade (mai, definitivamente) e quel reiterare una natura che collassa nei
propri errori. Sono sviscerati i pensieri di un Novecento alle prese con
totalitarismi e altri abissi e il male (termine riduttivo e generalizzante)
pare essere un germe protagonista di difficile recinzione. Non si scappa di
fronte a questi versi che spingono contro un muro chi si imbatte in essi, “noi
che / mentiamo in ogni momento a noi stessi”, perché questa poesia pare
distante (nei tempi e nei gesti considerati) ma parla di una realtà innervata
nelle nostre viscere eppure spesso dimenticata. La scrittura non è semplice
come non è semplice venire a patti con l’influenza del potere, la voracità di
una bassezza dilagante, l’efficacia del male come rimedio per andare avanti,
“senza desideri, corpi che orbitano”. I versi sono la sintesi pure di un modo
di approcciarsi alla lettura e così alla comprensione e così alla vita. Il
noto, il nuovo, emblematico titolo, presuppone anche dell’altro: “tutte le
forme del passivo / in sequenza non fanno un attimo, ma di nuovo un vuoto, la
soglia dell’attesa, l’ora / perpetua della fine”. Speranza la chiamerei.
Illusione o desiderio che una razionale anamnesi sappia, grazie alla poesia,
enuclearsi nelle menti dei lettori.
Marco Scarpa
Profondismi esoterici che ben corrispondono alle parole dell'autrice contenute in "Immagine di voce"(Poesie 1988-1994):
RispondiElimina"La mia bocca emana miasmi funerei".