mercoledì 28 settembre 2011

Casticismo ovvero cultura e nazione in Miguel de Unamuno

Faceva bene Silvio Lanaro, negli insospettabili anni Novanta, periodo di europeismo convinto e forse un po' ingenuo, a tornare a parlare provocatoriamente di "patria" in quel bel libro del 1996 intitolato proprio Patria. Circumnavigazione di un'idea controversa (Marsilio). Lanaro, e altri assieme lui (pensiamo a Ruggiero Romano e Ernesto Galli della Loggia), alimentarono un dibattito a tratti acceso attorno ai termini di stato, nazione, patria, per addentrarsi a discutere di argomenti importanti ed estremi come quello della morte della patria. Lanaro fu tra gli storici più attivi di quella stagione, almeno su questo fronte, e scrisse un'importante prefazione a Che cos'è una nazione? di Ernest Renan (Donzelli) e a quella fondamentale testimonianza sul 1940 francese di Marc Bloch, L'Étrange Défaite (La strana disfatta, Einaudi). Oggi che l'Europa è più che mai sotto i riflettori e che il continente, a livello mondiale, è vissuto come una miccia pronta ad innescare una catastrofe economica, quella stagione di entusiasmo pare svanita. Si torna a parlare sempre più intensamente di stati nazionali, del rilievo dei singoli casi, magari visti più come "untori" che come risorse, persino della fine della moneta unica. Probabilmente è stato un errore farsi trascinare dagli entusiasmi europeisti, a maggior ragione se notiamo che quell'Europa era forse un apparato di burocrazia e burocrati. Oggi in tanti si chiedono dove stia l'Europa, se non sia solo una serie di uffici pronti a dettare normative su materie che conoscono pure poco. Contestualmente sbagliavamo a dimenticarci  dell'importanza di un dibattito che affrontasse apertamente la questione degli stati nazionali alle soglie del terzo millennio e non tanto nei termini di quegli inevitabili contraccolpi localistici che la globalizzazione produce.

Tutto questo preambolo per dire che possiamo rallegrarci a vedere raccolti in volume i saggi di Miguel de Unamuno attorno ai temi di cultura e nazione. Il libro, che si intitola proprio Cultura e nazione (a cura di Enrico Lodi, Medusa Edizioni, pp. 142, euro 16), raccoglie quattro scritti apparsi sulla rivista madrilena "La España Moderna" nel 1895 e usciti sette anni più tardi in un volume recante un titolo che l'editore italiano non ha voluto riprendere: En torno al casticismo. Con "casticismo" Unamuno intendeva quella purezza e integrità morale alla quale la nazione è chiamata, soprattutto nei momenti di forti turbolenze e rapida decadenza. In queste turbolenze ora possiamo vederci gli scossoni del turbobiocapitalismo attuale e, naturalmente, alla lettera, la crisi che l'arretrata Spagna attraversava alla fine dell'Ottocento (ricordiamo il significato simbolico dell'anno 1898 per la Spagna, la fine delle colonie, la guerra ispano-americana e quel fondamentale gruppo che prese il nome di Generación del 98). Per questi aspetti un parellelismo con il saggio di Lanaro, almeno negli intenti, non è del tutto fuori luogo. Il termine "casticismo", espunto dalla traduzione del titolo, è tuttavia basilare per avvistare il sole del sistema di pensiero unamuniano. Unamuno cerca le invarianti pure (caste) dello spirito di una nazione e di un popolo. Si badi che il suo ragionamento scaccia da subito certe derive esiziali che, di lì a poco, il pensiero avrebbe poi percorso, soprattutto con riferimento ai concetti di popolo, razza o nazione. Unamuno è alla tesa ricerca della radice comune e di un universale umano e di un'integrità che non è etnica bensì etica. Qui l'unica purezza possibile, qui il casticismo. Il libro poi va ricordato per l'introduzione della distinzione dei concetti di historia e intrahistoria. La seconda è quella cosa che un quadro o una poesia saprebbero raccontare meglio di qualsiasi libro che solitamente si dedica alla prima, è l'urgenza del presente, un luogo di passaggio e confine, una terra (ancora) di nessuno dove è possibile che l'historia prenda un nuovo corso e che il dubbio diventi costruttore di senso. Inoltre è un libro noto per l'incitazione accorata alla Spagna, per l'invito ad uscire dalla sua malattia guardando all'Europa; si potrebbe infine aprire una parentesi su questo aspetto controverso della saggistica di Unamuno, visto che altrove, nel suo pensiero, pare sia la Spagna la soluzione ai mali d'Europa. In sostanza c'è una virtù anche nella regionalizzazione, chiamiamola anche "campanile" se vogliamo, ma soltanto se non si perde mai di vista una patria che è quella universale, integra. Sembrano parole facili, frutto di una fede incrollobile e invece sono le parole che possono nascere solo da un profondo culto del dubbio e da uno scatto in avanti del ragionamento filosofico. Anche la tradizione in Unamuno assume nuova luce, è necessariamente tradizione "elevata al presente" e mai rivolta al passato (quanti legami con Ortega y Gasset!).

Per finire lasciatemi spendere qualche riga sulla linea editoriale di Medusa Edizioni, una casa editrice che periodicamente propone testi importanti e ben curati. Un po' è strano - già altri l'avranno notato - constatare che la casa persiste nella sua quasi totale assenza nel web (esiste un dominio registrato, un catalogo PDF scaricabile ma non un sito vero e proprio). Ricordo di averlo cercato senza successo qualche anno fa. Oggi la situazione non è cambiata di molto, è quella che vedete anche voi. Un peccato, visto che la rete può diventare una risorsa per tutti. Ma se i libri che propone continuano ad essere questi, che valga la pena tenerci una Medusa quasi interamente fuori dal web?

1 commento: