martedì 26 aprile 2011

Julian Adda di Overview Editore

Librobreve intervista #1


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Inauguriamo con questo post un appuntamento che vorrebbe diventare una consuetudine: brevi interviste a protagonisti di case editrici (senza distinzioni di dimensione). Per il primo appuntamento ho scelto overview editore (Padova). Il fondatore, Julian Adda, che ringrazio per la disponibilità, è un architetto-editore con una lunga esperienza giornalistica (è infatti corrispondente per il Veneto de Il giornale dell'architettura). Il suo progetto è stimolante come lo sono anche le sue visioni sui "futuri" del libro. Le interviste che appariranno nei prossimi tempi seguiranno più o meno la stessa sequenza di domande.
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LB: Editoria formato (davvero) tascabile. Necessità dell’editore e/o del lettore, trend passeggero. Qual è la vostra valutazione?
RISPOSTA: Una mia percezione personale è che, in linea di massima, al formato piccolo, dal tascabile al micro, corrisponda una qualità ed una raffinatezza del testo maggiore che non nelle grandi dimensioni. Una sorta di condensazione qualitativa. Non credo comunque ad una risposta univoca a questa domanda, non credo che ci siano necessità; semmai scelte, basate su intuito e/o marketing per intercettare determinati tipi di pubblico. Le collane delle micro narrazioni, i manga giapponesi, da leggersi tra una fermata e l’altra della metropolitana, che incontrano la necessità del lettore di concludere la lettura nell’arco del breve viaggio. Opzioni dettate dal marketing: micro libri da pochi euro di fronte alla cassa, da acquistare d’impulso, capaci di attirare l’attenzione sulla base del colore, del tipo di carta. Scelte del lettore: edizioni tascabili per risparmiare, rinunciando alla novità delle prime edizioni. Troppe variabili in gioco: ci sono libri che nascono micro e si trasformano – penso a Indignatevi, di Stéphane Hessel, una trentina di paginette in francese, graffate, che in italiano sono diventate sessanta, grazie ad un’aggiunta di altri testi a corredo dell’originale.

LB: All’interno del vostro catalogo come strutturate l’offerta di libri di piccola taglia? Quali i titoli di “libri brevi” che vi hanno dato maggiore soddisfazione negli ultimi tempi?
RISPOSTA: overview pubblicherà libri che raccontano, tramite parole e immagini, il territorio. I volumi della collana Parole sul territorio, sotto le 100 pagine, sono studiati dalle dimensioni per infilarsi in tasca, per essere tenuti agevolmente in mano. Nella collana Carte di Bordo (micro cataloghi di micro mostre d’arte) le dimensioni sono ancora più contenute. Altri titoli fuori collana vengono calibrati caso per caso. Siamo attivi da un anno, lavoriamo con una distribuzione artigianale, curiamo molto la grafica: a questa piccola scala, tutti i nostri libri brevi ci hanno dato soddisfazione.

LB: In quel meccanismo che rischia di trasformare l’editore in un operatore al centro di due poli costituiti da distribuzione e ufficio stampa-promozione, quale importanza ricopre la mole di un libro nei meccanismi promozionali? Uno degli assunti da cui parte Librobreve è la difficile visibilità di questi volumi, sia sulla stampa che in libreria. Lo condividete?
RISPOSTA: La mole di un libro acquista importanza nella misura in cui una persona crede nell’apparenza e non in quello che si cela dietro lo schermo.

LB: Parliamo di e-book. Con il diffondersi dei device di lettura elettronici, una volta che si sarà trovata una soluzione per il prezzo degli e-book, credete che la mole di un libro possa essere determinante per decidere se proporlo su carta o in formato elettronico? Se sì, in che senso?
RISPOSTA: Io immagino che dipenderà in prima battuta dal contenuto del libro, e in seconda dalla mole. Sarà molto più facile portare con sé una serie di e-books dal contenuto tecnico (manuali, prontuari), in determinati luoghi (penso ad un professore universitario che voglia mostrare agli studenti una serie di pagine tratte da molti testi diversi); sarà più facile pensare al caricamento nell’e-reader piuttosto che in valigia dei 7 volumi Einaudi de Alla ricerca del tempo perduto, o dei sette di Harry Potter; più improbabile per poche versioni tascabili di romanzi brevi.

LB: Parlando di libri brevi ci troviamo spesso a parlare di progetto grafico globalmente inteso (carta, copertine, aspetti tipografici). Quello della “confezione” di un libro è un aspetto sicuramente molto interessante e tra le altre cose è stato strategico negli ultimi decenni. Non credete però che con la diffusione del libro elettronico questa attenzione ai paratesti si perderà a favore del vero e proprio contenuto del libro, il quale potrebbe essere oggetto di esperimenti di “realtà aumentata” (da vedersi magari come una nuova vita per le “vecchie” note a piè di pagina)?
RISPOSTA: Ok, lasciamo perdere il packaging, dato che acquisteremo files che passeranno da un server ad un lettore portatile che li può leggere. Io credo che tutto il resto si trasformerà: il testo diventerà ipertesto (si usa ancora questa parola?), quando l’e-reader si evolverà ancora e lo permetterà da un punto di vista tecnico. Si può immaginare che evolverà anche il paratesto: nel prezzo di acquisto di un e-book potranno essere compresi dei contenuti non ancora creati ma che lo saranno nel futuro: un’intervista all’autore, un testo critico, una rassegna stampa. Contenuti che costituiranno l’aggiornamento dell’opera dell’autore, e che equivarranno all’archivio di ritagli di giornale di cartacea memoria. Il progetto grafico si eserciterà sui modi di costruire pulsanti bottoni e link, all’interno delle pagine visualizzate; acquisterà rilievo il materiale con cui verrà costruito l’e-reader (alluminio, gomme, plastiche) e con cui verrano costruite le custodie che lo conterranno, così come abbiamo visto copertine di gomma, cartone, rigide, morbide. Non credo ci sarà una convergenza di interessi verso il solo concetto di realtà aumentata, ma sempre e comunque verso la coppia contenitore-contenuto.

http://www.overvieweditore.com/


(Intervista a Julian Adda di Alberto Cellotto, raccolta nel mese di Aprile 2011)

1 commento:

  1. Grazie della segnalazione di questo editore che non conoscevo.

    Mirco

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