Titolo lunghissimo, libro breve e inattuale. Perché tanta assenza di te non è più possibile rappresenta l'esordio di una nuova sigla editoriale, Runa. L'editore, Giustino Chemello, di professione fotografo, è il curatore di questo libro. Uno allora potrebbe pensare: editoria fai da te? Autoeditoria? Forse, ma vorrei credere di no. Perché, in fin dei conti, questo libro poteva essere benissimo un libro di fotografia o un libro di poesia e sarebbe stato sicuramente un libro di bellissime fotografie o un libro di poesie mai banali. Invece ha voluto essere entrambe le cose, pagando lo scotto della provocazione, dell'inattualità, della difficile vendibilità.
Immagini e testo non sono autosufficienti all'interno della cornice del libro, ma sono progettati per vivere la vicinanza, come i due lati di una medaglia, come una casa e un giardino. Si sfoglia il volume ed è come lo scorrere di un documentario originale e ben girato, intriso dell'inattualità forte di chi non sceglie il mezzo video, oggi forse più in voga in esperienze simili. E così, Giustino Chemello si è inventato Runa editore, per disintermediare, per provare a sondare le possibilità di un esperimento. Ci auguriamo che il catalogo di Runa si arrichisca presto di nuovi titoli.
Sono sicuro che le difficoltà sono state e saranno molte, non c'è grande apertura verso queste iniziative (è un po' come per le biografie, in Italia non spopolano, anche se magari altrove scalano le classifiche di vendita). E poi c'è il problema della diffidenza, spesso motivata, per le autoproduzioni. Ma un occhio e un orecchio sufficientemente attenti si accorgeranno subito che qui siamo di fronte ad una pubblicazione di grande originalità e coinvolgimento: fotografie e testi mettono il lettore/osservatore in una dimensione inedita di ascolto, di consumo o fruizione del prodotto editoriale. Qui non c'è nulla dell'amatorialità tipica di tante autoproduzioni (il logo stesso creato per la casa editrice ha grande fascino) e il curriculum di Chemello è in grado di convincere anche i dubbiosi.
Questo libro, inattuale nel modo in cui arriva e nella sua presentazione (si può trovare sia in hardcover sia in versione tascabile), è un'innovazione. Mi si può obbiettare che con le foto di Fulvio Roiter sono stati fatti esperimenti simili e che non pochi sono i libri fotografici accompagnati da testi poetici, ma se uno si soffermerà su questo volume capirà la grande diversità nel lavoro di postproduzione fatto da Chemello. Sono abbastanza certo che se un'idea del genere l'avesse avuta un editore che dispone di ben più ampie leve promozionali, magari mettendo assieme uno svogliato scrittore di grido e un fotografo famoso con bisogno di denari immediati, forse tutti starebbero parlando, imbeccati dagli uffici stampa, di "nuove frontiere del libro, nuovo genere ecc.". Qui stiamo invece consigliando un libro bello, da sfogliare più volte, coraggioso, innovativo e inattuale, fatto con quel giusto richiamo a quella componente che, nel mestiere editoriale, rimane artigianale. E in questa sua apparente contraddizione, tra l'essere innovativo e inattuale, c'è il senso di questo sogno editoriale. Con questo, credo sia chiara, una volta ancora, la valenza assolutamente positiva che qui vedo nell'inattualità.
Migliore di altre parole è la "gallery" che opportunamente e generosamente l'editore ha allestito sul proprio sito. Il silenzio che questo libro corposo e breve saprà regalarvi è inusuale. A proposito di silenzio e per ribadire alcuni concetti espressi sopra: "Diceva: il silenzio è inaggirabile. Possiamo solo attraversarlo". Ci sa fare Giustino Chemello, non solo con la macchina fotografica.
“innovativo e inattuale”, sai trovare sempre le parole più appropriate.
RispondiEliminaPer avvalorare le tue argomentazioni basta dire che la casa editrice americana, la Random House Inc., ha pubblicato “Reality Hunger”, in Italia Fazi Editore, e ha fatto parlare i giornali di mezzo mondo, nelle pagine culturali, che lo hanno consideratoun libro innovativo e rivoluzionario in quanto, cito da Schields:” Questo libro contiene centinaia di citazioni delle quali nel corpo del testo non viene menzionata la fonte. Sto cercando di rivendicare una libertà che gli scrittori da Montaigne a Burroughs davano per scontata e che noi abbiamo perso.”, auspica un modo nuovo di fare letteratura servendosi di qualsiasi materiale disponibile nel mondo. E Stefano Salis nella prefazione: ““L’assemblaggio, però, lo ha fatto lui e le suggestioni che vengono fuori dal testo provengono dal suo modo di ragionare. E questo, in definitiva, è quello che più conta…Un volume costruito con altri libri, ma senza note, senza rimandi espliciti, senza interruzioni di lettura. Un frullato di parole altrui, insomma, che genera, però, un distillato del tutto nuovo..Non è un’opera da leggere andando continuamente a verificare a che appartiene la citazione tal dei tali (anzi si perde la cosa più importante di questo libro: condividere o confutare le idee che vi sono esposte)… l’incertezza sulle parole degli autori che leggete è un pregio, non un difetto del libro”. Ebbene, “Perché tanta assenza di te non è più possibile” esce in libreria esattamente nello stesso anno, applica esattamente quel metodo “rivoluzionario” , non solo, ma fonde l’immagine con la parola, come avrebbe dovuto deliziare G. Recuperati, che nel Sole 24ore di gennaio scriveva: “L’immagine entra nella parola per creare magia” ricordando Sebald fra tutti,e cosa succede? Nulla, perché Runa Editore non ha la forza economica e autoriale per dare visibilità ai suoi prodotti. Fai bene a menzionare altre realtà che hanno alcune non significative caratteristiche in comune con questo libro e cioè un testo poetico accostato a una fotografia, dove però il testo è sempre un’iclusione, un sottofondo; non è mai parte sostanziale della pagina o contenitore di sensi che osmoticamente si diffondono nell’immagine e producono un cortocircuito tra le parole stesse del testo che sono di scrittori che, proprio perché diversi tra loro, suscitano significati inaspettati. Ben vengano allora spazi coraggiosi e preziosi come il tuo che sanno dare voce a chi voce non ha. Grazie.
Gentile Giustino, io posso solo ribadire una cosa. Chiunque abbia dei pregiudizi su chi "si fa" un libro li lasci almeno momentaneamente perdere quando prende in mano questo volume.
RispondiEliminaGrazie, Alberto
signori io non sono uno tanto capace di parlare per che sono un povero muratore
RispondiEliminaho avuto il onore di avere in regalo in diretissima una copia di PER CHE TANTA ASSENZA DI TE NON E PIU POSSIBILE e quando ho girato le prime pagine di quell libro ho capito che ho fato la scelta giusta di non andare via dal VENETO e da ITALIA .
farete la domanda per che
secondo la mia umile opinione quelli che hanno gia fato i conti che la barca dell VENETO E DELL ITALIA E AFONDATA si devono ancora dare da fare per vedere realizato il loro sogno finche ce gente come GIUSTINO CHEMELLO CHE METE DENTRO SoLDI E NOME PER FARE QUELLA ROBA LA per che non sanno come fare per ucidere il artigiano italiano e non capiscono che lui e come il prezemolo piu fogli tiri via piu rami nascono
Grazie del commento.
RispondiEliminaPer pura coincidenza è arrivato in un momento in cui cercavo in rete informazioni su un libro dedicato al tema dell'artigianato: "Futuro artigiano" di Stefano Micelli, edito da Marsilio.