venerdì 24 giugno 2011

10 buoni motivi per essere cattolici?












Il punto di domanda alla fine lo aggiungo io. Il titolo del libro è ovviamente senza. Il volume è il terzo della collana "Dieci!" dell'editore Laurana. Sono sincero, forse non mi sarei mai interessato ad un libro con un simile titolo se uno degli autori non fosse Giulio Mozzi, uno scrittore che seguo con una certa attenzione e che spesso ha cose interessanti da raccontare. E così accade anche in queste pagine (scritte a quattro mani con Valter Binaghi, anche se è specificato sin da subito quali testi appartengano a Mozzi e quali a Binaghi). Ma è proprio questo intreccio tra un titolo non originalissimo e i vari autori (la bella prefazione è di Tullio Avoledo) che probabilmente porterà fortuna al libro. Questo il mio augurio e cerco di spiegare il perché dell'augurio di seguito.

Il punto di domanda l'ho inserito perché alla fine del libro (144 pagine lette in rapidità, euro 11,90) mi sono chiesto se vi avevo trovato davvero 10 buoni motivi per essere cattolici. Il volume parte da premesse condivisibili: la fregola di pubblicare certi titoli che sparano ad alzo zero contro la chiesa e il clero (anche se non bisogna dimenticare che la fetta di editori cattolici non è irrilevante e che non siamo proprio "inondati"), la profonda ignoranza sul cattolicesimo in cui versa un paese a stragrande maggioranza cattolica, finanche all'affermazione paradossale (e quindi efficace) che quella del cattolicesimo sia una delle più radicali esperienze di diversità che si possa vivere oggi in Italia. Quello che io credo è che il titolo sia fuorviante (forse sarebbe stato più corretto parlare di "cristiani cattolici"), che svolga bene la sua funzione di attrarre un certo pubblico, ma che alla fine non rispecchi veramente i contenuti dei dieci capitoli. In fin dei conti il titolo è stato un po' forzato per entrare nel format di collana.

Binaghi e Mozzi hanno scritto un libro coraggioso che si ritrova a svolgere una funzione di disturbo. Il loro intento appare quello di scrostare il dibattino pubblico dalle posizioni asfittiche in cui si è seduto, provare a restituire e ricostruire un messaggio rivoluzionario che ha perso presa e magnetismo. Ci siamo mai chiesti cosa accadrebbe se qualcuno come Gesù Cristo, al di là delle riflessioni storiche che si possono fare sulla sua figura, si presentasse oggi sulla terra? Lo inviterebbero al Maurizio Costanzo Show o da Marzullo?

Credo che la mia personale situazione rifletta quella di molti della mia generazione: battezzato, cresimato, ho smesso di frequentare la chiesa a sedici anni. Tendo a previlegiare, nella visione delle cose, le grosse difficoltà o i bastoni tra le ruote che la chiesa, l'istituzione più antica sulla faccia della terra, pone nello sviluppo di senso critico, nella ricerca scientifica, nel percorso di un paese  che troppo spesso paga prezzi troppo alti per diventare "normale". Mi sembra di vivere in un paese dove la religione è trattata alla stregua di una delle tante superstizioni che ci trasciniamo appresso dalla notte dei tempi. Trovare in questo libro una sponda di riflessione è stata una piacevole scoperta, perché la religione rimane un argomento troppo importante da trattare con cliché, qualsiasi sia la loro provenienza. Non credo di avervi trovato 10 buoni motivi per essere cattolico ma, più semplicemente, dieci tentativi di riportare un dibattito importante su binari condivisibili, dieci buoni motivi per prendere in mano la Bibbia che Mozzi definisce quasi sempre, con una perifrasi, "il libro dei libri", dieci buoni motivi per non confondere sempre la chiesa con la narrazione del cristianesimo come, a tratti, ho rischiato di fare anche qui.

2 commenti:

  1. Mi hai interessato, con tutto che non vado matto per mozzi. Lo compro.

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  2. La Bibbia, la Divina Commedia, Il piccolo principe, Pinocchio...

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