"Leggere una Grande Guerra" #3
"Leggere
una grande guerra" intende essere il breve spazio in cui segnalo dei
libri sulla Prima guerra mondiale. Il quinquennio 2014-18 coincide con
un lungo periodo di celebrazioni, commemorazioni ed eventi a livello
internazionale. Segnalare semplicemente dei titoli di libri, brevi o
meno brevi, passati o attuali, reperibili o non reperibili, italiani o
stranieri, può essere un buon antidoto contro le fanfare e i tromboni
che stanno pericolosamente giungendo un po' da ogni parte. Le
segnalazioni saranno sintetiche, poco più di una scheda bibliografica.
(In coordinamento con World War I Bridges).
Edizioni e/o aveva già pubblicato anni fa il racconto La paura. Ora questo volume proposto all'interno di una collana denominata "Gli intramontabili" con il titolo La paura e altri racconti della Grande Guerra (pp. 144, euro 14) permette al lettore di attingere ad altri racconti che l'autore de I vicerè dedicò al primo conflitto mondiale. De Roberto non prese parte attiva alle operazioni militari e riuscì in un modo che ha davvero dell'incredibile a ripercorrere aspetti centrali e marginali di quella guerra dalla sua postazione forse privilegiata. Seppe usare bene il suo talento e questa postazione. Il libro contiene i quattro racconti La paura, Rifugio, La retata e Ultimo voto che videro la luce nel quinquennio rovente successivo al conflitto, tra il 1919 e il 1923. Questi ci dicono chiaramente, anche se forse non vi è più bisogno di ribadirlo, che Federico De Roberto è stato uno dei più grandi scrittori dell'Italia del ventesimo secolo, ingiustamente trascurato da un canone scolastico che gli preferisce ad esempio altri (grandi) siciliani. Credo sia un destino comune ad altri e penso a Ippolito Nievo. E se ogni canone è una macchina che programma l'oblio, auspicabile diventa l'avvicinamento a questo autore anche per vie traverse, come le "scorciatoie" dei racconti della Grande Guerra.
Grazie Alberto di questo commento su De Roberto, essenziale ma validissimo. De Roberto e' uno dei grandi "cassati" della letteratura italiana, proprio come Nievo. Fra l'altro per continuare la polemica propongo si cominci a far leggere a scuola "Mastro-don Gesualdo" anziché "I promessi sposi". Libro nettamente superiore, sia a livello artistico che pedagogico...
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RispondiEliminaFranco, bentornato. Ti aspettavamo dai tempi del post su Il narratore di Walter Benjamin. Che dire? Ci vorrebbe del coraggio, neanche tanto poi, per scardinare certe consuetudini. La realtà è che forse si potrebbe provare a leggere sia I promessi sposi sia il romanzo di Verga che citi senza per forza pensare di essere matti o troppo esigenti. Ovvio che non si possono fare in modo approfondito entrambi forse, ma a volte la quantità di letture si trasforma in qualità della pedagogia, forse.
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