Librobreve intervista #51
©overtures #8
In occasione del rinnovo della veste grafica di Iperborea ho rivolto alcune domande a Francesca Gerosa, responsabile dell'ufficio stampa. Ha risposto Pietro Biancardi, direttore editoriale della casa editrice fondata da Emilia Lodigiani nel 1987. Ringrazio entrambi per la collaborazione.
LB: Iperborea cambia grafica. Si tratta del primo cambio di direzione dalla sua fondazione?
R: Il restyling non è stato pensato come un cambio di direzione ma come – speriamo – una piccola accelerazione: c'erano elementi che funzionavano ancora molto bene dopo quasi 30 anni e altri che avevano bisogno di una ringiovanita. Abbiamo cercato di mantenere i primi e lavorare sui secondi. E poi abbiamo avvertito il bisogno di migliorare la leggibilità dei nostri libri, da qui la necessità di lavorare sui materiali, cambiando sia la carta di copertina sia quella degli interni.
LB: Di Iperborea mi ha sempre colpito il formato dei libri, stretti e alti. Come nasce l'idea di progettarli così? Ci sono state delle sorgenti di ispirazione? Col tempo avete notato vantaggi o svantaggi di questo formato pressoché unico nel panorama?
R: In molti ci chiedono il perché del formato dei nostri libri. C'è chi lo ama e chi meno. È stata una scelta molto meditata fatta alle origini, ovvero nel 1987. Queste, in sintesi, le ragioni: 1. Principale ed essenziale: che fosse un po' diverso dagli altri, facilmente riconoscibile e identificabile subito, ma senza dare fastidio nelle normali librerie di casa, di fianco agli altri libri. 2. Lungo e stretto, con un leggero richiamo alle guide turistiche, visto che per primi stavamo introducendo in Italia le letterature nordeuropee: un invito ad affrontare una nuova area geografica culturale con lo spirito aperto e curioso che si ha quando si intraprende un viaggio. 3. 10x20: il formato dell'antico mattone di cotto, ovvero l'oggetto più maneggevole inventato dall'uomo, e in più con l'idea di libri-mattoni (ovviamente non nel senso di noiosi e pesanti, ma nel senso di costruttivi) che contribuissero a costruire la personalità, la mente e l'anima del lettore e anche (ambiziosamente) contribuissero a diffondere la reciproca conoscenza dei paesi europei e quindi a rinsaldare l'idea di Europa e di uno spirito e di una cultura comuni europei. 4. Perché la gabbia interna (ovvero la lunghezza delle righe, di 7,5 cm) è troppo lunga per permettere la lettura rapida (i 4 cm delle colonne dei giornali) che non si addice a un romanzo, ma riposante per gli occhi che non si stancano a passare dalla fine di una riga più lunga all'inizio di quella successiva. Quindi a rendere la lettura più piacevole e meno faticosa.
Gli svantaggi sono quelli a cui accennavo prima: alcuni lettori si lamentano per la difficile "apribilità" dei nostri libri. Con il restyling dovremmo aver risolto il problema grazie a carte più morbide, flessibili e altrettanto (se non più) pregiate.
LB: L'identità della casa editrice è legata al suo "concept" ovvero alla proposta in traduzione di testi del "Nord" (di qui anche il nome della casa editrice). Avete mai pensato di allargarvi ad altre letterature o è - per statuto - impensabile?
R: Il legame con il Nord Europa è un patto di sangue. Scherzi a parte, non escludo che in futuro Iperborea possa fare anche altro, ma al momento rimaniamo focalizzati su quell'area culturale, che in questi anni e forse decenni tra l'altro è forse la regione al mondo con i più alti tassi di creatività. I paesi scandinavi, poi, sono un modello di democrazia, libertà, giustizia che tutti dovrebbero prendere a esempio e non a caso sono anche i paesi al mondo che investono di più in cultura.
LB: Potete dare qualche anticipazione sul 2015?
R: Nel 2015 abbiamo subito cominciato con il lancio del restyling, e i primi libri che lanciamo in nuova veste grafica sono dei classici – non a caso: innovare mantenendo un fortissimo rigore editoriale: La congiura dell'estone Jaan Kross, la Laxdæla saga islandese, le Storie di Amsterdam dell'olandese Nescio. Tra i nuovi autori vi consiglio di tenere d'occhio lo svedese Fredrik Sjöberg con il suo L'arte di collezionare mosche (uscita: marzo). E poi tre grandi del catalogo Iperborea: Björn Larsson con una raccolta di saggi sulla letteratura di mare (di cui è uno dei maggiori esperti mondiali), Lars Gustafsson con il nuovo romanzo L'uomo sulla bicicletta blu e l'attesissima nuova opera di Jón Kalman Stefánsson: I pesci non hanno gambe, in arrivo a maggio.
Sempre a maggio stiamo lanceremo la prima edizione de I BOREALI - Nordic Festival. Sarà a Milano, nel pieno dell'Expo, in collaborazione con il Comune di Milano e alcuni dei luoghi della cultura milanese più prestigiosi: Piccolo Teatro, Spazio Oberdan / Cineteca Italiana, PAC, ecc. Abbiamo fatto tesoro dell'esperienza dei precedenti festival culturali organizzati sempre a Milano da Iperborea (Caffè Helsinki, Caffè Stoccolma, Caffè Copenaghen, Caffè Amsterdam) e abbiamo alzato l'asticella. Porteremo 7 autori nostri e di altre case editrici, cinema, teatro, musica, lingue, design, cucina, libri e fotografia. Sarà il più grande festival mai organizzato in Italia dedicato alla cultura del Nord Europa.
LB: Esercizio di immaginazione per chiudere: vi chiedono di fornire un vostro spunto per uno spot televisivo che incoraggi la lettura (uno di quegli spot che un tempo si chiamavano spot di "pubblicità progresso" e che forse si chiamano anche ora così). Che cosa suggerite? Grazie.
R: Non ho mai creduto nella pubblicità progresso, ma nella forza dell'esempio. La tv può essere un ottimo mezzo. Perché non tornare a proporre programmi con i libri al centro? Mi pare che qualche esempio di successo in Italia ci sia stato. O anche importare qualche format che funziona all'estero. Ma se questo è chiedere troppo perfino al nostro servizio pubblico, perché in alcune occasioni, come la giornata mondiale per il libro, o altre ricorrenze, tutti i personaggi della tv non si presentano con un libro in mano in trasmissione e raccontano ai loro fan in un minuto quale libro stanno leggendo e perché? Per esempio quello che ha fatto ieri (il 2 febbraio, ndr) il presidente del Consiglio Matteo Renzi di entrare in una libreria e comprare 5-6 libri (con anche scelte per nulla scontate) seguito dai fotografi e dalle tv è un piccolo gesto ma che può avere un impatto sulle abitudini di lettura degli italiani.
Nessun commento:
Posta un commento