domenica 3 maggio 2015

Labirinti. "Comporre. L'arte del romanzo e la musica"

Riviste #6

Il numero 156 di "Labiritinti", pubblicazione curata dal dipartimento di Studi Letterari, Linguistici e Filologici dell'Università di Trento è dedicato al rapporto tra musica e romanzo. Comporre. L'arte del romanzo e la musica (a cura di Walter Nardon e Simona Carretta, 2014, pp. 222, euro 12,00, qui le informazioni principali e i sommari dei vari numeri) raccoglie contributi di Simona Carretta, Carlo Cenini, Marcel Dichte, Gabriele Frasca, Andrzej Hejmej, Andrea Inglese, Walter Nardon, Massimo Rizzante, Elisabeth Rallo-Dichte e s'inoltra, a più riprese, lungo i crinali di una riflessione che avvicina - senza mai confondere - i versanti e l'autonomia di chi scelga di esprimersi secondo una o l'altra forma. Il primo a passarmi per la testa quando penso a questo è Benedetto Marcello in Giuseppe Berto. Ma pensate solo ai romanzi di Kundera, di cui Rizzante è profondo conoscitore nonché traduttore. E qui si parla di molti autori, fra cui Beckett, Bernhard, Broch, Céline, Cortázar, Gadda, Foster Wallace, Joyce, Mann, Proust,  Pynchon. Il vocabolario del romanzo e quello della composizione musicale spesso si avvicinano e collidono, tendono asintoticamente a direzioni di sviluppo accomunanti, eppure rimangono (e devono rimanere) ben distinti. Pensate solo ad esempio a quando si parla di "polifonia" in un romanzo, contrapposta magari alla"monofonia", oppure all'armonia e al moto contrario e il contrappunto, e poi naturalmente a intensità, timbro, ritmo, durata, pause.



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