Storie di collane micro #13
©overtures #9
Il libro più recente della collana "Idòla" di Laterza, l'unico uscito finora nel 2015, è «Il matrimonio omosessuale è contro natura». Falso! (pp. 152, euro 9) della filosofa teoretica Nicla Vassallo. Il titolo è centrato, semplice e va diritto al punto: non possiamo enunciare un istituto, culturale giuridico e/o religioso, come il matrimonio e parlare poi di "contro natura" nel caso di quello omosessuale. Ogni matrimonio è "contro natura" e quest'affermazione non sottende un giudizio di valore sul matrimonio in quanto istituto, bensì una banalissima constatazione. Possiamo parlare di tantissimi aspetti, ma non uscire con un'affermazione come quella virgolettata nel titolo di questo libro e dobbiamo capirlo, pena la penosità penosa di qualsiasi argomentazione, più o meno improvvisata, più o meno umorale, che si può ascoltare in giro. C'è qualcosa che fa a cazzotti sin da subito, insomma, e il libro di Nicla Vassallo sostanzialmente si sofferma su questo (e per quanto concerne il caso italiano e la sua unicità in Europa, cerca coraggiosamente di non trovare scorciatoie dando tutta la colpa alla vicinanza del Vaticano). Va da sé che l'ho fatta fin troppo semplice, ma il libro in questione, interessante attuale e quanto mai necessario, mi offre lo spunto per spostarmi e fare qualche osservazione su questa collana e sulla tenuta del concetto di collana in editoria. Laterza e Il Mulino, sotto certi aspetti, licenziano collane simili, contraddistinte da una tematizzazione forte, concept di collana e concept grafico molto diretti che prevedono spesso una sostanziale assenza di immagini in copertina (questo fatto, oltre a garantire un risparmio su eventuali diritti d'immagine, velocizza non poco la grafica). Nel caso specifico di Laterza abbiamo il titolo in primo piano, riportato tra virgolette, come a dire "campionatura di una frase che si sente spesso dire in giro", quindi un ben visibile timbro rosso VERO! o FALSO! (un po' televisiva come scelta, ma di sicuro impatto) e quindi sulla parte bassa nome dell'autore (o degli autori) e rimandi al nome di collana e all'editore. Il tutto giocato a tre colori, anzi due, nero e rosso su fondo bianco. La cosa migliore, per farsi un'idea di come è stata architettata la collana, è scorrere i titoli sinora usciti.
Andrea Baranes, “Dobbiamo restituire fiducia ai mercati” Falso!
Zygmunt Bauman, “La ricchezza di pochi avvantaggia tutti” Falso!
Luciano Canfora, “È l'Europa che ce lo chiede!” Falso!
Innocenzo Cipolletta, “In Italia paghiamo troppe tasse” Falso!
Paolo Flores d'Arcais, “La democrazia ha bisogno di Dio” Falso!
Ippolita, “La Rete è libera e democratica” Falso!
Loredana Lipperini, Michela Murgia, “L'ho uccisa perché l'amavo” Falso!
Ugo Mattei, “Senza proprietà non c'è libertà” Falso!
Federico Rampini, “Non ci possiamo più permettere uno Stato sociale” Falso!
Marco Revelli, “La lotta di classe esiste e l'hanno vinta i ricchi”. Vero!
Nicla Vassallo, “Il matrimonio omosessuale è contro natura”. Falso! (Qui un video con un'intervista all'autrice)
(Al di là di tutto questo, ad un livello più generale, nello
sconquasso dell'editoria, mi domando spesso se e fino a quando reggerà
il concetto di "collana" così come lo abbiamo conosciuto. Non so se vi capiti mai di pensarci.)
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