Librobreve intervista #61
Prosegue la serie di interviste ai traduttori, che fra l'altro sono fra i post più letti di Librobreve, quasi a segnalare un beffardo distacco tra l'interesse che l'argomento suscita e il disinteresse con il quale la voce "traduttori" è trattata da un certo universo di editori. Oggi è Anna Mioni a rispondere alle domande. Padovana, laureata in italianistica, traduce principalmente dall'inglese e dallo spagnolo. La traduzione tuttavia non è il solo versante del lavoro editoriale che la vede o l'ha vista impegnata, dal momento che si è occupata anche di diritti, revisioni e scouting. Insegna traduzione al "Master Tradurre la Letteratura" di Misano (RN) e alla "Scuola Superiore per Mediatori Linguistici" di Vicenza, e ha tenuto inoltre seminari per l’Associazione "Griò" e online per la "European School of Translation". Questo il suo sito personale mentre questo è il sito di AC² Literary Agency, agenzia che ha fondato e che rappresenta.
LB: Qual è l'ultimo libro su cui ha lavorato? Ce lo può brevemente raccontare?
R:
In occasione dei 60 anni della casa editrice Feltrinelli, mi è stata
assegnata la traduzione di La dolce luce del crepuscolo di Richard
Seaver, l'autobiografia di una figura cardine del mondo editoriale che
dovrebbe essere una lettura obbligatoria per chi lavora nell’editoria.
Si parla dei protagonisti principali della letteratura del Novecento in
Francia e negli USA, tutti transitati per le varie sigle editoriali
curate da Seaver.
LB: Il suo tavolo di lavoro è abbastanza
ordinato quando traduce o preferisce un "normale disordine"? Potrebbe
descrivere il "posto del traduttore"? Sente il corpo rilassato o in
tensione quando è alle prese con un lavoro di traduzione?
R: Il mio
tavolo di lavoro è il computer, dato che uso dizionari online e su CD, e
a volte anche un programma di dettatura. Il posto del traduttore è
ovunque si possa posare un computer, a casa e in giro. Grazie a una
serie di accorgimenti ergonomici di solito quando lavoro a casa il mio
corpo è rilassato, ma a volte si tende quando la ricerca di una
soluzione traduttiva è più difficile del solito.
LB: Passa
qualche differenza (o è necessaria qualche precauzione) quando si
traduce un libro che si ama rispetto a quando si traduce un libro con il
quale si è meno in sintonia?
R: La precauzione necessaria è quella
di comportarsi in maniera professionale, e quindi non fare alcuna
differenza tra libri che si amano o no, se dobbiamo occuparci di
tradurli.
LB: Anche il mondo della traduzione ha ormai i suoi "topos",
ovvero quegli argomenti immancabili che sempre saltano fuori
quando se ne parla. C'è però a suo avviso un tema o un problema
che quasi mai emerge? Se sì, quale? E perché non se ne parla a
sufficienza?
R: Il problema più taciuto secondo me è quello delle traduzioni
che non funzionano e vengono pesantemente riaggiustate in
redazione: capita perché, per diversi motivi, tra i quali anche
l'urgenza o logiche economiche, si finisce con l'affidare il
lavoro ad un traduttore non adatto a quel libro.
Spesso all'esterno nessuno viene a saperlo, e può capitare che
qualcuno lavori su certi testi per i quali è inadatto, grazie alle
"pezze" che gli mettono i redattori e i revisori, con la logica
conseguenza di escludere traduttori che sarebbero più capaci su
quel testo.
Per questo sarebbe essenziale fare sempre una prova di traduzione
per ogni libro, perché nessun traduttore è in grado di tradurre
tutto. Io non mi offendo mai quando me la chiedono, anzi spesso la
sollecito.
E quindi si dovrebbe parlare di più della qualità delle
traduzioni, anche confrontandole con l'originale, specie nelle
recensioni. Non basta il solo giudizio sulla scorrevolezza
dell'italiano, se magari è stato travisato il significato del
testo originale.
LB: Può comportare qualche differenza il modo di lavorare e
tradurre per conto di un editore rispetto a quello per conto di un
altro editore (al di là di differenti norme e consuetudini
redazionali)?
R: Se l'editore instaura un dialogo costruttivo con il traduttore,
lo mette in contatto con l'autore e il revisore, discute
serenamente le varie scelte, il nostro lavoro è più sereno e
rilassato. Invece, se siamo pagati poco o non sappiamo se la
retribuzione arriverà puntuale, la tensione che si genera
influisce negativamente sulla qualità del lavoro. Ma è ovvio che
la qualità del lavoro sia legata non solo ai rapporti umani, ma
anche a quelli contrattuali.
LB: Propone lei dei titoli agli editori talvolta oppure le vengono sempre commissionate delle traduzioni?
R:
Traduco soprattutto dall'inglese, quindi è molto difficile scoprire
libri che non siano già stati proposti agli editori da scout o agenti
letterari.
LB: E per finire vorrei sapere cosa vorrebbe tradurre, adesso, se
le venissero lasciati cinque secondi per scegliere e buttare un
titolo (la prima opera che le viene in mente)? Grazie.
R: How to build a girl, di Caitilin Moran (ma ho contattato il
suo editore precedente per propormi, non sapendo che era stato
acquistato da un altro, e la traduzione era già stata assegnata).
Nessun commento:
Posta un commento