sabato 10 ottobre 2015

Una poesia di Jonathan Morley nella traduzione di Cristina Babino

 
Accanto ai ratti di "al cor gentil ratto s'apprende" con le loro poesie inedite, compare un altro animale per nominare uno spazio dove si ospitano traduzioni di poesia: lo stregatto o Gatto del Cheshire di Lewis Carroll. Ratti e stregatti, insomma. Adotterò pregiudiziali e faziosi criteri per vagliare proposte di traduzioni, anche nei casi di lingue totalmente sconosciute come russo, coreano o giapponese (insomma, mi baserò su un traballante concetto di fiducia). Il gatto qui sopra è un particolare del dipinto "San Girolamo nello studio" di Antonello da Messina. Al di là delle molteplici simbologie e caratterizzazioni dei gatti, da Antonello a Carroll (Dante non è tornato utile stavolta perché un po' li snobba), qui proviamo a stregarvi con nuove traduzioni facendo le fusa. L'augurio è incoraggiare la traduzione poetica che un po' latita, anche nelle generazioni più giovani, e che qualche stregatto un giorno possa precipitare altrove, anche in un libro se capita.

La traduzione di Cristina Babino della poesia Maiden in the Map (1610) di Jonathan Morley 


Ragazza sulla mappa (1610)

Ecco il posto. Resta fermo. Non è difficile trovarla:
Speed ha steso un merletto di vicoli
sulle curve amazzoniche della mia amante, che si rigira nel risveglio.
Le gambe incrociate a White Fryers,
i fianchi riposano sul Grayfriars Gate
e il muro di Gosford Streete le
allunga una mano sul culo; allenta
il nodo di pelle di Fleete Streete
legando un seno a una collana di fiumi
dice che la chiesa di St Michael è il suo ombelico
ma una Scuola le si ammassa sul cuore –
e si stende sotto di me sulla coperta dei prati Chilesmore
e io ho le vertigini come il coglitore di salicornia appeso
col cestino a una scogliera di gesso, il folio non ancora stampato.
 




Maiden in the Map (1610)

Here’s the place. Stand still. She is not hard to find:
Speed has spread a lacework of lanes
over the Amazon curves of my lover, who turns on waking.
Her legs are crossed at White Fryers,
her hip rests on Grayfriars Gate
and the wall at Gosford Streete runs
a hand along her ass; she slackens
Fleete Streete’s leather bond
strapping one breast to a necklace of rivers
saying St Michael’s is her navel
but a School throngs at her heart ―
and reclines below me on a throw of the Chilesmore meadows
where I am dizzy as the samphire gatherer hanging
with basket to a chalk cliff, the folio not yet printed. 

Nota alla traduzione:

John Speed, cartografo del XVII secolo, fu autore della prima mappa di Coventry, sulla quale sono riportati tutti i luoghi citati nella poesia. La mappa si può vedere qui.
«This is the place. Stand still.» è una citazione da Shakespeare, così come il riferimento al «samphire gatherer» («Half-way down / Hangs one that gathers samphire; dreadful trade!»), entrambi in King Lear, atto 4, scena 6. Il «folio» a cui si allude è il First Folio di Shakespeare.

Su Atelier, qui, altri inediti di Jonathan Morley nella traduzione di Cristina Babino.

Jonathan Morley (1979) è Programme Director presso il Writers' Centre di Norwich. Ha ottenuto il PhD all'Università di Warwick con uno studio sull'influenza di T.S. Eliot sulla letteratura caraibica. Nel 2002 ha fondato e diretto la casa editrice Heaventree Press. Ha insegnato letteratura e scrittura creativa presso le università di Coventry e Warwick. Suoi saggi sono inclusi in "The Oxford Companion to Black British History" e ha curato la pubblicazione di opere di numerosi scrittori caraibici. La sua opera poetica, premiata nel 2006 con il Eric Gregory Award e dalla Ink Sweat & Tears Commission, è inclusa, tra gli altri, nei volumi "The Allotment" (Stride) e "Voice Recognition" (Bloodaxe). Ha diretto e prodotto spettacoli teatrali, concerti e rassegne artistiche per il The Drum Arts Centre di Birmingham e ha partecipato a festival di poesia in tutto il mondo, come performer solista e come componente del trio jazz Morley Hayden Haines.

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