domenica 8 novembre 2015

da "Gasoline" di Gregory Corso

Una poesia da #56

Dei giovani Corso e Ginsberg
Nel giugno di quest'anno, per la traduzione di Damiano Abeni, è uscito Gasoline di Gregory Corso (Minimum Fax, pp. 251, euro 12,50). Il libro porta la prefazione di Fernanda Pivano e un'introduzione di Allen Ginsberg, presente anche nella foto a lato (una foto che potrebbe aver ispirato la copertina del disco Songs from the Big Chair dei Tears for Fears). Il titolo di quest'opera uscita la prima volta nel 1958 per la City Lights di San Francisco non è stato tradotto. Guanda invece l'aveva pubblicata nel 1969, nella traduzione di Gianni Menarini, col titolo di Benzina, curiosamente seguito, nell'edizione tascabile TEA, da un (Gasoline), come a suggellare un'incertezza di fondo sulla titolazione da scegliere, o forse per ribadire un principio di intraducibilità che sta tra il pop e il beat. Eppure la traduzione esiste! Il poeta sepolto a Roma nel cimitero acattolico vicino all'adorato Shelley fu davvero il picco di quella generation? Probabile. Da qualche tempo ho l'impressione che nel complesso tutta quella generazione sia stata sopravvalutata ma è un'impressione che si fa meno acuta con Corso. Sicuramente il cupio dissolvi che hanno sparpagliato coi loro passi nel mondo è servito alle loro opere e a correggere l'autopercezione che la letteratura aveva sulla faccia della terra. Da un bel po' di tempo però c'è il rischio di farne solo una icona isterilita. Non è un problema loro, naturalmente, bensì un problema di chi tende a soffermarsi più sugli eccessi e stravaganze delle loro biografie che su quello che hanno effettivamente scritto.  Allora ecco Corso, con un testo che mi piace proprio e che mi pare sensato leggere ogni volta che si parla e ci si riferisce alla fantomatica poesia. Qui trovate invece un ulteriore assaggio del libro.



VENTICINQUENNE

Con un amore un andare pazzo per Shelley
Chatterton    Rimbaud
e il bisognoso latrare della mia giovinezza
                è passato di orecchio in orecchio:
       DETESTO I VECCHI POETANTI!
In particolare i vecchi poetanti che ritrattano
che consultano altri vecchi poetanti
che parlano della propria gioventù in sussurri,
e dicono: «'Ste cose le ho fatte tempo fa»
                  ma era tanto tempo fa
                  era tanto tempo fa»
O li vorrei tranquillizzare questi vecchi
dicendo loro: «Io vi sono amico
                          ciò che siete stati, grazie a me
                          sarete di nuovo»
Poi la notte nel segreto delle loro case
estirpo le lingue piene di scuse
                          e rubo le loro poesie.


I AM 25


With a love a madness for Shelley
Chatterton    Rimbaud
and the needy-yap of my youth
                    has gone from ear to ear:
        I HATE OLD POETMEN!
Especially old poetmen who retract
who consult other old poetmen
who speak their youth in whispers,
saying:--I did those then
                that was then
                that was then--
O I would quiet old men
say to them:--I am your friend
                         what you once were, thru me
                         you'll be again--
Then at night in the confidence of their homes
rip out their apology-tongues
                         and steal their poems. 

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