giovedì 5 ottobre 2017

New York come archivio della rimozione. "Vita" di Melania Mazzucco e l'epopea dell'emigrazione italiana. Uno scritto di Franco Baldasso

Di seguito si può leggere un passo di uno scritto di Franco Baldasso pubblicato in "Scritture migranti" 3 (2009). L'oggetto del contributo è il romanzo Vita di Melania Gaia Mazzucco, uscito nel 2003 per Rizzoli e ora in catalogo Einaudi, come molte altre opere dell'autrice. Rinvio alla fine del post per la lettura completa dell'articolo.


Melania Gaia Mazzucco
Pubblicato nel 2003 e subito accolto con favore da pubblico e critica vincendo fra l’altro il prestigioso Premio Strega, il romanzo Vita di Melania Mazzucco, è probabilmente il più interessante dei tentativi di integrare la memoria dell’emigrazione come parte costitutiva della narrazione della storia nazionale italiana. Il romanzo è infatti uscito proprio nel momento di più forte crisi dell’identità nazionale dovuta all’aprirsi di una vera e propria immigrazione di massa in Italia. Ma aldilà dell’attualità politica, Vita recupera la memoria dell’emigrazione italiana coniugando nella propria narrazione storia (trans)nazionale e memoria privata, attraverso «l’unica istituzione nazionale che gli italiani riconoscano»: la famiglia, come la stessa autrice rivela in un’intervista. 

Il risultato, come in svariate costruzioni artistiche contemporanee, è il tentativo di realizzare un contro-archivio e un contro-monumento in grado di sfidare la memoria cristallizzata, in questo caso dell’emigrazione italiana, e arrivare ad una conoscenza alternativa. Una conoscenza capace di integrare la memoria dell’emigrazione nella nostra narrazione storica, allargandola nel confronto con l’archivio transnazionale per eccellenza, quello costituito dalla città di New York, teatro e contro-epica dell'emigrazione italiana. [Per leggere l'intero scritto su academia.edu clicca qui oppure scarica direttamente il file da questo link]



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