martedì 31 ottobre 2017

"Scatola sonora" di Alberto Savinio: la musica al suo primitivo significato di "moys", di acqua

Musicali pretesti #15

Di tanto in tanto, una notizia su un libro e un brano da ascoltare, al libro collegato.


A rammentarci lo spessore della critica musicale di Alberto Savinio giunge un libro considerevole come Scatola sonora (Il Saggiatore, pp. 600, euro 44, a cura di Francesco Lombardi, con un saggio di Mila De Santis). Considerevole per lo spettro di contenuti, nomi, situazioni affrontate, ma anche per l'ampiezza della trattazione. È un libro che si può consultare con incursioni brevi, discontinue e rabdomantiche e non necessariamente leggere "tutto d'un fiato" (gli editori ci vorrebbero tutti campioni di apnea e di velocità, salvo poi spesso propinarci libri sul valore della lentezza). Si sa, parlare e scrivere della musica è una delle attività più difficili. Basti oggi prendere in mano una qualsiasi rivista musicale alla rubrica recensioni e si scoprirà come pochissime siano le penne capaci di dire qualcosa di un disco o di una esibizione dal vivo. Non credo sarebbe difficile inventare - e forse qualcuno ci ha già pensato - un word processor mixer e frullatore che, programmato con un po' di ingredienti, sappia restituire una recensione già bella e confezionata, pronta a comparire nel grande "recensionificio" del discorso musicale (per contro, se vi capita e se vi interessa, riflettete invece su come la recensione sia quasi del tutto scomparsa dall'ambito dei libri di poesia). Molto più semplice provare a restituire qualcosa su un libro letto che su un disco ascoltato, almeno così mi pare. Parlare e scrivere di musica resta un'attività faticosissima e inavvicinabile ai più. Servono conoscenze plurime, intuito e intelligenza in pari grado, umiltà non finta, persino una certa dose di irriverenza. Il libro che la casa editrice Il Saggiatore propone raccoglie gli scritti a tema musicale che Savinio scrisse per diverse testate in un quarto di secolo circa, tra gli anni Venti e il secondo dopoguerra. Ecco un passaggio che restituisce almeno parzialmente la temperatura della sua scrittura e del suo stile, i veri ingredienti stupefacenti di questa lettura:
Torniamo alle Stagioni di Domenico Scarlatti. Il clavicembalo, che ogni tanto rimaneva solo per accompagnare i recitativi dell’estate o dell’inverno, dell’autunno o della primavera, ha per sua natura una voce di zanzara; a maggior ragione dunque, quando la falange macedone dell’orchestra tornava a rovesciarsi sul povero clavicembalo, noi spettatori pietosi ma inermi pensavamo agli effetti micidiali del “flit”.
Savinio cala spesso le giuste domande e saper porre le domande non è questione da poco. Significa saper porsi in un flusso che ci preesiste e che continuerà dopo noi. Ci è particolarmente chiaro in un passaggio come questo:
Nel maggio scorso sentii un concerto sinfonico alla Scala diretto da Erich Kleiber. Nel programma alcuni frammenti del Wozzeck di Alban Berg. Applausi scarsi alla fine e molti zittii. Io allora mi domandai: «E possibile una politica estera se si zittisce il Wozzeck?».
Pagine utili sono dedicate a Dallapiccola ("musico cartesiano") e ricca è la trattazione su Debussy, Stravinsky, Richard Strauss, Rossini, Tullio Serafin (il primo a dirigere Wozzeck di Berg in Italia nel 1942), Verdi, Wagner. Uno dei periodi su cui Savinio sembra più a suo agio e più in forma smagliante è il secondo Settecento. Pagine sicure e tese sono anche quelle su Goffredo Petrassi, il pretesto musicale di oggi, con il suo Coro di morti (parlando della sua musica Savinio nota che "egli la scrive sulla calce fresca, come si dipingono gli affreschi"):
"Goffredo Petrassi ha il doppio merito di aver scritto Coro di morti e di non averlo scritto per il teatro. L’avventura teatrale nella quale questo “madrigale” viene a trovarsi implicato non solo non gli giova ma nuoce pure a quel che di leopardianamente ispirato c'è in esso meno nelle parti corali a dir vero che in quelle puramente sinfoniche come nel gran movimento fugato del centro e nella gelida sonorità delle battute finali."


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