mercoledì 28 febbraio 2018

Lionello Fiumi e i suoi "Chiaroscuri di guerra"

Leggere una grande guerra #26


Succede che sia una persona conosciuta tanti anni fa, Hideyuki Doi, di nazionalità giapponese e in Italia per motivi di studio e insegnamento, a parlarti per la prima volta di Lionello Fiumi (Rovereto 1894 - Verona 1973). Il la sono le sue raccolte di poesia dai titoli sdruccioli (Polline del 1914 che trovate quiMùssole del 1920). Succede poi che scopri che Fiumi è autore di una monografia su Corrado Govoni che ti interesserebbe almeno sfogliare (e lo si può fare sempre su archive.org, qui) o di un articolo sul poeta belga Émile Verhaeren che parimenti ti piacerebbe leggere. E succede infine che scopri che Scripta, editore di Verona, città di Fiumi - che però visse anche a Parigi dal 1925 al 1940-, abbia da poco pubblicato un volume dal titolo Chiaroscuri di guerra (pp. 96, euro 10, a cura di Agostino Contò) che raggruppa alcuni degli scritti di natura giornalistica pubblicati da Fiumi dopo l'entrata in guerra dell'Italia. Fiumi, nato nell'irredenta Rovereto e esonerato dalla leva, fu osservatore scrupoloso e inviato "stanziale" nella sua Verona. La città fu un punto d'osservazione interessante delle immediate retrovie del fronte, così come altre città del Veneto, prima e dopo lo spartiacque di Caporetto e del Piave. Qui avveniva l'ammassamento, qui frequenti transiti. Fiumi fu, tra altre cose, organizzatore di una curiosa biblioteca degli scrittori, grazie alla quale funzionavano i prestiti di libri per i soldati diretti al fronte.


Verona - Ospedale militare principale - Ingresso
Gli scritti radunati nel volume dell'editore veronese e curati da Agostino Contò rappresentano un punto di vista finora poco frequentato sui movimenti di quegli anni. L'operazione è possibile grazie all'attività gravitante sulla Biblioteca Civica di Verona e sul fondo Lionello Fiumi istituito nel 1976 per volontà della vedova dello scrittore, Beatrice Magnani (qui il rinvio al fondo con il bel catalogo, facilmente consultabile). Colpisce, ed è già evidente da questi scritti, la rete di contatti di Fiumi, nazionali e poi anche internazionali. Lionello Fiumi è autore e divulgatore, facilitatore e talvolta ponte, traduce molto, si prodiga per far conoscere i poeti italiani all'estero, fonda la sede francese della "Dante Alighieri", lui stesso compare in una antologia di poesia mondiale giapponese (Sisakù, Tokio 1936, unico italiano con D'Annunzio), mentre per Carabba cura assieme allo scrittore Kuni Matsuo il libro Poeti giapponesi d'oggi (quanta fatica oggi a ritrovare simili pubblicazioni!). Del 1934, tanto per dirne un'altra, è un sorprendente Supervielle, il poeta della relatività (e oggi di Jules Supervielle non si parla neanche più, mi pare). Gli scritti di area veronese dedicati al clima di guerra qui radunati rappresentano allora sia una specola inedita sugli anni del conflitto, sia un cancello d'entrata alla proteiforme carriera giornalistica e scrittoria che seguì. Tra le varie iniziative infatti, dopo la guerra, Fiumi fondò e diresse il "Gazzettino illustrato". Chiaramente qui il punto di vista è quello di chi alla guerra non partecipa, ma questo non toglie che anche questa visuale possa includere diversi barbagli di interesse. 

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