Succede che sia una persona conosciuta tanti anni fa, Hideyuki Doi, di nazionalità giapponese e in Italia per motivi di studio e insegnamento, a parlarti per la prima volta di Lionello Fiumi (Rovereto 1894 - Verona 1973). Il la sono le sue raccolte di poesia dai titoli sdruccioli (Polline del 1914 che trovate qui o Mùssole del 1920). Succede poi che scopri che Fiumi è autore di una monografia su Corrado Govoni che ti interesserebbe almeno sfogliare (e lo si può fare sempre su archive.org, qui) o di un articolo sul poeta belga Émile Verhaeren che parimenti ti piacerebbe leggere. E succede infine che scopri che Scripta, editore di Verona, città di Fiumi - che però visse anche a Parigi dal 1925 al 1940-, abbia da poco pubblicato un volume dal titolo Chiaroscuri di guerra (pp. 96, euro 10, a cura di Agostino Contò) che raggruppa alcuni degli scritti di natura giornalistica pubblicati da Fiumi dopo l'entrata in guerra dell'Italia. Fiumi, nato nell'irredenta Rovereto e esonerato dalla leva, fu osservatore scrupoloso e inviato "stanziale" nella sua Verona. La città fu un punto d'osservazione interessante delle immediate retrovie del fronte, così come altre città del Veneto, prima e dopo lo spartiacque di Caporetto e del Piave. Qui avveniva l'ammassamento, qui frequenti transiti. Fiumi fu, tra altre cose, organizzatore di una curiosa biblioteca degli scrittori, grazie alla quale funzionavano i prestiti di libri per i soldati diretti al fronte.
Verona - Ospedale militare principale - Ingresso |
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