A Treviso interverranno Franco Baldasso (Bard College, New York), Francesco Bortolotto, Eleonora Fuochi e Federica Parodi (Università di Bologna).
«Sistema periodico: il secolo
interminabile delle riviste» vuole essere anzitutto un volume di passaggio. Esso non ha la pretesa di
porsi come meta conclusiva della ricerca e dello studio, ma di diventare un
utile compagno di viaggio, una lettura in
itinere dell’evoluzione del sistema-rivista nel corso del Novecento.
Vorrebbe altresì farsi passaggio: da
un lungo lavoro compiuto a uno ancora da stabilire e svolgere, proiettato, noi
speriamo, in un futuro prossimo. Il progetto Sistema periodico nasce nel 2016 su iniziativa di un ristretto
gruppo di studenti, alcuni dei quali sono ora i curatori di questo volume. In
origine esso voleva proporsi come spazio di confronto e condivisione
all’interno dell’Università di Bologna. L’auspicio era quello di predisporre
una piattaforma di dialogo organizzata, gestita e rivolta da e per gli
studenti; uno spazio laboratoriale in cui ascoltare chi sulla materia aveva
speso gran parte della propria vita e poter cimentare i nostri strumenti ancora
in corso di formazione, poter in qualche modo contribuire alle dinamiche
critiche e convogliare l’entusiasmo degli studenti che ogni giorno vivevamo in
prima persona. Fu così che nell’ottobre di quell’anno si decise di proporre
l’idea a Stefano Colangelo, il quale non solo l’accolse con entusiasmo, ma consentì anche
di dare forma concreta al progetto. Grazie alla sua mediazione, e con l’approvazione
del dipartimento di Italianistica, siamo giunti alla creazione di un vero e
proprio laboratorio didattico, inserito a tutti gli effetti nel curriculum della laurea magistrale di
Italianistica e Scienze Linguistiche.
Una volta realizzata la possibilità
di strutturare un progetto che partisse dagli studenti, ma che riuscisse
parimenti a coinvolgere nella riflessione esperti e accademici, reputammo
essenziale scegliere un tema che fosse utile al nostro percorso di studi e, al
contempo, lasciato ai margini dei tradizionali programmi universitari. Si
decise di indirizzare il progetto verso una trattazione sistematica delle
riviste letterarie del Novecento italiano.
La scelta nacque alla luce di
alcune considerazioni: ci accorgemmo innanzitutto che le riviste costituiscono
uno degli strumenti di raccordo ineludibili per comprendere i passaggi più
importanti della storia del XX secolo. Poi, sempre con quest’ottica
retrospettiva e appassionata, fummo presi anche da un poco di malinconia: noi
quelle riviste – ossia lo strumento per leggere la storia che si stava
scrivendo – non le abbiamo potute leggere. Infine constatammo che,
probabilmente, senza le riviste molti degli autori che leggiamo e amiamo non li
avremmo mai conosciuti. Ma c’è una ulteriore, forse più cogente, motivazione.
Studiando e discutendo ci parse spesso che in alcune semplificazioni la
letteratura fosse vista come una concatenazione di fatti, opere, date, autori,
correlati certo tra loro, ma ognuno impegnato a portare avanti il proprio discorso.
Sappiamo bene che non è così e che la letteratura è qualcosa molto più
complesso e intrigante. Guardando alle riviste ci sembrò che potessero
costituire l’emblema di una letteratura che non procede per soliloqui, una
letteratura come processo inesauribile che si costituisce come fatto sociale e
antropologico, che quindi si affianca all’uomo nel suo continuo mutare.
Tra le varie denominazioni che il
secolo appena passato si è guadagnato nel suo breve, eppure intenso e
indelebile passaggio, ce n’è una che fa il caso nostro: Novecento, “il secolo
delle riviste”. Novecento e riviste: come se l’uno si rispecchiasse nell’altro,
o come in un rapporto di causa-effetto (decidete voi quale sia la causa e quale
l’effetto). Due fenomeni, insomma, che coesistono, che coabitano e che proprio
in virtù di questa convivenza iniziano a somigliarsi. Da qui il titolo –
proposto inizialmente da Stefano Colangelo come un richiamo citazionistico in riferimento a Primo Levi
– assunse progressivamente una forza evocativa cui non siamo riusciti a
rinunciare. L’intento è quello di indagare un meccanismo che pone a sistema i periodici letterari a partire
dalla seconda metà del Novecento (con le dovute retrospettive alla prima parte
del secolo) per arrivare a discutere sulle questioni contemporanee inerenti al
ruolo della rivista, all’avvento di internet e alla produzione letteraria –
specialmente poetica – entro il nuovo contesto che a partire dagli anni Duemila
sta prendendo forma. Un vero e proprio Sistema
periodico, dunque. Quasi a indicare che il cambio di episteme auspicato
dall’avvento del post-modernismo continui a essere rimandato in favore di una
protuberanza sempre più lunga del Novecento, per via delle indubbie
caratteristiche di continuità.
Nel tentativo di fornire delle
coordinate per orientarsi entro questo “secolo interminabile” abbiamo ritenuto
necessario organizzare il materiale rimanendo fedeli all’evoluzione
cronologica, cercando al contempo di tessere un discorso proiettato alla
situazione odierna. Il lavoro prova a rispondere ad alcuni quesiti fondanti,
partendo dallo strumento rivista (inteso alla maniera novecentesca), e
coinvolgendo questioni riguardanti la produzione poetico-letteraria e la sua
diffusione in relazione ai nuovi contesti che si stanno costituendo.
Naturalmente una trattazione completa dell’argomento avrebbe richiesto uno
spazio decisamente più ampio e un lavoro differente, ma è nostra convinzione
che porre in essere la problematizzazione di tale discorso significhi gettare
le fondamenta affinché si sviluppino riflessioni di più lungo corso. La scelta
è stata dunque quella di suddividere il volume in cinque parti: la prima è
un’introduzione allo strumento rivista che caratterizzò il secolo scorso; la
seconda una retrospettiva storica rispetto alle riviste del primo Novecento; la
terza, più approfondita perché ci consente di entrare nel merito del discorso
sulla contemporaneità, è costituito da otto approfondimenti su alcune delle
riviste del secondo Novecento, le quali ci sono parse più significative per
descrivere il peso che la rivista ha avuto sul piano storico-letterario. Con la
quarta parte si apre il discorso sulla produzione poetica contemporanea in
relazione agli spazi e alle forme – dunque al contesto in cui si situa – a
partire dal nuovo millennio, mantenendo sempre al centro l’ormai labile
strumento rivista (il discorso sulla poesia si chiude con una tavola rotonda
tra Vincenzo Frungillo, Gianluca Rizzo e Ivan Schiavone, poeti tra loro molto
diversi ma che condividono uno sguardo per certi versi comune); la quinta parte
è il tentativo di avviare alcune riflessioni riguardo allo sviluppo delle
riviste e della letteratura a seguito dell’avvento di internet, chiamando in
causa, in ultimo, la voce di alcune
delle riviste più interessanti in attività.
Unica avvertenza che ci sentiamo in
dovere di fare è la seguente: il presente studio non ha lo scopo di proporsi
come fonte esauriente ed esaustiva dell’argomento, ma come insieme composito di
approfondimenti. Consigliamo dunque di utilizzare il volume come strumento di
accompagnamento alla lettura e allo studio delle riviste. Questo significa,
dunque, che la lettura dei saggi non sostituisce quella dei periodici, ma la
supporta e la fortifica. La raccomandazione è quella di cercare le riviste, prenderle
in mano, sfogliarle, scoprire la loro materialità, assieme alla stupefacente
storia di cui sono portatrici.
[...]
Franco Baldasso è direttore delll'Italian Program di Bard College, NY, dove è Assistant Professor di Italian Studies. Nella sua ricerca esamina la complessa relazione tra Fascismo e Modernismo, l'eredità della violenza politica in Italia e l'idea del Mediterraneo nell'estetica moderna e contemporanea. Ha scritto il libro Il cerchio di gesso. Primo Levi narratore e testimone (Pendragon, 2007) ed è co-editore della pubblicazione di Nemla-Italian Studies intitolata “Italy in WWII and the Transition to Democracy: Memory, Fiction, Histories.” Sta lavorando a un libro titolato provvisoriamente “Against Redemption: Literary Dissent during the Transition from Fascism to Democracy in Italy.” Scrive per il sito publicbooks.org ed è membro della redazione della rivista "Allegoria" e fa parte del comitato scientifico dell'Archivio della Memoria della Grande Guerra del Centro Studi sulla Grande Guerra "P. Pieri" di Vittorio Veneto.
Francesco Bortolotto è autore del
paragrafo 3.d («Caro Vitt»: Leonetti
racconta il «Menabò»), co-autore del paragrafo 3.i (Una crepa nel sistema: dalla crisi di Quindici alla ricostruzione di
Alfabeta), curatore del paragrafi 3.f (Paradossale
classicismo: «Botteghe Oscure» e «Paragone Letteratura») e 3.g (Marcatré).
Eleonora Fuochi è co-autrice del paragrafo 5.b (Cultural studies: un problema di politica culturale), curatrice dei paragrafi 2.b (Le riviste sotto il regime fascista), 3.e (il verri), 3.h (Ciclostilati in proprio: la critica dei Quaderni piacentini), 4.c (La (forma) rivista come forma della ricerca) e 5.c (La voce delle riviste).
Davide Paone è co-autore del paragrafo 3.i (Una crepa nel sistema: dalla crisi di Quindici alla ricostruzione di Alfabeta), curatore dei paragrafi 1 (Percorsi tra le riviste del Novecento), 3.a (Le riviste del secondo Novecento), 3.c (Uno sguardo al Politecnico), 4.a (Lo spazio della poesia e la rete), 4.b (Di forme e formati. Appunti sui modi di presenza della poesia contemporanea) e le parti di Vincenzo Frungillo e Ivan Schiavone del paragrafo 4.d (La voce dei poeti: il contesto, la poesia, la rivista).
Federica Parodi è co-autrice del paragrafo 5.a (Riflessioni sull’informazione digitale nella critica letteraria), curatrice dei paragrafi 2.a (Rinnovamento culturale e peso del passato. Lacerba e il futurismo) e della parte di Gianluca Rizzo del paragrafo 4.d (La voce dei poeti: il contesto, la poesia, la rivista).
Eleonora Fuochi è co-autrice del paragrafo 5.b (Cultural studies: un problema di politica culturale), curatrice dei paragrafi 2.b (Le riviste sotto il regime fascista), 3.e (il verri), 3.h (Ciclostilati in proprio: la critica dei Quaderni piacentini), 4.c (La (forma) rivista come forma della ricerca) e 5.c (La voce delle riviste).
Davide Paone è co-autore del paragrafo 3.i (Una crepa nel sistema: dalla crisi di Quindici alla ricostruzione di Alfabeta), curatore dei paragrafi 1 (Percorsi tra le riviste del Novecento), 3.a (Le riviste del secondo Novecento), 3.c (Uno sguardo al Politecnico), 4.a (Lo spazio della poesia e la rete), 4.b (Di forme e formati. Appunti sui modi di presenza della poesia contemporanea) e le parti di Vincenzo Frungillo e Ivan Schiavone del paragrafo 4.d (La voce dei poeti: il contesto, la poesia, la rivista).
Federica Parodi è co-autrice del paragrafo 5.a (Riflessioni sull’informazione digitale nella critica letteraria), curatrice dei paragrafi 2.a (Rinnovamento culturale e peso del passato. Lacerba e il futurismo) e della parte di Gianluca Rizzo del paragrafo 4.d (La voce dei poeti: il contesto, la poesia, la rivista).
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