mercoledì 27 giugno 2018

"Sistema periodico: il secolo interminabile delle riviste". Il secondo appuntamento con Origami. Altri usi della carta a Treviso

In vista della seconda serata della rassegna "Origami. Altri usi della carta" che si terrà a Treviso martedì 3 luglio 2018 negli spazi di Treviso Ricerca Arte (informazioni qui, evento Facebook qui) pubblichiamo di seguito l'introduzione al volume Sistema periodico: il secolo interminabile delle riviste (Pendragon, 2018) a cura di Francesco Bortolotto, Eleonora Fuochi, Davide Antonio Paone e Federica Parodi. 
A Treviso interverranno Franco Baldasso (Bard College, New York), Francesco Bortolotto, Eleonora Fuochi e Federica Parodi (Università di Bologna).


Introduzione

«Sistema periodico: il secolo interminabile delle riviste» vuole essere anzitutto un volume di passaggio. Esso non ha la pretesa di porsi come meta conclusiva della ricerca e dello studio, ma di diventare un utile compagno di viaggio, una lettura in itinere dell’evoluzione del sistema-rivista nel corso del Novecento. Vorrebbe altresì farsi passaggio: da un lungo lavoro compiuto a uno ancora da stabilire e svolgere, proiettato, noi speriamo, in un futuro prossimo. Il progetto Sistema periodico nasce nel 2016 su iniziativa di un ristretto gruppo di studenti, alcuni dei quali sono ora i curatori di questo volume. In origine esso voleva proporsi come spazio di confronto e condivisione all’interno dell’Università di Bologna. L’auspicio era quello di predisporre una piattaforma di dialogo organizzata, gestita e rivolta da e per gli studenti; uno spazio laboratoriale in cui ascoltare chi sulla materia aveva speso gran parte della propria vita e poter cimentare i nostri strumenti ancora in corso di formazione, poter in qualche modo contribuire alle dinamiche critiche e convogliare l’entusiasmo degli studenti che ogni giorno vivevamo in prima persona. Fu così che nell’ottobre di quell’anno si decise di proporre l’idea a Stefano Colangelo, il quale non solo l’accolse con entusiasmo, ma consentì anche di dare forma concreta al progetto. Grazie alla sua mediazione, e con l’approvazione del dipartimento di Italianistica, siamo giunti alla creazione di un vero e proprio laboratorio didattico, inserito a tutti gli effetti nel curriculum della laurea magistrale di Italianistica e Scienze Linguistiche.
Una volta realizzata la possibilità di strutturare un progetto che partisse dagli studenti, ma che riuscisse parimenti a coinvolgere nella riflessione esperti e accademici, reputammo essenziale scegliere un tema che fosse utile al nostro percorso di studi e, al contempo, lasciato ai margini dei tradizionali programmi universitari. Si decise di indirizzare il progetto verso una trattazione sistematica delle riviste letterarie del Novecento italiano.
La scelta nacque alla luce di alcune considerazioni: ci accorgemmo innanzitutto che le riviste costituiscono uno degli strumenti di raccordo ineludibili per comprendere i passaggi più importanti della storia del XX secolo. Poi, sempre con quest’ottica retrospettiva e appassionata, fummo presi anche da un poco di malinconia: noi quelle riviste – ossia lo strumento per leggere la storia che si stava scrivendo – non le abbiamo potute leggere. Infine constatammo che, probabilmente, senza le riviste molti degli autori che leggiamo e amiamo non li avremmo mai conosciuti. Ma c’è una ulteriore, forse più cogente, motivazione. Studiando e discutendo ci parse spesso che in alcune semplificazioni la letteratura fosse vista come una concatenazione di fatti, opere, date, autori, correlati certo tra loro, ma ognuno impegnato a portare avanti il proprio discorso. Sappiamo bene che non è così e che la letteratura è qualcosa molto più complesso e intrigante. Guardando alle riviste ci sembrò che potessero costituire l’emblema di una letteratura che non procede per soliloqui, una letteratura come processo inesauribile che si costituisce come fatto sociale e antropologico, che quindi si affianca all’uomo nel suo continuo mutare.
Tra le varie denominazioni che il secolo appena passato si è guadagnato nel suo breve, eppure intenso e indelebile passaggio, ce n’è una che fa il caso nostro: Novecento, “il secolo delle riviste”. Novecento e riviste: come se l’uno si rispecchiasse nell’altro, o come in un rapporto di causa-effetto (decidete voi quale sia la causa e quale l’effetto). Due fenomeni, insomma, che coesistono, che coabitano e che proprio in virtù di questa convivenza iniziano a somigliarsi. Da qui il titolo – proposto inizialmente da Stefano Colangelo come un richiamo citazionistico in riferimento a Primo Levi – assunse progressivamente una forza evocativa cui non siamo riusciti a rinunciare. L’intento è quello di indagare un meccanismo che pone a sistema i periodici letterari a partire dalla seconda metà del Novecento (con le dovute retrospettive alla prima parte del secolo) per arrivare a discutere sulle questioni contemporanee inerenti al ruolo della rivista, all’avvento di internet e alla produzione letteraria – specialmente poetica – entro il nuovo contesto che a partire dagli anni Duemila sta prendendo forma. Un vero e proprio Sistema periodico, dunque. Quasi a indicare che il cambio di episteme auspicato dall’avvento del post-modernismo continui a essere rimandato in favore di una protuberanza sempre più lunga del Novecento, per via delle indubbie caratteristiche di continuità.

Nel tentativo di fornire delle coordinate per orientarsi entro questo “secolo interminabile” abbiamo ritenuto necessario organizzare il materiale rimanendo fedeli all’evoluzione cronologica, cercando al contempo di tessere un discorso proiettato alla situazione odierna. Il lavoro prova a rispondere ad alcuni quesiti fondanti, partendo dallo strumento rivista (inteso alla maniera novecentesca), e coinvolgendo questioni riguardanti la produzione poetico-letteraria e la sua diffusione in relazione ai nuovi contesti che si stanno costituendo. Naturalmente una trattazione completa dell’argomento avrebbe richiesto uno spazio decisamente più ampio e un lavoro differente, ma è nostra convinzione che porre in essere la problematizzazione di tale discorso significhi gettare le fondamenta affinché si sviluppino riflessioni di più lungo corso. La scelta è stata dunque quella di suddividere il volume in cinque parti: la prima è un’introduzione allo strumento rivista che caratterizzò il secolo scorso; la seconda una retrospettiva storica rispetto alle riviste del primo Novecento; la terza, più approfondita perché ci consente di entrare nel merito del discorso sulla contemporaneità, è costituito da otto approfondimenti su alcune delle riviste del secondo Novecento, le quali ci sono parse più significative per descrivere il peso che la rivista ha avuto sul piano storico-letterario. Con la quarta parte si apre il discorso sulla produzione poetica contemporanea in relazione agli spazi e alle forme – dunque al contesto in cui si situa – a partire dal nuovo millennio, mantenendo sempre al centro l’ormai labile strumento rivista (il discorso sulla poesia si chiude con una tavola rotonda tra Vincenzo Frungillo, Gianluca Rizzo e Ivan Schiavone, poeti tra loro molto diversi ma che condividono uno sguardo per certi versi comune); la quinta parte è il tentativo di avviare alcune riflessioni riguardo allo sviluppo delle riviste e della letteratura a seguito dell’avvento di internet, chiamando in causa, in ultimo, la voce di alcune delle riviste più interessanti in attività.
Unica avvertenza che ci sentiamo in dovere di fare è la seguente: il presente studio non ha lo scopo di proporsi come fonte esauriente ed esaustiva dell’argomento, ma come insieme composito di approfondimenti. Consigliamo dunque di utilizzare il volume come strumento di accompagnamento alla lettura e allo studio delle riviste. Questo significa, dunque, che la lettura dei saggi non sostituisce quella dei periodici, ma la supporta e la fortifica. La raccomandazione è quella di cercare le riviste, prenderle in mano, sfogliarle, scoprire la loro materialità, assieme alla stupefacente storia di cui sono portatrici.

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Franco Baldasso è direttore delll'Italian Program di Bard College, NY, dove è Assistant Professor di Italian Studies. Nella sua ricerca esamina la complessa relazione tra Fascismo e Modernismo, l'eredità della violenza politica in Italia e l'idea del Mediterraneo nell'estetica moderna e contemporanea. Ha scritto il libro Il cerchio di gesso. Primo Levi narratore e testimone (Pendragon, 2007) ed è co-editore della pubblicazione di Nemla-Italian Studies intitolata “Italy in WWII and the Transition to Democracy: Memory, Fiction, Histories.” Sta lavorando a un libro titolato provvisoriamente “Against Redemption: Literary Dissent during the Transition from Fascism to Democracy in Italy.” Scrive per il sito publicbooks.org ed è membro della redazione della rivista "Allegoria" e fa parte del comitato scientifico dell'Archivio della Memoria della Grande Guerra del Centro Studi sulla Grande Guerra "P. Pieri" di Vittorio Veneto.

Francesco Bortolotto è autore del paragrafo 3.d («Caro Vitt»: Leonetti racconta il «Menabò»), co-autore del paragrafo 3.i (Una crepa nel sistema: dalla crisi di Quindici alla ricostruzione di Alfabeta), curatore del paragrafi 3.f (Paradossale classicismo: «Botteghe Oscure» e «Paragone Letteratura») e 3.g (Marcatré). 
Eleonora Fuochi è co-autrice del paragrafo 5.b (Cultural studies: un problema di politica culturale), curatrice dei paragrafi 2.b (Le riviste sotto il regime fascista), 3.e (il verri), 3.h (Ciclostilati in proprio: la critica dei Quaderni piacentini), 4.c (La (forma) rivista come forma della ricerca) e 5.c (La voce delle riviste). 
Davide Paone è co-autore del paragrafo 3.i (Una crepa nel sistema: dalla crisi di Quindici alla ricostruzione di Alfabeta), curatore dei paragrafi 1 (Percorsi tra le riviste del Novecento), 3.a (Le riviste del secondo Novecento), 3.c (Uno sguardo al Politecnico), 4.a (Lo spazio della poesia e la rete), 4.b (Di forme e formati. Appunti sui modi di presenza della poesia contemporanea) e le parti di Vincenzo Frungillo e Ivan Schiavone del paragrafo 4.d (La voce dei poeti: il contesto, la poesia, la rivista). 
Federica Parodi è co-autrice del paragrafo 5.a (Riflessioni sull’informazione digitale nella critica letteraria), curatrice dei paragrafi 2.a (Rinnovamento culturale e peso del passato. Lacerba e il futurismo) e della parte di Gianluca Rizzo del paragrafo 4.d (La voce dei poeti: il contesto, la poesia, la rivista).

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