Recensioni rapide #3
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"Recensioni rapide": due paragrafi fissi dove cerco di rispondere brevemente alle domande "che libro ho davanti?" e "perché vale la pena/non vale la pena avvicinarlo?" (solitamente resto su quelli che vale la pena).
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Ostap Karmodi è un giornalista russo che ha avuto la fortuna di intervistare il grande scrittore americano morto all'età di 46 anni nel 2008. Quest'intervista, ora edita da Terre di Mezzo (pp. 56, euro 5, traduzione di Sara Crimi), si dipana lungo il continuum tra arte e intrattenimento (mi verrebbe da chiedere: come parliamo di un autore come Simenon in questo continuum?), la situazione della letteratura americana, una certa ingenuità nella concezione della realtà da parte di tanta popolazione degli Stati Uniti. Ma l'interlocutore russo è per Wallace un'insolita spalla per avvicinare Tolstoj o Dostoevskij, più rapidamente Victor Pelevin, o per lasciare parlare il giornalista, in un gioco invertito e divertito in cui l'intervistatore diventa intervistato. Karmodi sa tenere un'intervista e sa rispondere quando intervistato...
Si tratta di un buon libretto per avvicinarsi a David Foster Wallace, se si è incuriositi dalla sua opera e se titoli come Infinite Jest, Una cosa divertente che non farò mai più o Brevi interviste con uomini schifosi non suonano nuovi, oppure un libretto perfetto per entrare in una dimensione interstiziale della sua riflessione se già vi siete avvicinati ai suoi libri. Quando ad esempio Wallace parla del lavoro di pittrice della moglie apre, nell'apparente tono dimesso della discussione, uno squarcio molto interessante, anche se poi non lo percorre fino in fondo. Vale la pena seguirlo quando racconta serenamente certe sue mancanze, del suo rapporto con le traduzioni, con i media e la percezione delle realtà locali del mondo rispetto al racconto dei media di oggi, dell'evoluzione morale. Forse trascurato dall'intervistatore il Wallace non meno interessante attratto dai sistemi formali, il matematico. Ma è anche questo un libro breve, come gli altri di cui si parla qui.
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