domenica 22 aprile 2012

Libri brevi, una nuova selezione

Librobreve in libreria #9


Le nuove 15 segnalazioni contengono più poesia del solito. Spero che questo fatto possa comunque interessare. Stanno uscendo libri di poesia interessanti negli ultimi tempi, di alcuni proprio non riesco a tenere traccia. Ma è di un saggio che voglio brevemente parlare in questo cappello introduttivo. Mi riferisco a La società della stanchezza del filosofo coreano Byung-Chul Han (operativo però a Karlsruhe) uscito per Nottetempo (pp. 88, euro 6). Dopo un'introduzione sul venire meno del "paradigma immunologico", Han fa partire la sua analisi della società bulimica, del multitasking, della stanchezza, della performance, della stanchezza neuronale quindi. Secondo Han la società del Ventesimo secolo si fondava ancora su un paradigma che, mutuando il Kuhn de La struttura delle rivoluzioni scientifiche, possiamo rappresentare intelaiato nelle contrapposizioni tra amico/nemico - ricordate anche Carl Schmitt? - interno/esterno, dentro/fuori (pensiamo a cosa rappresenta il "vaccino", l'introduzione del "nemico" in piccole dosi per scongiurarne pericolosi effetti in futuro). Il "confine" era un termine all'ordine del giorno, di primaria importanza. In geopolitica pensiamo a cosa furono, ad esempio, la Guerra fredda o la "cortina di ferro". Il nuovo paradigma che si insinua ora è questo al quale accennavamo sopra, dell'iperattività stancante, un paradigma dove vengono meno i dualismi della società immunologica (siamo bulimici, non temiamo il diverso, piuttosto "il diverso può dar fastidio"). A mio avviso si tratta di un argomento difficile, facile cadere nella sfera delle banalità. Invece l'analisi di Han registra qualcosa di importante. La cosa più devastante, a mio avviso, è il tramutare del "lavoro" in "prestazione". Necessitiamo di una profonda revisione della parola "lavoro". Molte sono le suggestioni che arrivano da questo libretto, da Walter Benjamin allo splendido Vita activa di Hannah Arendt, forse il suo lascito più importante, anche se criticato da Han.
















1. Idolo Hoxhvogli, Introduzione al mondo, Scepsi & Mattana
2. E. Motta, F. Pusterla, Colori in fuga, La Vita Felice
3. Antonella Anedda, Salva con nome, Mondadori
4. Antonella Bukovaz, al Limite, Le Lettere
5. Byung-Chul Han, La società della stanchezza, Nottetempo
6. Guglielo Petroni, Il nome delle parole, Sellerio
7. Thomas Bernhard, Al limite boschivo, Guanda
8. Thomas Bernhard, , Guanda
9. Søren Kierkegaard, Il giglio nel campo e l'uccello nel cielo, Donzelli
10. Cristina Alziati, Come non piangenti, Marcos y Marcos
11. Virginia Woolf, Sul cinema, Mimesis
12. Walter Benjamin, Tesi di filosofia della storia, Mimesis
13. Cesare Viviani, Infinita fine, Einaudi
14. Max Frisch, L'uomo nell'olocene, Einaudi
15. Luca Della Robbia, La condanna a morte di Pietro Paolo Boscoli, Quodlibet

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