Una poesia da
#3
Guido Mazzoni
è nato del 1967 e prima di arrivare alla poesia ha pubblicato i saggi Forma e solitudine (per Marcos y Marcos,
nel 1992) e il più diffuso Sulla poesia moderna (per il Mulino, nel 2005). A dire il vero un'importante comparsa della sua poesia si trova nell'antologia Poesia contemporanea. Terzo quaderno italiano (all'epoca edito da Guerini e non da Marcos y Marcos, per la cura di Franco Buffoni, 1992). Sicuramente
è uno dei critici e docenti più importanti che abbiamo in Italia, anche se il
suo percorso l’ha condotto spesso all’estero (Parigi, Londra, Chicago). I mondi è un libro sorprendente. Mi era sfuggito al momento dell’uscita, eppure credo di prestare una discreta
attenzione alle novità di poesia. Ma in forza dell’adagio che vuole la poesia
sempre inedita o comunque sempre nuova e contemporanea, come tutta l’arte, ne
parlo ora, proponendovi un paio di brevi testi. Il libro (Donzelli, pp. 66,
euro 13) contiene anche diverse prose poetiche (qual è il nome corretto?) che
stanno magnificamente assieme alle poesie. Per questo motivo propongo un
esempio di entrambe le tipologie testuali.
L’idea di
essere vivo
Era l’idea di
essere vivo fra le piante,
fra i mobili
nuovi che avevano comprato,
era la gioia
di vedere le proprie cose, come il giardino
col muschio
sul muro divisorio, la magnolia e sopra,
oltre le
tegole, le macchie delle rondini,
le masse dei
viventi nel cielo.
Gli alberi
Gli alberi
nella radura che ti accoglie forando il sottobosco chiedono una forma di
attenzione, si piegano per essere ascoltati. Ti sono venuti incontro attraverso
la penombra e ora sono qui. Significano la felicità di essere qualcosa, lo
stupore di abitare il presente insieme a queste foglie, alle loro venature,
alle società di insetti che scavano la terra per prolungare la vita, la stessa
che ti percorre, leggera e irreversibile.
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