domenica 15 aprile 2012

da "I mondi" di Guido Mazzoni


Una poesia da #3












Guido Mazzoni è nato del 1967 e prima di arrivare alla poesia ha pubblicato i saggi Forma e solitudine (per Marcos y Marcos, nel 1992) e il più diffuso Sulla poesia moderna (per il Mulino, nel 2005). A dire il vero un'importante comparsa della sua poesia si trova nell'antologia Poesia contemporanea. Terzo quaderno italiano (all'epoca edito da Guerini e non da Marcos y Marcos, per la cura di Franco Buffoni, 1992). Sicuramente è uno dei critici e docenti più importanti che abbiamo in Italia, anche se il suo percorso l’ha condotto spesso all’estero (Parigi, Londra, Chicago). I mondi è un libro sorprendente. Mi era sfuggito al momento dell’uscita, eppure credo di prestare una discreta attenzione alle novità di poesia. Ma in forza dell’adagio che vuole la poesia sempre inedita o comunque sempre nuova e contemporanea, come tutta l’arte, ne parlo ora, proponendovi un paio di brevi testi. Il libro (Donzelli, pp. 66, euro 13) contiene anche diverse prose poetiche (qual è il nome corretto?) che stanno magnificamente assieme alle poesie. Per questo motivo propongo un esempio di entrambe le tipologie testuali.













L’idea di essere vivo


Era l’idea di essere vivo fra le piante,
fra i mobili nuovi che avevano comprato,
era la gioia di vedere le proprie cose, come il giardino
col muschio sul muro divisorio, la magnolia e sopra,
oltre le tegole, le macchie delle rondini,
le masse dei viventi nel cielo.



Gli alberi


Gli alberi nella radura che ti accoglie forando il sottobosco chiedono una forma di attenzione, si piegano per essere ascoltati. Ti sono venuti incontro attraverso la penombra e ora sono qui. Significano la felicità di essere qualcosa, lo stupore di abitare il presente insieme a queste foglie, alle loro venature, alle società di insetti che scavano la terra per prolungare la vita, la stessa che ti percorre, leggera e irreversibile.

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