Giovedì 13 dicembre 2012
Osteria da Filo, Venezia, h. 19:00
Presentazione e reading di Roberto Cescon
Alla tromba: Duccio De Rossi
info: portalepoesie@gmail.com
Roberto Cescon è nato nel 1978 a Pordenone, dove vive e insegna. Ha pubblicato “Vicinolontano” (Campanotto, 2000) e il saggio “Il polittico della memoria. Aspetti macrotestuali sulla poesia di Franco Buffoni” (Pieraldo, 2005). Partecipa come organizzatore a Pordenonelegge.it e alla festa di poesia di Pordenone. Suoi racconti sono apparsi nell’antologia “Scontrini” (Baldini&Castoldi, 2004), nella rivista “Tina” e su www.ombelicale.it. Il suo volume edito da Samuele Editore nel 2010, “La gravità della soglia” (collana Scilla n°8), è prefato da Maurizio Cucchi e recensito per il Corriere della Sera da Ottavio Rossani.
Due poesie di Roberto Cescon (uscite su "Atelier")
LA DIREZIONE DELLE COSE
La mano sulla sveglia ferma la notte
nel tempo che ancora ci prendiamo.
La tapparella taglia i contorni.
L’acqua nel termosifone è l’inizio
del giorno, le cose da fare.
Se dico ciabatte, armadio, servomuto,
so come arrivare alla porta.
La direzione delle cose è nelle parole
che dico, ma esiste prima.
Quando ci colpisce, cerchiamo parole
per dirla, ma spesso non bastano.
Forse nel buio le cose
hanno una loro intelligenza
perché sono più di quello che siamo.
AMARO CON GHIACCIO
Vorrei invecchiare con questa tavolata
sabato in pizzeria, perché
siamo come sulla stessa autostrada,
ci fermiamo in autogrill diversi,
prendiamo le stesse cose, a volte no.
Non mi occorrono altre persone,
perché conoscersi è annusarsi
per non graffiarsi subito.
Parliamo di calcio, stipendi, colleghi,
dove mangiare la prossima volta,
la politica se siamo d’accordo.
Certi discorsi ormai si ripetono
perché guardiamo gli stessi tg.
Si ricordano gli anni dalle merendine
o dai cartoni, a volte esagerando.
Ognuno tiene le altre cose per sé.
Nelle loro vite c’è la direzione della mia.
Siamo diventati i mocassini
e il bagagliaio capiente
per il passeggino della Stokke.
Qualcuno vuol fare l’orto,
però non le vacanze in agenzia.
Nessuno dice mai cosa sta leggendo.
Nessuno dice cos’è fare l’orto
da quando tuo padre non fa più l’orto.
L’amaro col ghiaccio è per allungare
il tempo, abituarsi alla nostalgia.
Poi tutti salgono sull’auto che hanno.
Verso casa i commenti concludono
che in fondo noi siamo meglio degli altri.
Ottima segnalazione. Grazie :)
RispondiEliminaSpero di farcela ad andare...!
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