Ormai sedici anni fa, nel 1996, Donzelli proponeva nella
bella traduzione di Ariel Rathaus una scelta di poesie del poeta israeliano
Nathan Zach. Sfavorevole agli addii (pp. 96, euro 9,30, di probabile difficile
reperibilità) costituì l'esordio di Zach nel nostro paese. Tre anni fa seguì Einaudi la quale, sempre per la cura di Ariel
Rathaus, pubblicò Sento
cadere qualcosa. Poesie scelte 1960-2008. Questa pubblicazione si differenziò da quella della casa editrice romana per
l’audace e affascinante scelta del testo ebraico a fronte. Chi conosce questa
lingua ci racconta di un ebraico cristallino, vicino alla lingua parlata e
pertanto - va riconosciuto - penso si possa dire che il lavoro di traduzione di
Rathaus sia ottimo. Difficilissima è la valutazione di una traduzione non
potendo attingere all’originale, però, pur nella piena ignoranza della lingua
di partenza, mi pare di poter serenamente affermare che anche la lingua
ricreata da Rathaus sia efficacissima. Di questo poeta, nato a Berlino nel 1930
da padre ebreo tedesco e madre italiana, riporto soltanto una poesia, la prima
di Sfavorevole agli addii. Credo che questa manciata di versi sia
sufficiente a sollevare quell’interesse per l’approfondimento che
chi vorrà potrà portare avanti, eventualmente anche in prosa (sempre Donzelli
ha pubblicato nel 2003, nella versione di Elena Loewenthal, forse la nostra principale
traduttrice dall’ebraico, L'omino del pane e altre storie).
Sii prudente. La tua vita apri
solo a venti che portano carezza
di lontananza. Sopporta la mancanza, la voce
alza soltanto in notti di solitudine. Sappi
il giorno, il tempo giusto, l'attimo, e non
incalzare. Volgiti a ciò che tace. L'ombra che giace
sotto il guscio di carne sappi benedire, non
nasconderti dentro le parole. Siedi con sapienza
di verme, raziocinio di lombrico. Non aspettare.
che testo magnifico. alberto
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