martedì 11 febbraio 2014

da "Le poesie" di Attilio Bertolucci: "In tempi di disimpegno"

Una poesia da #31


Non è mia consuetudine parlare di promozioni di prezzo in libreria, tuttavia l'occasione mi sembra interessante e tanto vale approfittarne (se un blog riesce a essere utile dando informazioni ritenute interessanti tanto meglio). C'è da approfittare fino a fine febbraio dell'invitante prezzo di euro 4,90 per il lancio della rinnovata collana "I grandi libri Garzanti", che si presenta in una veste grafica rivisitata (meno caratterizzante e in fondo più "anonima" della precedente, ma forse più adatta ai tempi che vive il libro). E tra i volumi di questa rinfrescata collana, torna disponibile la poesia di Attilio Bertolucci, dopo una sorta di sparizione. Meno di 5 euro per il volume intitolato Le poesie (che poi dovrebbe tornare a un prezzo di € 18) mi sembra un buon prezzo. La poesia che ho scelto è "In tempi di disimpegno". Mi ha colpito il lessico, la scelta delle parole. Anche il verso lunghissimo in ottava posizione, che non credo si possa definire nemmeno un doppio endecasillabo. Potrebbe essere una poesia scritta oggi e intendo: negli ultimi anni. Invece ha più di quarant'anni. Altrove il campo di concentrazione lessicale di Bertolucci non è così vicino a quello attuale. La trovo infine una poesia molto bella; mi piace insomma, altrimenti non l'avrei scelta. Quattro euro e novanta, non male, se non avete già "l'Elefante Garzanti" con le sue poesie.












IN TEMPI DI DISIMPEGNO


Non è infrequente per queste
strade familiari – anche se esse
ti hanno portato al di là d'un fiume,
o torrente, confine spesso di due province,
nell'ora di perdizione che è sempre

il passaggio a un'altra riva col sole
in una salute languente –
incontrare dei cippi dedicati a chi uomo o donna anche ragazzo
qui vivente o transitante
venne ucciso perché ribelle o ostaggio.
Su marmo pietra o umile laterizio
una lapide ricorda i nomi e il giorno dell'eccidio –
ma tu che passi procedi oltre, t'affretti
punto dal primo freddo e dal trasmutarsi
all'orizzonte del rosso in viola
mentre la siepe accoglie arruffata
e misera il ritorno dei passeri
dai seminati in ombra – ormai
indistinti quei cippi dai tumuli
che il cantoniere o il colono
innalzò di ghiaia o terra o letame
nella luce lavorativa d'un giorno senza data.

1 commento:

  1. "nella luce lavorativa d'un giorno senza data", che finale...

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