Protagonisti di questo libro sono Marx e i suoi
familiari. Il filosofo tedesco, catapultato nel ventesimo secolo, assiste indignato
alla strumentalizzazione e al fallimento del suo pensiero, ai mostri del
‘socialismo reale’ e al disastro del ‘Pensiero Unico’ (leggi: monetarismo). Il
libro è un ironico e anacronistico attacco alla stupidità della civiltà
(‘civiltà’?) della televisione e dello spettacolo. Goytisolo sa come possano
convivere con esiti scoppiettanti la documentazione e l’immaginazione,
quest’ultima così fervida e in grado di non far rimpiangere troppo un
Cervantes.
L’autore appare in veste di scrittore che indaga sulla vita e sul pensiero di Marx. Tutto questo convive col pressing di un editore che esige un libro di successo al più presto, con una soap opera sulla famiglia Marx e talk show popolosi (lo scrittore spagnolo ha dichiarato di aver agito con questo libro in modo contrario a tanti scrittori, mettendo cinema e Tv al servizio della letteratura e dobbiamo riconoscere che ne ha disposto in maniera egregia).
L’esule Goytisolo ha sperimentato con quest’opera, uscita a soli quattro anni dalla caduta del muro di Berlino, l’indifferenza del pubblico spagnolo, quell’indifferenza che può capitare in sorte a opere scomodamente intelligenti, che con grande ironia riescono a raccontare il proprio tempo meglio di voluminosi trattati. Tale situazione è stata forse addolcita dagli apprezzamenti che sono giunti con le traduzioni - più tempestive di quella italiana - pubblicate in Canada, Francia, Inghilterra e Stati Uniti. Il pubblico italiano non ha che da approfittare di questa traduzione per tuffarsi in un’opera che ha interpretato mirabilmente il clima degli anni in cui è stata scritta.
(Recensione a Karl Marx Show di Juan Goytisolo pubblicata dalla rivista "daemon" nel 2005. Il libro di Goytisolo pubblicato da Cargo è ancora disponibile.)
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