Ripescaggi #34
I volumi a carattere antologico hanno spesso il
merito di riportare l'attenzione sull'operato costante e puntuale di una
data rivista o di un gruppo di riviste, siano esse di letteratura,
arte, architettura o filosofia. Allo stesso tempo compiono la meritoria
opera di rendere fruibili determinati articoli o contenuti difficilmente
reperibili, fornendo al lettore le coordinate utili per
l'approfondimento. Da ultimo tematizzano, e tematizzando cercano di
portare fuori dalla (spesso ristretta o comunque specialistica) cerchia
degli addetti ai lavori le discussioni che alla rivista hanno dato vita o
che dalla rivista sono partite verso altri fronti di dibattito.
Per certi versi sovrapponibile a questi ragionamenti, ma anche leggermente discostato (di qui la ragione del titolo del libro in questione) è il caso della rivista Gomorra, della quale ci viene proposta una significativa selezione di articoli in questa recente pubblicazione di Meltemi a cura del docente di sociologia urbana Massimo Ilardi, una rivista gravitante in ambito architettonico, ma in realtà per costituzione e statuto di nascita già immersa nell'interdisciplinarietà. Nel gruppo che la fondò, ormai dieci anni fa, trovarono spazio architetti, architetti urbanisti, antropologi, critici d'arte e sociologi. Persino psicanalisti come Lacan non furono trascurati nei loro pensieri. Un insieme aperto e sfocato di specialisti che negli anni ha imparato il prezzo di un intelligente rapportarsi con l'interdisciplinarietà (spesso sbandierata come una virtù innata, in realtà una difficile conquista) e con la parzialità di ogni contributo teorico di fronte all'emergere prepotente e attualissimo della questione metropolitana all'interno di un profondo ripensamento del concetto di territorio.
Gli articoli qui antologizzati, prelevati dalla propria sede originale, acquistano il carattere di articoli che stanno a rappresentare lo spirito e il passo della rivista, il suo evolvere e collocarsi dentro un dibattito. Certo è che poi, per chiunque, diverrebbe molto interessante andare ad approfondire i singoli temi trattati dai vari numeri della rivista. Si potrebbe quindi procedere a leggere il numero dedicato al Gra, il Grande Raccordo Anulare di Roma, assunto a membrana dove i conflitti socio-economici della capitale trovano un filtro sulla cui tenuta nel tempo è lecito iniziare a interrogarsi. Hanno un certo fascino le discussioni ospitate in quest'antologia. Così come l'immagine di copertina di Botto & Bruno, presente anche nel primo numero di Gomorra, che ci riporta un po' con la mente (e con il corpo) a Walter Benjamin, alla sua incisività duratura e alle sue anticipazioni nella lettura degli spazi del contemporaneo. In fin dei conti, anche Gomorra, assieme a tante altre pubblicazioni, è debitrice a questo grande del Novecento.
Per certi versi sovrapponibile a questi ragionamenti, ma anche leggermente discostato (di qui la ragione del titolo del libro in questione) è il caso della rivista Gomorra, della quale ci viene proposta una significativa selezione di articoli in questa recente pubblicazione di Meltemi a cura del docente di sociologia urbana Massimo Ilardi, una rivista gravitante in ambito architettonico, ma in realtà per costituzione e statuto di nascita già immersa nell'interdisciplinarietà. Nel gruppo che la fondò, ormai dieci anni fa, trovarono spazio architetti, architetti urbanisti, antropologi, critici d'arte e sociologi. Persino psicanalisti come Lacan non furono trascurati nei loro pensieri. Un insieme aperto e sfocato di specialisti che negli anni ha imparato il prezzo di un intelligente rapportarsi con l'interdisciplinarietà (spesso sbandierata come una virtù innata, in realtà una difficile conquista) e con la parzialità di ogni contributo teorico di fronte all'emergere prepotente e attualissimo della questione metropolitana all'interno di un profondo ripensamento del concetto di territorio.
Gli articoli qui antologizzati, prelevati dalla propria sede originale, acquistano il carattere di articoli che stanno a rappresentare lo spirito e il passo della rivista, il suo evolvere e collocarsi dentro un dibattito. Certo è che poi, per chiunque, diverrebbe molto interessante andare ad approfondire i singoli temi trattati dai vari numeri della rivista. Si potrebbe quindi procedere a leggere il numero dedicato al Gra, il Grande Raccordo Anulare di Roma, assunto a membrana dove i conflitti socio-economici della capitale trovano un filtro sulla cui tenuta nel tempo è lecito iniziare a interrogarsi. Hanno un certo fascino le discussioni ospitate in quest'antologia. Così come l'immagine di copertina di Botto & Bruno, presente anche nel primo numero di Gomorra, che ci riporta un po' con la mente (e con il corpo) a Walter Benjamin, alla sua incisività duratura e alle sue anticipazioni nella lettura degli spazi del contemporaneo. In fin dei conti, anche Gomorra, assieme a tante altre pubblicazioni, è debitrice a questo grande del Novecento.
(Recensione apparsa sulla rivista "daemon", versione online, nell'anno 2008. Qui si può trovare un estratto del libro.)
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