C'era una cosa che Giovanna De Angelis sosteneva con vigore, ed era la necessità di procedere con urgenza a nuove traduzioni di alcuni autori americani che erano approdati nel nostro paese all'epoca dei grandi traghettatori della premiata ditta Vittorini-Pavese. E tra questi mi pare di ricordare che Erskine Caldwell stesse in cima alla lista. Ora che Giovanna De Angelis non c'è, la casa editrice Fazi, nella quale ha operato a lungo, sta proponendo una nuova serie di traduzioni dello scrittore nato in Georgia nel 1903. Dopo La via del tabacco e Il piccolo campo è la volta di Fermento di luglio (pp. 188, euro 17,50), terzo tassello di una trilogia del Sud, come i precedenti tradotto dall'americanista Luca Briasco (autore con Mattia Carratello di La letteratura americana dal 1900 a oggi, un volume che ho scoperto in tempi recenti come ottimo e quasi irrinunciabile strumento).
Fermento di luglio era uscito nel 1960 per Mondadori, nella traduzione di Maria Luisa Fehr, vent'anni dopo la sua comparsa in America. Leggerlo pensandolo uscito nel 1940 fa un forte effetto, sia a immaginare quel che accadeva in Europa, sia a ricordare quello che accadeva negli stessi Stati Uniti dopo un decennio di depressione. La storia è quella di una messa in scena di uno stupro da parte di una ragazza sobillata da una madre incattivita coi neri. Lo sceriffo, il personaggio più inseguito da Caldwell e probabilmente il più interessante della storia, non fa nulla per bloccare la psicotica caccia all'uomo nero accusato del misfatto. E al di là dei personaggi, al di là della storia di psicologia sociale che uno può e deve agilmente leggere, al di là di poter leggere questo romanzo come l'ennesimo che tenta di acciuffare il problema del razismo in America, qui ritorna in tutta la sua prepotenza catastrofica e affascinante l'afa della grande narrativa americana della prima metà del Novecento, un universo fra gli universi, ricreato da molti scrittori con efficacia e poesia mirabile. Due altri nomi soltanto: Steinbeck e Faulkner.
Autore prolifico, talvolta snobbato (in italiano troverete tradotta la sopra citata trilogia soltanto), Caldwell sembra oggi ripercorrere, in tempi di sdoganamenti puntiformi, il percorso che altri autori provano a compiere sulla strada di un riavvicinamento con i lettori. Anche questo è un fatto intimamente legato alla traduzione e alle traduzioni. Lo paventavamo in apertura, ricordando Giovanna De Angelis. E visto che di traduzione si parla, per concludere, a chi può interessare, segnalo questa conversazione con il traduttore Luca Briasco ascoltabile qui.
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