Quote #4
"To repeat or copy the words of another, usually with acknowledgment of the source." Questo il verbo "to quote". Ma in italiano "quote" è il plurale di quota, parola che mi interessa soprattutto nel senso della misura di un'altezza o di un lato. Citando e contestualizzando minimamente passi importanti, cerco un modo assai svelto di dar notizia di libri significativi, possibilmente brevi. Stando breve, pure io.
[...] Il poeta danza nella possessione di un pensiero. Ma poiché s'impone di muovere solo pochissimo il suo corpo, la sua danza si riassume nei movimenti dell'apparecchio vibrante e tanto sensibile della sua voce, e si traduce in suoni. Per il cammino inverso dell'apparecchio ricettivo, tanto sensibile, dell'udito, la stessa danza entra nel corpo dell'uditore, e il suo pensiero è informato. Ma esso non riceve forma, se questa non esiste già per se stessa.
Magma di materia mentale, l'uomo vibra e si staglia sotto l'impatto di parole dalle risonanze indefinite. Queste, è facile a dirsi, sono delle generalità. Da quale estremità prendere questo immenso concerto del linguaggio, per penetrarne gli effetti e le leggi? Qui come altrove, c'è il numero, strumento di scelta. La parola è composta di sillabe, i cui timbri sono determinati dalle vocali. È stato scoperto (Helmholtz e altri) che ogni vocale è caratterizzata da un'armonica fondamentale. La scala delle vocali è tanto rigorosamente matematica quanto lo è la scala musicale. Quanto alle consonanti, queste sono sensazioni di tensioni e distensioni muscolari, che sarebbero altrettanto misurabili. L'accento tonico, gli accenti oratori (interrogativo, dubitativo, ingiuntivo e altri) sono aumentati dalle armoniche fondamentali di certe vocali, generalmente di una, due o tre ottave. I metri sono contati in unità di tempo o, nelle nostre versificazioni degenerate d'oggi, in numeri di sillabe. Quanto ai ritmi, questi ultimi sono numeri viventi. Tutta la matematica poetica, quindi, può essere contata. [...]
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