"al cor gentil ratto s'apprende" è il titolo dello spazio che Librobreve dedica alle poesie inedite. Qui si ospitano testi che probabilmente andranno a costruire nuovi libri di poesia. Si propone come rubrica di solo testo, priva di foto glamour degli autori. L'unica immagine rimarrà quella del ratto qui sopra, identificativa di ogni post, un portafortuna che dedico agli ospiti. La pubblicazione avviene su invito e pertanto non ha senso inviare i propri testi all'autore del blog se non vi è stato prima un dialogo e accordo tra Alberto e chi ha scritto le poesie. Non ho previsto commenti o preamboli ai testi. I lettori invece possono commentare.
Pubblico un solo testo di Klaus Miser
là dove la pioggia
libera la pianura
basse le strade
basso il bianco basso il pervinca basso il moderno
ma plastica la sera viola
la disperazione prefabbricata
il desiderio duttile
la morfologia pianeggiante
esclude fenomeni gravitativi
ma non risparmia asma da paese
le topografie labili
l'estate sabbiosa che arriva prima di te
alla quadratura dei pioppi
là dove la pioggia
libera la pianura
dove sei nata tu
svuota le avanfosse
incapaci di vivere betulle
ce le tatuammo sugli avambracci
per fendere una sera che sempre si richiude
l'eyeliner per andare a morire
là dove la torba le argille le case desolate
là dove la costrizione degli argini
come unico slancio dal basso continuo
là dove le notti dolci come pere
tra gradazioni acromatiche
improvvisi sanguinamenti di sambuco
fanno scintille gli ippocastani
là dove la pioggia
libera la pianura
c'è sempre la nebbia che scende dove una volta c'era il link
libera la pianura
basse le strade
basso il bianco basso il pervinca basso il moderno
ma plastica la sera viola
la disperazione prefabbricata
il desiderio duttile
la morfologia pianeggiante
esclude fenomeni gravitativi
ma non risparmia asma da paese
le topografie labili
l'estate sabbiosa che arriva prima di te
alla quadratura dei pioppi
là dove la pioggia
libera la pianura
dove sei nata tu
svuota le avanfosse
incapaci di vivere betulle
ce le tatuammo sugli avambracci
per fendere una sera che sempre si richiude
l'eyeliner per andare a morire
là dove la torba le argille le case desolate
là dove la costrizione degli argini
come unico slancio dal basso continuo
là dove le notti dolci come pere
tra gradazioni acromatiche
improvvisi sanguinamenti di sambuco
fanno scintille gli ippocastani
là dove la pioggia
libera la pianura
c'è sempre la nebbia che scende dove una volta c'era il link
Andava letta, sì.
RispondiEliminaGrazie.
c.
meraviglia.
RispondiEliminaSplendidi versi
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