Le note critiche del premio letterario "Anna Osti"
Quarto appuntamento della miniserie di cinque post dedicati alle note critiche ai libri premiati o segnalati all'ultima edizione del premio letterario Anna Osti. Ringrazio i promotori del premio e i singoli autori di queste note. Ospito oggi il testo che Luca Pasello ha scritto per Con fatica dire fame di Giovanni Turra (La Vita Felice, 2014).
È
sempre un’operazione sospetta, la traduzione intermediale dei prodotti artistici
– poesia/teatro, pittura/poesia, poesia/fotografia – a rischio di fuga
anarchica dal testo o di illustrazione banalizzante. Non così quando
un’immagine, ad esempio, riproduca nel proprio medium il procedimento basilare
di un testo poetico. La redazione di Nuovi argomenti ha pubblicato or non
è molto quattro brani da Con fatica dire fame, accostandovi uno scatto
di Miles Aldridge, Cigarette stubbed in egg yolk. È una macro su un uovo
in camicia su cui sta conficcato un mozzicone, col rossetto che grida dal
filtro, lampone. Lettura impeccabile, perché dice scarto e “scarto” è
polisenso: ciò che resta, relitto; ma anzitutto slittamento, scostamento brusco
del punto d’osservazione, sutura mancata (e della presenza umana solo familiari
alterità o non consumazioni, a parte l’occhio che osserva). Il tutto operato su
oggetti ground zero – minimalia o rovine del quotidiano.
Giovanni
Turra procede così, sia nella macrostruttura (nell’ordinamento del libro), sia
nei singoli componimenti. Il libro, diviso in sezioni, fornisce da sé le proprie
chiavi, evidenti dai corsivi-cornice di ogni sezione, generatori di prospettiva
e più soggettivi. Ma in ogni brano si avverte quello scarto, si tratti di mondi
oggettuali (ciò che è prossimo, feriale, domestico) o di presenze vive
(persone, animali, memorie). Dal passo sicuro di Turra, che versifica saldo sul
proprio timbro baritonale, la metafora è quasi assente e in esso è la dissonanza
a partorire il senso: fatica del vivere (non della scrittura), assenza,
distanze quali forme paradossali di comunione... Svolte del senso che non ti
attendi. Come brace di sigaretta che sfrigola su un tuorlo, mentre due labbra
siano altrove.
Luca Pasello
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