mercoledì 12 agosto 2015

da "Emblemi" di Mario Pomilio

Una poesia da #51

Il libro Emblemi di Mario Pomilio (pp. 80, euro 7,75, a cura di Tommaso Pomilio e con una Postfazione di Tommaso Ottonieri) fu pubblicato dall'editore Cronopio nell'anno 2000. Contiene le poesie scritte dall'autore de Il quinto evangelio tra gli anni 1949 e 1953 ed è costituito da due sezioni, "Emblemi" che data 1953 e "Improvvisi" del 1949. Oltre alla ricca postfazione di Ottonieri, ogni testo è corredato di un'accurata ricostruzione della comparsa e delle differenti edizioni della manciata di testi che compongono il volume. Accanto alla riproposta dell'autore di romanzi - ricordo che Il quinto evangelio da poco è uscito per la collana "Fuoriformato. Nuova serie" de L'Orma a cura di Wanda Santini - credo possa trovar posto anche quella del poeta. Il testo che molti mesi fa scelsi per questa rubrica appartiene alla sezione "Emblemi" e apparve la prima il 21 ottobre 1956 ne "Il giornale d'Italia della domenica". 



La baia


Più tardi sarà ancora questo scialbo
odore di risacca
della curva ove spicca
di sbieco la voluta
rocciosa della baia; sarà ancora
quest'adusto ronzio d'insetti e crolli
di ghiaia e lente frante
di sangue che s'impiglia
di vena in vena e putrido
sciabordio di rottami
ritravolti dall'acqua.
E ogni insetto che scava
la vita tra i sassi,
ogni striscia di sole che disgrega
la terra tra le pietre,
o la morte che piega
gli steli tra le crepe, tutto crolla
in quest'attesa che risucchia
il letto bianco del torrente
e la vita del monte
verso l'ansa scoscesa della baia,
verso il lido di ghiaia,
verso l'onda che scava il suo smeriglio,
verso il letto di pomice ove rotola
da secoli il detritico 
silenzio di quest'ora.
Ma il cuore non s'affranca
dall'angustia sottile che ribalta
di minuto in minuto
il sentito in pensato,
il futuro in passato,
la schiuma che s'impenna nello scroscio
della risacca
in eco risospinta
di vena in vena
fino al cieco rottame che s'impiglia
ancora all'onda, al sangue, all'arso
fiottare che scompiglia
nel suo sordo risucchio
inconscio e conoscenza.

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