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Sono contento che tu sia contenta.
Abbraccia Toutou da parte mia.
Il tempo è abbastanza bello.
Scrivimi tue notizie.
Ti auguro begli amori e molta felicità.
Ecco, ci si abitua alla guerra, io ho partecipato alle botte da orbi della 194 vicino alla collina di Tahure.
Insomma, per ora me la cavo senza danni, e dopotutto non è mica male.
Il celebre calligramma per Lou |
Con Madeleine Pagès, nel 1916 |
Louise de Coligny-Châtillon |
"Si incontreranno un'ultima volta, per caso, nel 1917 o nel 1918, in place de l'Opéra a Parigi. Possiamo immaginarci la scena: i due appartati per pochi minuti sotto un grande portone giallo tra un gioielliere e un rivenditore di caffè, le diverse tensioni interne, i conseguenti silenzi imbarazzati di chi ha al contempo troppo da comunicare e nulla da dirsi, qualche rimprovero, un po' di delusione, forse della freddezza. Poi l'ultimo sguardo prima di tornare alle rispettive compagnie, quello di chi già sa che non si rivedrà più".
Non sapevo dell'epistolario, pur avendo letto Apollinaire. Sembra davvero interessante. Sam.
RispondiEliminaSì, lo è.
RispondiEliminaChe epilogo triste :(
RispondiEliminaNon lo so se è triste, mi pare un epilogo abbastanza normale e frequente. Se li ricorda i Sillabari di Parise? Dice che la poesia va e viene, vive e muore quando vuole lei, non quando vogliamo noi e non ha discendenti. Un poco come la vita e soprattutto come l'amore. In mezzo a questi discorsi Parise diceva anche che gli dispiaceva, ma è così.
RispondiEliminaE' così, dispiace, è così, e dispiace, ma è così. Discendenti si considerano certe poesie o certe lettere.
RispondiEliminaSe si sta su questa linea forse è riduttivo pensare solo a poesie e lettere.
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