venerdì 15 aprile 2016

Poesie inedite di Luca Ariano



"al cor gentil ratto s'apprende" è il titolo dello spazio che Librobreve dedica alle poesie inedite. Qui si ospitano testi che probabilmente andranno a costruire nuovi libri di poesia. Si propone come rubrica di solo testo, priva di foto glamour degli autori. L'unica immagine rimarrà quella del ratto qui sopra, identificativa di ogni post, un portafortuna che dedico agli ospiti. La pubblicazione avviene su invito e pertanto non ha senso inviare i propri testi all'autore del blog se non vi è stato prima un dialogo e accordo tra Alberto e chi ha scritto le poesie. Non ho previsto commenti o preamboli ai testi. I lettori invece possono commentare. 

Tre poesie inedite di Luca Ariano (Mortara, 1979).



***


Fiulin chiuso in auto
aspettando Rosa:
piove di una pioggia battente
di quelle d’inizio autunno.
Osservi l’Arco e ti immagini
a Parigi con lei… abbracciati poi
in quella mansarda da bohémien.
(sarà forse il profumo di quel mercato)
Lontano il Paesone con la piazza
di locali sfitti... ragazzi seduti
in bar chiusi domani senza studio
nè lavoro e l’Andrea:
«L’Emilio l’unico compagno che ha vinto!»
La sera stràcch   – non esce ormai più –
di un amore che ha mutato stagione.
La siepe si colora di bacche,
Giggino guarda il suo giardino...
pare quasi un fantasma,
mentre tu leggi senza imparare più nulla.


***

Cammini su quelle strade Fiulin
come quasi vent’anni fa
quando sentivi lo stomaco in gola
per uno sguardo… un bacio.
Presentano un libro – poca gente –
una trattoria tipica e lei?
Al cinema una commedia
un po’ Woody Allen, un po’ Peter Sellers…
Pensi al primo appuntamento:
candele profumate, un ristorante di classe.
Viaggi… vacanze da programmare,
i mobili per quella casa,
regali a sorpresa… e Rosa?
Domani la rivedrai con lo stomaco in gola
per un abbraccio e l’Enrico
in questa Estate di San Martino
già teme le feste di Natale
e tu non sai se Giggino ti darà gli auguri.


***


Nò s’vedè ‘na Madona Enrico
mentre vai da quella ragazza
tra pioppeti… risaie avvolte di nebbia.
Pare quella «polvere maledetta»,
VITTIME AMIANTO sul cartello –
forse anche a lei è morto un nonno…
uno zio… un padre: lo sai Enrico?
L’altra sera in quel teatrino con Fiulin
e l’Andrea a ridere a crepapelle,
le lacrime agli occhi…
Quelle bambine sono madri, non vi riconoscono
o forse fingono di non vedervi: ci pensi Fiulin?
Eccome mentre arrivano le feste,
Rosa lontana, anche lei coi suoi pensieri,
i suoi guai. Dov’è finita la passione?
Una domenica mattina la città sopita,
la tua bicicletta scivola sull’asfalto
umido della notte… di una foschia
che ti lascia il freddo nelle ossa,
impietoso confronto con l’estate trascorsa.

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