"al
cor gentil ratto s'apprende" è il titolo dello spazio che Librobreve
dedica alle poesie inedite. Qui si ospitano testi che probabilmente
andranno a costruire nuovi libri di poesia. Si propone come rubrica di
solo testo, priva di foto glamour degli autori. L'unica immagine rimarrà
quella del ratto qui sopra, identificativa di ogni post, un
portafortuna che dedico agli ospiti. La pubblicazione avviene su invito e
pertanto non ha senso inviare i propri testi all'autore del blog se non
vi è stato prima un dialogo e accordo tra Alberto e chi ha scritto le
poesie. Non ho previsto commenti o preamboli ai testi. I lettori invece
possono commentare.
Tre poesie inedite di Luca Ariano (Mortara, 1979).
***
Fiulin chiuso in auto
aspettando Rosa:
piove di una pioggia
battente
di quelle d’inizio
autunno.
Osservi l’Arco e ti
immagini
a Parigi con lei… abbracciati
poi
in quella mansarda da bohémien.
(sarà forse il profumo di quel mercato)
Lontano il Paesone con la piazza
di locali sfitti... ragazzi seduti
in bar chiusi domani senza studio
nè lavoro e l’Andrea:
«L’Emilio l’unico compagno che ha vinto!»
La sera stràcch – non esce ormai più –
di un amore che ha mutato stagione.
La siepe si colora di bacche,
Giggino guarda il suo giardino...
pare quasi un fantasma,
mentre tu leggi senza imparare più nulla.
mentre tu leggi senza imparare più nulla.
***
Cammini su quelle strade Fiulin
come quasi vent’anni fa
quando sentivi lo stomaco
in gola
per uno sguardo… un
bacio.
Presentano un libro –
poca gente –
una trattoria tipica e
lei?
Al cinema una commedia
un po’ Woody Allen, un
po’ Peter Sellers…
Pensi al primo
appuntamento:
candele profumate, un
ristorante di classe.
Viaggi… vacanze da
programmare,
i mobili per quella casa,
regali a sorpresa… e
Rosa?
Domani la rivedrai con lo
stomaco in gola
per un abbraccio e
l’Enrico
in questa Estate di San
Martino
già teme le feste di
Natale
e tu non sai se Giggino
ti darà gli auguri.
***
Nò s’vedè ‘na Madona Enrico
mentre vai da quella
ragazza
tra pioppeti… risaie
avvolte di nebbia.
Pare quella «polvere
maledetta»,
– VITTIME AMIANTO sul cartello –
forse anche a lei è morto
un nonno…
uno zio… un padre: lo sai
Enrico?
L’altra sera in quel
teatrino con Fiulin
e l’Andrea a ridere a
crepapelle,
le lacrime agli occhi…
Quelle bambine sono
madri, non vi riconoscono
o forse fingono di non
vedervi: ci pensi Fiulin?
Eccome mentre arrivano le
feste,
Rosa lontana, anche lei
coi suoi pensieri,
i suoi guai. Dov’è finita
la passione?
Una domenica mattina la
città sopita,
la tua bicicletta scivola
sull’asfalto
umido della notte… di una
foschia
che ti lascia il freddo
nelle ossa,
impietoso confronto con
l’estate trascorsa.
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