Sono molteplici le
porte d’accesso a Uno sguardo verso Nord.
Scritti in onore di Caterina Virdis Limentani (Il Poligrafo, pp. 500, euro
50, a cura di Mari Pietrogiovanna). La pubblicazione ricade all’interno di
quelle che si progettano per onorare la carriera di un docente, in questo caso
quella di Caterina Virdis Limentani che all’università di Padova ha insegnato
Storia dell’arte fiamminga e olandese, Iconografia e Iconologia (corso nel
quale l’ho ascoltata all’opera), Storia dell’arte moderna e Storia dell’arte
contemporanea. Più di cinquanta saggi, che spaziano dall’epoca medievale al
contemporaneo, concorrono a formare questo libro ponderoso dedicato a diverse
forme artistiche e segnato da diversi approcci metodologici, alla luce di un meccanismo
che rispecchia gli interessi di ricerca e il rigore del lavoro svolto da Caterina Virdis Limentani. E così il lettore potrà passare da un saggio
sull’anticanovismo di Gadda che legge Foscolo (nel contributo di Gianni Venturi
sul rapporto tra alcuni scrittori del Novecento e l'opera di Antonio Canova), al John Berger e il desiderio come sguardo: riflessioni sull’immagine firmato
da Denis Brotto, per finire con un contributo di Roberto Zanon su Gijs Bakker,
designer olandese esponente del gioiello contemporaneo di ricerca. Trattandosi di decine
di scritti è qui impossibile dar conto della vastità di temi, autori e opere
affrontate dagli studiosi che hanno accettato l’invito a partecipare a questo
volume.
Come alla base
della partecipazione a questo ricchissimo volume vi è la conoscenza e l’incontro
con la dedicataria dell’opera, così può nascere l’interesse per questo libro
in chi ha conosciuto e frequentato i suoi corsi e lezioni. Ed è per questo che
chi qui scrive ne dà notizia. Difficilmente avrei avuto modo di venirne
a conoscenza senza aver frequentato un suo corso di Iconografia e Iconologia
intitolato ai 4 salti in padella di Findus (proprio così, credo fosse l’anno
2000).
Ricordando il lavoro di ricerca di Caterina Virdis Limentani e presentando il volume, la curatrice Mari Pietrogiovanna ha scritto:
Ricordando il lavoro di ricerca di Caterina Virdis Limentani e presentando il volume, la curatrice Mari Pietrogiovanna ha scritto:
[…] l’oggetto artistico è stato considerato in termini documentari, collezionistici, critici, stilistici, materiali, iconografici, iconologici e di irradiazione del gusto. La ricerca di un continuo e concreto riscontro con l’opera d’arte ha comportato un confronto serrato, avvenuto costantemente nei luoghi di conservazione delle stesse opere, in netta opposizione alla smaterializzazione dell’oggetto artistico che sta prendendo il sopravvento negli ultimi anni.
Per quel che mi
riguarda, non ho molto da aggiungere, se non invitarvi a sfogliare il volume e
prendere consapevolezza dall’indice di quanto vi potrete trovare. Per quanto
riguarda il mio incontro con la dedicataria dell’opera, posso almeno ricordare
che qualcosa del suo insegnamento è rimasto, a partire dalla fondamentale
distinzione tra i termini “iconografia” e “iconologia” che davano il titolo al
suo corso e al curioso slittamento semantico che è alla base dell’Iconologia di Cesare Ripa, libro che è invece interamente dedicato all’iconografia, a dispetto del suo titolo. Assai
utile, in apertura di volume, la Bibliografia degli scritti di Caterina Virdis
Limentani di Marialucia Menegatti, che parte con un Art Nouveau e
Neoliberty del 1969 e si chiude con gli ultimi lavori dello scorso anno,
tra cui i contributi per il catalogo della mostra del Museo Nacional del Prado El Bosco. La exposición del V centenario.
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