mercoledì 4 gennaio 2017

Gli scritti in onore di Caterina Virdis Limentani a cura di Mari Pietrogiovanna pubblicati da Il Poligrafo: "Uno sguardo verso Nord"

Sono molteplici le porte d’accesso a Uno sguardo verso Nord. Scritti in onore di Caterina Virdis Limentani (Il Poligrafo, pp. 500, euro 50, a cura di Mari Pietrogiovanna). La pubblicazione ricade all’interno di quelle che si progettano per onorare la carriera di un docente, in questo caso quella di Caterina Virdis Limentani che all’università di Padova ha insegnato Storia dell’arte fiamminga e olandese, Iconografia e Iconologia (corso nel quale l’ho ascoltata all’opera), Storia dell’arte moderna e Storia dell’arte contemporanea. Più di cinquanta saggi, che spaziano dall’epoca medievale al contemporaneo, concorrono a formare questo libro ponderoso dedicato a diverse forme artistiche e segnato da diversi approcci metodologici, alla luce di un meccanismo che rispecchia gli interessi di ricerca e il rigore del lavoro svolto da Caterina Virdis Limentani. E così il lettore potrà passare da un saggio sull’anticanovismo di Gadda che legge Foscolo (nel contributo di Gianni Venturi sul rapporto tra alcuni scrittori del Novecento e l'opera di Antonio Canova), al John Berger e il desiderio come sguardo: riflessioni sull’immagine firmato da Denis Brotto, per finire con un contributo di Roberto Zanon su Gijs Bakker, designer olandese esponente del gioiello contemporaneo di ricerca. Trattandosi di decine di scritti è qui impossibile dar conto della vastità di temi, autori e opere affrontate dagli studiosi che hanno accettato l’invito a partecipare a questo volume.

Come alla base della partecipazione a questo ricchissimo volume vi è la conoscenza e l’incontro con la dedicataria dell’opera, così può nascere l’interesse per questo libro in chi ha conosciuto e frequentato i suoi corsi e lezioni. Ed è per questo che chi qui scrive ne dà notizia. Difficilmente avrei avuto modo di venirne a conoscenza senza aver frequentato un suo corso di Iconografia e Iconologia intitolato ai 4 salti in padella di Findus (proprio così, credo fosse l’anno 2000). 

Ricordando il lavoro di ricerca di Caterina Virdis Limentani e presentando il volume, la curatrice Mari Pietrogiovanna ha scritto:
[…] l’oggetto artistico è stato considerato in termini documentari, collezionistici, critici, stilistici, materiali, iconografici, iconologici e di irradiazione del gusto. La ricerca di un continuo e concreto riscontro con l’opera d’arte ha comportato un confronto serrato, avvenuto costantemente nei luoghi di conservazione delle stesse opere, in netta opposizione alla smaterializzazione dell’oggetto artistico che sta prendendo il sopravvento negli ultimi anni.
Per quel che mi riguarda, non ho molto da aggiungere, se non invitarvi a sfogliare il volume e prendere consapevolezza dall’indice di quanto vi potrete trovare. Per quanto riguarda il mio incontro con la dedicataria dell’opera, posso almeno ricordare che qualcosa del suo insegnamento è rimasto, a partire dalla fondamentale distinzione tra i termini “iconografia” e “iconologia” che davano il titolo al suo corso e al curioso slittamento semantico che è alla base dell’Iconologia di Cesare Ripa, libro che è invece interamente dedicato all’iconografia, a dispetto del suo titolo. Assai utile, in apertura di volume, la Bibliografia degli scritti di Caterina Virdis Limentani di Marialucia Menegatti, che parte con un Art Nouveau e Neoliberty del 1969 e si chiude con gli ultimi lavori dello scorso anno, tra cui i contributi per il catalogo della mostra del Museo Nacional del Prado El Bosco. La exposición del V centenario.

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