martedì 7 novembre 2017

"Esercizi di vita pratica" di Gilda Policastro. Una nota di Giusi Montali

Anche quest'anno si pubblicano in sequenza le note di lettura relative a sillogi e libri finalisti del Premio letterario "Anna Osti" di Costa di Rovigo. Ringrazio la giuria del premio per la collaborazione. Il libro di Gilda Policastro Esercizi di vita pratica si è classificato terzo nella sezione della poesia edita.

Gilda Policastro, Esercizi di vita pratica, Prufrock spa, 2017.


Gilda Policastro prosegue il percorso poetico intrapreso con le Inattuali (transeuropa, 2016), riprendendo alcuni temi a lei cari (il corpo, la malattia, la morte, il lavoro, l’attenzione alla realtà presente che viene inscenata in tutto il suo squallore e banalità) e declinandoli secondo un verso lungo - a volte intervallato da versi brevi - che imita il parlato, o meglio i parlati, essendo i testi un affollarsi di voci (mi riferisco in particolare alla prima sezione: Calendario). Procedendo la lettura, ci si imbatte nelle Nuove inattuali nelle quali il procedimento dell’eavesdropping è ridotto ai minimi termini, ovvero viene riportato il singolo lacerto di frase origliato ed esso non è più all’origine del discorso poetico che qui viene taciuto e omesso. La terza sezione invece, Materia grigia, contrasta nettamente con la precedente: al lacerto di frase qui si contrappongono delle prose costruite con grande maestria retorica e arguzia. È una prosa dalla forte ritmicità, tanto da suscitare nel lettore la domanda se considerare tali testi come prosa o poesia. L’ultima sezione, Tre esercizi passepartout, propone tre poesie che in maniera diversa richiedono la cooperazione del lettore che deve non solo interpretare il testo poetico ma in qualche modo agire (“[scrivi un commento, | tu che leggi, condividi | o elimina]”), inserendosi in una corrente che va dai Bricolages di Renato Pedio a Figurina enigmistica di Mariangela Guatteri. Un ultimo appunto sul titolo della raccolta: il riferimento è a una serie di esercizi del Metodo Montessori volti ad allenare i bambini nello svolgimento di gesti e azioni: si va dalla cura della persona e dell’ambiente, al comportamento sociale e al controllo raffinato dei movimenti. Stadi questi in un qualche modo individuabili nelle quattro sezioni che compongono la raccolta. L’intento autoriale è però ironico o piuttosto venato di amarezza. Infine l’assunto è che, dicendola con Sanguineti, “la poesia è ancora praticabile, probabilmente: io me la pratico, lo vedi, | in ogni caso, praticamente così”. 

Giusi Montali



8. Il corpo è tutto. Un biglietto da visita, un tramite, un perimetro, un
confine, uno spot, un bluff, un limite, un cruccio, un impedimento. Il
corpo può essere malato e parere sano o viceversa. Il corpo si flette, si
tende, si accuccia, si torce, il corpo salta, il corpo si ferma, nell’immobilità
della morte o anche del riposo. Il corpo russa, piscia, rutta. Il corpo ama, il
corpo lecca, spinge, respinge, si piega, accoglie. Il corpo è ricettacolo del
male ma l’anima non è sempre veicolo del bene, nemmeno per i cattolici
osservanti. Il corpo è scoperto, esposto, sfigurato, il corpo può essere
scuoiato, squartato, spellato, curato, protetto, lavato, medicato. […]
Il corpo è sconosciuto, il corpo svela sempre un particolare nuovo, il corpo
è asimmetrico, vivo, caldo. Il corpo si raffredda subito, si rattrappisce,
il corpo minimamente sollecitato, reagisce. Il corpo è capace di sopportare
i dolori più atroci, il corpo oltre un certo limite di dolore non sente.
Il corpo di un morto è come un burattino scongelato. Etc., come potendo
continuare.

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