Nella bella collana "Testi e documenti" di SE torna reperibile Amedeo Modigliani e altri scritti di Anna Achmatova (a cura di Eridano Bazzarelli, pp. 176, euro 20), un libro che era finito nel mare dell'irreperibilità. Il volume raduna alcuni scritti della scrittrice russa, tra cui quello che presta il titolo al volume, pagine che segnano anche il passo complessivo della pubblicazione incentrata soprattutto su testimonianze e memoriali brevi. Tuttavia, come vedremo in chiusura, è forse negli scritti lontani dalla memorialistica che Achmatova ha lasciato le pagine più gravide di conseguenze, anche per il lettore di oggi. Come spesso accade con i libri di questo editore, ricca è l'appendice iconografica che si apre con la celebre foto di profilo dell'autrice e si chiude con la foto del suo funerale, nella quale Iosif Brodskij osserva la salma con una mano appoggiata alla guancia. Sarebbe utile aprire una piccola parentesi sui volumi di questa collana, che tanto spesso risultano irrinunciabili quanto ancora più spesso scappano da qualsiasi radar di recensioni, critica o discussione, forse perché slegati da qualsivoglia logica di contingenza, di promozione forzata e di tempi strettissimi che si danno a un libro per sopravvivere. Per certi aspetti non è esagerato vedere certi libri come delle meteore che compaiono e si prendono-acquistano al volo (anche a costo di non leggerli subito) per poi scomparire lesti nel dimenticatoio. Il punto però non è dimenticare i libri o preoccuparsi per i dati ISTAT sulla lettura (per quello che mi riguarda, comprendo benissimo le ragioni di chi dice di non leggere o di non essere interessato alla lettura, tanto quanto capisco e ascolto gli entusiasmi di chi mi consiglia un dato titolo).
Chi avvicinerà questo volume allora troverà il già citato scritto su Modigliani carico d'affetto, i fogli d'album su Mandel'štam, i ricordi di Lozinskij e Aleksandr Blok, una breve nota sui versi di una quasi dimenticata Nadežda L'vova, scritta in occasione della morte precoce della scrittrice di poesie, e ben quattro contributi su Puškin, tra i quali analisi approfondite della Fiaba del galletto d'oro e dell'influenza dell'Adolphe di Benjamin Constant nell'opera dello scrittore russo. Soprattutto quest'ultimo, nel quale la concentrazione critica di Achmatova è massima e il lato memorialistico passa in secondo piano, rappresenta per il lettore d'oggi il momento di maggiore interesse del volume. Il senso di un'espressione accademica come "letterature comparate" acquista qua forza e necessità e si palesa in un nuovo ventaglio di possibilità. Insomma, volendo azzardare un consiglio, si tratta di un libro e soprattutto di un saggio dedicato a tutti i comparatisti. Qui è da ascoltare Bazzarelli che chiude la sua nota definendolo un modello "per cui si può accettare la comparazione come uno dei metodi fondamentali per capire il fatto letterario".
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