Accanto ai ratti di "al cor gentil ratto s'apprende" con le loro poesie inedite, compare un altro animale per nominare uno spazio dove si ospitano traduzioni di poesia: lo stregatto o Gatto del Cheshire di Lewis Carroll. Ratti e stregatti, insomma. Adotterò pregiudiziali e faziosi criteri per vagliare proposte di traduzioni, anche nei casi di lingue totalmente sconosciute come russo, coreano o giapponese (insomma, mi baserò su un traballante concetto di fiducia). Il gatto qui sopra è un particolare del dipinto "San Girolamo nello studio" di Antonello da Messina. Al di là delle molteplici simbologie e caratterizzazioni dei gatti, da Antonello a Carroll (Dante non è tornato utile stavolta perché un po' li snobba), qui proviamo a stregarvi con nuove traduzioni facendo le fusa. L'augurio è incoraggiare la traduzione poetica che un po' latita, anche nelle generazioni più giovani, e che qualche stregatto un giorno possa precipitare altrove, anche in un libro se capita.
Natalia
Toledo
Sette fiori rossi
Versioni
(dallo spagnolo) di Stefano Strazzabosco
Ho
conservato le mie lacrime
in
una chicchera
perché
il giorno delle nozze
me
la rompano in testa.
*
Quando
mia madre ricama
l’aria
libera colombe.
La
mia terrazza sopra il tetto
è
un deserto rossastro.
*
Tessuto di mare
Le
pinze del granchio
due
fiori di pantano
che
sbocciano sotto la luna bianca della sabbia.
Tessono
nel buio in un grande telaio di granito.
Quando
sbagliano
il
mare le aiuta a cancellare.
*
La tessitrice
Seni
di soffice cotone
sotto
quest’ombra: fila.
Andito
fresco come l’acqua di cocco nello stomaco,
sciame
di fili ancora sulla scocca
sostenuta
dai sogni e dai grilli,
ventaglio
rovente sul volto
un
ago d’argento attraversa sempre
la
seta dei miei ricordi.
*
Fidanzata nuova
Quando
mia madre ricama
il
fiato di Dio soffia
sul
telaio,
dalla
punta delle sue dita crescono sette fiori rossi
che
tingono il cotone della notte.
*
Origine
Siamo
stati una squama di Dio,
un
fiore, un cervo e una scimmia.
Siamo
stati la torcia che il fulmine ha spezzato
e
il sogno raccontato dai nonni.
Siamo
caduti in montagna
e
il sole ci ha attraversati con la sua freccia,
siamo
stati quell’anfora, au!
siamo
stati quell’acqua, au!
Adesso
siamo cenere
sotto
la pentola del mondo.
*
Bambina con radici
Ho
una foto color seppia
con
gli occhi pieni d’acqua e un fiore tra le labbra
qualcuno
è entrato in questa foto
e
ha strappato quel fiore alla radice.
Naa
gundisa ca nisa biina’ guielua’
ndaani’
ti xiga
ti
dxi guichagana’ya’
guindaacabe
ni galaa ique’.
*
Ora
jñaa’ caguiba
bi
ruchia ca guugu stia.
Íque
lidxe’ naca
ti
xilate dachi naxiña’.
*
Lari riguiba nisadó’
Ca
na’ bitoope
naca
chupa guie’ lu gue’la beñe
ziyale
xa’na beeu quichi’ xti’ yuxi.
Caguibaca’
ra nacahui lu ti lari raaya’
ora
gucheeca’
nisadó
racané guixhia ra ma gudibaca’.
*
Ni riguiiba
Xa’na’
baca’nda’
xhidxi
xiaa naari’ni’: carenda doo.
Naga’nda’
neza yoo sica nisa coco ndaani’ miati,
ri’
ndani doo lugia ti yaga dxiba
ni
nuá’ guxharu ne bacaanda’,
huindubi
bi nisa sti’ lú
ti
guiichi guiiba yati dxi gueela’ ridi’di’
lu
lari sisi sti’ xquendarieteneladxe’.
*
Badudxaapa’ cubi
Ora
jñiaa’ riguiba
guidiruaa
diuxi rundubi
lu
lari,
ique
bicuininabe rindani gadxe guie’ xiñaa’
ni
rutienebe lari xhiaa gueela’.
*
Ra ruzulú guidxilayú
Gucanu
jlaza diuxi,
guie’,
bidxiña ne migu
gucanu
yaga gucheza bele,
bacaanda’
ne libana guní’ bixhoze bidanu.
Biabanu
ndaani’ gui’xi’
gubidxa
bitiidi’ baxa sti’ ladxido’no,
gucanu
pumpu ¡au!
gucanu
nisa ¡au!
Yanna
nacanu dé biaana
xa’na’
guisu guidxilayú
*
Xcu badudxaapa’ huiini’
Napa’
ti bandá’ biree lu gui’ chi’ die’ guendadxiña
dxa’
nisa guielua’ ne ruaa’ nagapi ti guie’
guyuu
tuxa ndaani’ bandá’ gui’ chi’
ne
guxha de xcú xa guie’.
Natalia Toledo è nata a Juchitán, Oaxaca
(Messico) nel 1967. Scrive in zapoteco, una delle lingue native dello Stato di
Oaxaca (Messico), e in spagnolo. Ha studiato presso la Escuela General de
Escritores Mexicanos e ha usufruito di borse del Fondo Nacional para las
Culturas y las Artes (1994-1995 e 2001-2002) e del Fondo Estatal para la
Cultura y las Artes di Oaxaca (1995-1996). In edizioni bilingui, con disegni
del padre Francisco, ha pubblicato i racconti Guendaguti ñee sisi (La morte
piedi leggeri, 2005; tradotto in mixteco, chinanteco e mixe); Dxiidxa’ xti’ lexu ne gueu’ (Il coniglio e il coyote, 2008; tradotto
in inglese e in maya); Ba’du’ qui ñapa
luuna’ (Il bambino che non ebbe un
letto, 2013); e le raccolte di poesia Paradiso
di fessure (1992); Donne di sole,
donne d’oro (2002; tradotto in francese col titolo Femmes d’Or); Fior di
pantano. Antologia personale (2004); Olivo
nero (2005; Premio Nezahualcóyotl di Letteratura in Lingue Indigene,
tradotto in inglese col titolo The black
flower and other zapotec poems). Dal 2008 fa parte del Sistema Nacional de
Creadores del Messico. La sua raccolta più recente, bilingue, è Deche bitoope – El dorso del cangrejo (Il
dorso del granchio, Almadía, Oaxaca 2016. I
testi che qui si propongono sono tratti dalla raccolta Olivo nero.
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