venerdì 5 gennaio 2018

Poesie di Natalia Toledo nella traduzione di Stefano Strazzabosco

Accanto ai ratti di "al cor gentil ratto s'apprende" con le loro poesie inedite, compare un altro animale per nominare uno spazio dove si ospitano traduzioni di poesia: lo stregatto o Gatto del Cheshire di Lewis Carroll. Ratti e stregatti, insomma. Adotterò pregiudiziali e faziosi criteri per vagliare proposte di traduzioni, anche nei casi di lingue totalmente sconosciute come russo, coreano o giapponese (insomma, mi baserò su un traballante concetto di fiducia). Il gatto qui sopra è un particolare del dipinto "San Girolamo nello studio" di Antonello da Messina. Al di là delle molteplici simbologie e caratterizzazioni dei gatti, da Antonello a Carroll (Dante non è tornato utile stavolta perché un po' li snobba), qui proviamo a stregarvi con nuove traduzioni facendo le fusa. L'augurio è incoraggiare la traduzione poetica che un po' latita, anche nelle generazioni più giovani, e che qualche stregatto un giorno possa precipitare altrove, anche in un libro se capita.


Natalia Toledo
Sette fiori rossi
Versioni (dallo spagnolo) di Stefano Strazzabosco



Ho conservato le mie lacrime
in una chicchera
perché il giorno delle nozze
me la rompano in testa.

*

Quando mia madre ricama
l’aria libera colombe.
La mia terrazza sopra il tetto
è un deserto rossastro.

*

Tessuto di mare

Le pinze del granchio
due fiori di pantano
che sbocciano sotto la luna bianca della sabbia.
Tessono nel buio in un grande telaio di granito.
Quando sbagliano
il mare le aiuta a cancellare.

*

La tessitrice

Seni di soffice cotone
sotto quest’ombra: fila.
Andito fresco come l’acqua di cocco nello stomaco,
sciame di fili ancora sulla scocca
sostenuta dai sogni e dai grilli,
ventaglio rovente sul volto
un ago d’argento attraversa sempre
la seta dei miei ricordi.

*

Fidanzata nuova

Quando mia madre ricama
il fiato di Dio soffia
sul telaio,
dalla punta delle sue dita crescono sette fiori rossi
che tingono il cotone della notte.

*

Origine

Siamo stati una squama di Dio,
un fiore, un cervo e una scimmia.
Siamo stati la torcia che il fulmine ha spezzato
e il sogno raccontato dai nonni.
Siamo caduti in montagna
e il sole ci ha attraversati con la sua freccia,
siamo stati quell’anfora, au!
siamo stati quell’acqua, au!
Adesso siamo cenere
sotto la pentola del mondo.

*

Bambina con radici

Ho una foto color seppia
con gli occhi pieni d’acqua e un fiore tra le labbra
qualcuno è entrato in questa foto
e ha strappato quel fiore alla radice.



Naa gundisa ca nisa biina’ guielua’
ndaani’ ti xiga
ti dxi guichagana’ya’
guindaacabe ni galaa ique’.

*

Ora jñaa’ caguiba
bi ruchia ca guugu stia.
Íque lidxe’ naca
ti xilate dachi naxiña’.

*

Lari riguiba nisadó’

Ca na’ bitoope
naca chupa guie’ lu gue’la beñe
ziyale xa’na beeu quichi’ xti’ yuxi.
Caguibaca’ ra nacahui lu ti lari raaya’
ora gucheeca’
nisadó racané guixhia ra ma gudibaca’.

*

Ni riguiiba

Xa’na’ baca’nda’
xhidxi xiaa naari’ni’: carenda doo.
Naga’nda’ neza yoo sica nisa coco ndaani’ miati,
ri’ ndani doo lugia ti yaga dxiba
ni nuá’ guxharu ne bacaanda’,
huindubi bi nisa sti’ lú
ti guiichi guiiba yati dxi gueela’ ridi’di’
lu lari sisi sti’ xquendarieteneladxe’.

*

Badudxaapa’ cubi

Ora jñiaa’ riguiba
guidiruaa diuxi rundubi
lu lari,
ique bicuininabe rindani gadxe guie’ xiñaa’
ni rutienebe lari xhiaa gueela’.

*

Ra ruzulú guidxilayú

Gucanu jlaza diuxi,
guie’, bidxiña ne migu
gucanu yaga gucheza bele,
bacaanda’ ne libana guní’ bixhoze bidanu.
Biabanu ndaani’ gui’xi’
gubidxa bitiidi’ baxa sti’ ladxido’no,
gucanu pumpu ¡au!
gucanu nisa ¡au!
Yanna nacanu dé biaana
xa’na’ guisu guidxilayú

*

Xcu badudxaapa’ huiini’

Napa’ ti bandá’ biree lu gui’ chi’ die’ guendadxiña
dxa’ nisa guielua’ ne ruaa’ nagapi ti guie’
guyuu tuxa ndaani’ bandá’ gui’ chi’
ne guxha de xcú xa guie’.





Natalia Toledo è nata a Juchitán, Oaxaca (Messico) nel 1967. Scrive in zapoteco, una delle lingue native dello Stato di Oaxaca (Messico), e in spagnolo. Ha studiato presso la Escuela General de Escritores Mexicanos e ha usufruito di borse del Fondo Nacional para las Culturas y las Artes (1994-1995 e 2001-2002) e del Fondo Estatal para la Cultura y las Artes di Oaxaca (1995-1996). In edizioni bilingui, con disegni del padre Francisco, ha pubblicato i racconti Guendaguti ñee sisi (La morte piedi leggeri, 2005; tradotto in mixteco, chinanteco e mixe); Dxiidxa’ xti’ lexu ne gueu’ (Il coniglio e il coyote, 2008; tradotto in inglese e in maya); Ba’du’ qui ñapa luuna’ (Il bambino che non ebbe un letto, 2013); e le raccolte di poesia Paradiso di fessure (1992); Donne di sole, donne d’oro (2002; tradotto in francese col titolo Femmes d’Or); Fior di pantano. Antologia personale (2004); Olivo nero (2005; Premio Nezahualcóyotl di Letteratura in Lingue Indigene, tradotto in inglese col titolo The black flower and other zapotec poems). Dal 2008 fa parte del Sistema Nacional de Creadores del Messico. La sua raccolta più recente, bilingue, è Deche bitoopeEl dorso del cangrejo (Il dorso del granchio, Almadía, Oaxaca 2016. I testi che qui si propongono sono tratti dalla raccolta Olivo nero.

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