Accanto ai ratti di "al cor gentil ratto s'apprende" con le loro poesie inedite, compare un altro animale per nominare uno spazio dove si ospitano traduzioni di poesia: lo stregatto o Gatto del Cheshire di Lewis Carroll. Ratti e stregatti, insomma. Adotterò pregiudiziali e faziosi criteri per vagliare proposte di traduzioni, anche nei casi di lingue totalmente sconosciute come russo, coreano o giapponese (insomma, mi baserò su un traballante concetto di fiducia). Il gatto qui sopra è un particolare del dipinto "San Girolamo nello studio" di Antonello da Messina. Al di là delle molteplici simbologie e caratterizzazioni dei gatti, da Antonello a Carroll (Dante non è tornato utile stavolta perché un po' li snobba), qui proviamo a stregarvi con nuove traduzioni facendo le fusa. L'augurio è incoraggiare la traduzione poetica che un po' latita, anche nelle generazioni più giovani, e che qualche stregatto un giorno possa precipitare altrove, anche in un libro se capita.
Jorge
Boccanera
Parlano gli occhi di
Nazim Hikmet
Versioni
di Stefano Strazzabosco
Commento III
“Il
pasto povero”
Acquaforte del 1904, Picasso
Seduti
dalla stessa parte del tavolo
Pedro prendeva Nora per la spalla,
ascoltavano
la pioggia che leccava gli angoli
però
non si guardavano.
Guardarsi
era pensare abbiamo fame.
Commento X
Risuona
/ uno sparo nella notte: il poeta /
non
/ dorme / più.
Rafael Góchez Sosa
La
gente qui ha nascosto i suoi rumori,
le
sue maniere di far male,
ha
incendiato i suoi nomi,
fucilato
i vestiti,
messo
a letto il suo sangue e i suoi saluti.
Come
se non bastasse,
i
cani della notte
portano
il nome mio tra i denti.
Appunti
Io
ti ricordo, madre,
come
quando l’unica luce era la tua ombra.
Ricordo
Ieri
è
una casa
che
non ha più le porte.
Sul mestiere della poesia
Occorre
incendiare la poesia
e
poi cantare
con
le ceneri utili
Solitudine
Nessuno.
Come
dire:
tutti
dall’altra parte.
Saggio sull’onestà
poetica
Non
è che i poeti mentano,
è
che i bugiardi
vogliono
fare poesia.
Confini
Il
mio Paese
confina
a nord con la Bolivia e il Paraguay,
a
est con il Brasile, l’Oceano Atlantico e l’Uruguay,
a
ovest con il Cile,
e
Luisa
marcisce
in una cella di due metri per uno.
Commenti
Due
bambini che si guardano,
interrompono
il mondo.
Scomparso I
Parlano
e parlano
di loro
tutto il tempo.
Corre
di bocca in bocca la parola
disfatta.
Parlano
e parlano
di loro
perché sanno
se
tacciono
che quel silenzio
sanguina.
Quaderno del suicida
I
miei piedi assomigliano a pale.
E
la lingua e le mani hanno forma di pale.
Se
mi guardassi allo specchio vedrei solo
una pala.
Tutto
ciò che farò
avrà
forma di fossa.
Illusione ottica
Il
calabrone svola sul capo del gufo appollaiato
sul
cappello della bambina che in sella
sul
dorso del cavallo che galoppa sulla strada
polverosa.
Ma
in realtà,
il
calabrone, il gufo, la bambina e il cavallo, sono
figure
immobili,
e
l’unica cosa che corre, crudelmente,
è la strada.
Il sogno che sogno
Avrà
visto ciò che avrà visto,
con
gli occhi cuciti al cuscino,
niente
altro che un’ombra
con
un anello d’oro.
Burlesque
Lei
fa uno striptease per me solo.
Lei
fa uno striptease per me.
Lei
fa uno striptease.
Lei
tira
fuori la lingua
che
è la punta dell’iceberg.
Parlano gli occhi di
Nazim Hikmet
Sulla
mia mano,
la
metà di una mela sta splendendo.
L’altra
metà è su un tavolo a migliaia di
chilometri
da qui.
È
impossibile mordere questa metà
senza
che dolga il vuoto.
Jorge Boccanera
Hablan
los ojos de Nazim Hikmet
Comentario III
“La
comida pobre”
Aguafuerte de 1904, Picasso
Sentados
de un mismo lado de la mesa
Pedro tomaba a Nora por el hombro,
escichaban
la lluvia lamiendo los rincones
pero
no se miraban.
Mirarse
era pensar tenemos hambre.
Comentario X
Suena
/ un tiro en la noche: el poeta /
ya
/ no / duerme.
Rafael Góchez Sosa
La
gente ha escondido sus ruidos,
sus
modos de doler,
ha
incendiado sus nombres,
fusilado
su ropa,
puesto
a dormir su sangre y sus saludos.
Por
si esto fuera poco,
los
perros de la noche
llevan
mi nombre entre sus dientes.
Apuntes
Y
te recuerdo, madre,
como
cuando la única luz era tu sombra.
Recuerdo
Ayer,
es
una casa
que
se quedó sin puertas.
Del oficio de la poesía
Hay
que incendiar a la poesía
y cantar luego
con las cenizas útiles
Soledad
Nadie.
Como
decir:
todos
del otro lado.
Ensayo sobre la
honestidad poética
No
es que los poetas mientan,
es
que los mentirosos
quieren
hacer poesía.
Límites
Mi
pueblo
limita
al norte con Bolivia y Paraguay,
al
este con Brasil, el Océano Atlántico y Uruguay,
al
oeste con Chile,
y
Luisa,
se
pudre en una celda de dos metros por uno.
Comentarios
Dos
niños que se miran,
interrumpen
el mundo.
Desaparecido I
Hablan
y hablan
de aquellos
todo el tiempo.
Sigue
de boca en boca la palabra
deshecha.
Hablan y hablan
de
aquellos
porque saben
si
callan
que ese silencio
sangra.
Cuaderno del suicida
Mis
pies parecen palas.
Y
mi lengua y mis manos tienen forma de palas.
Si
me viese al espejo vería sólo
una pala.
Todo
lo que yo haga
tendrá
forma de fosa.
Ilusión óptica
El
abejón aletea sobre la cabeza del búho parado
en
el sombrero de la niña que camina
sobre
el lomo del caballo que galopa por el camino
polvoriento.
Pero
en verdad,
el
abejón, el búho, la niña y el caballo, son
figuras
inmóviles,
y
el único que corre, salvaje,
es el
camino.
El sueño que sueño
Habráse
visto lo que ha visto
con
los ojos cosidos a la almohada,
nada
más que una sombra
con
un anillo de oro.
Burlesque
Ella
hace un striptease para mí solo.
Ella
hace un striptease para mí.
Ella
hace un striptease.
Ella
saca
la lengua
que
es la punta del iceberg.
Hablan los ojos de Nazim
Hikmet
Sobre
mi mano,
la
mitad de una manzana brilla.
La
otra mitad está sobre una mesa a miles de
kilómetros
de aquí.
Es
imposible morder esta mitad
sin
que duela el vacío.
Jorge Boccanera (Bahía Blanca, 1952), giornalista, saggista e poeta, è uno degli autori argentini più riconosciuti dei nostri giorni. Ha insegnato Letteratura e Giornalismo presso l’Università del Costa Rica e la Universidad Nacional de Lomas de Zamora (Argentina), e ha diretto i settimanali “Crisis” (Argentina), “Plural” (Messico), “Aportes” e Forja” (Costa Rica). Durante il periodo della dittatura (1976-1983) ha vissuto in Messico, per tornare nel suo Paese nel 1984. Attualmente dirige la Cattedra di Poesia Latinoamericana dell’Universidad Nacional de General San Martín, a Buenos Aires.
La sua poesia, tradotta in molte lingue (inglese, francese, italiano, olandese, giapponese, ceco, portoghese, bulgaro, svedese, ungherese), è stata pubblicata in più di quindici raccolte e ha vinto numerosi premi, tra i quali ricordiamo il Premio Casa de las Américas di Cuba (1976), il Premio Internazionale di Poesia Camaiore (2008), il Ramón López Velarde (Messico, 2012) e il Gran Premio d’Onore della Fundación Argentina para la Poesía (2012). I testi che presentiamo sono tratti da Servicios de insomnio. Antología, Visor, Madrid 2005 e Marimba. Antología poética, Laberinto Ediciones, México 2011.
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