"al cor gentil ratto s'apprende" è il titolo dello spazio che Librobreve dedica alle poesie inedite. Qui si ospitano testi che probabilmente andranno a costruire nuovi libri di poesia. Si propone come rubrica di solo testo, priva di foto glamour degli autori. L'unica immagine rimarrà quella del ratto qui sopra, identificativa di ogni post, un portafortuna che dedico agli ospiti. La pubblicazione avviene su invito e pertanto non ha senso inviare i propri testi all'autore del blog se non vi è stato prima un dialogo e accordo tra Alberto e chi ha scritto le poesie. Non ho previsto commenti o preamboli ai testi. I lettori invece possono commentare.
Tre testi inediti di Silvia Sferruzza.*
Male di terra
Scendendo dal mezzo sembra che tremi:
ondeggia estrema e lo stomaco nota
che è dura, più scura che rossa,
difficile da digerire.
Infuria di calma e inserta risposte
a domande mai poste: in lei
sula e tutta porto di mare
si cela
materia che sfida gli stati.
Mal d’aria terrosa,
che invade le case e infarina i balconi,
paglia che infuoca che frigge
le code, le colpe, gli incagli leggeri
e pesanti, segreti scirocchi
e cantilene
– scroscianti carboni bagnati
le trombe d’aria dell’insularità –
annacquate dal troppo tacere.
Brulla di calore e sete propri,
aspra di montagne nude,
tarsia di mandorle crude
e di alberi fiori di agavi,
le spalle al mare scontrose
porge e ritira, ospite antica
di sé, e di sé diffidente:
alza la voce, sfinisce i lavori,
i colori sbiadisce e ama i contorni.
In sé sola si chiude e insulta di pioggia
le derive ignare e dipendenti,
trasforma i dettagli in continenti.
Se figlio di nuvole cariche
più carico torna il sereno,
erede è del vero del vento,
di vento ripieno.
*
I piedi neri della sera
son sporchi perché ha camminato tanto
son nudi perché ha camminato nuda
son seri e sono pieni di pensieri
che forse diventano pani
quando le mani
li infornano col lievito notturno.
*
Le mie sigarette
sono strette parole
che troppo spesso lascio da sole
a fumarsi di vento,
che spengo con sabbia prematura
e prevengo con cure avventate
son arnie salate
che più covano e pungono
più torna la sete.
*
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