venerdì 4 maggio 2018

Poesie inedite di Francesco Iannone





"al cor gentil ratto s'apprende" è il titolo dello spazio che Librobreve dedica alle poesie inedite. Qui si ospitano testi che probabilmente andranno a costruire nuovi libri di poesia. Si propone come rubrica di solo testo, priva di foto glamour degli autori. L'unica immagine rimarrà quella del ratto qui sopra, identificativa di ogni post, un portafortuna che dedico agli ospiti. La pubblicazione avviene su invito e pertanto non ha senso inviare i propri testi all'autore del blog se non vi è stato prima un dialogo e accordo tra Alberto e chi ha scritto le poesie. Non ho previsto commenti o preamboli ai testi. I lettori invece possono commentare. 


Testi di Francesco Iannone (Salerno, 1985) da Il mio sangue è un giardino (raccolta inedita).


Siamo costretti a indovinare nodi a 
sciogliere fiocchi. Siamo l'imbarazzo 
di Dio quando ci dimentichiamo 
dei corpi. Le vie. Ognuno traccia 
col carbone il suo segno, ognuno 
estrae dall'ossario il suo gesto 
bianco. Le vie. L'apparizione 
dello stormo. La raucedine del coro. 
Chili di catarro macchiano la mappa 
dei polmoni. Nessuna visione oltre 
queste fondamenta. Nessuna storia. 

Più sotto profumano i ceppi. 
Più sotto il buio pesta i cadaveri 
con i suoi piedi enormi. Come l'argento 
di una ragnatela che luccica 
da un capo all'altro dell'orizzonte. 
Tu fori i lobi dell'azzurro col tuo 
ferro aguzzo per poterci soffiare dentro. 
Simulo l'artificio. L'asfissia 
delle stelle e il loro ultimo raglio 
di luce. Godremo lì, fra il varco e l'incamminamento.


*


Su tutto ha vegliato un silenzioso 
facchinaggio di rami
questa notte. 
Il sacco nero è balzato giù dal grembo 
di qualcuno.
E così abbiamo lungamente sognato
a ritroso nel nostro desiderio
un’alba sfavillante, un epico
ussaro senza nome.

Ma laggiù
in quell’unica concessione della morte 
ti sento raggiungermi e crudelmente 
toccarmi la pancia.
Perché vivere vuol dire anche
opporre una resistenza lieve 
indietreggiare fino al bianco 
segno di confine.

Mostra al mondo 
la tua lesione
l’abitudine della voce a scomparire dentro la sua eco 
il puro vuoto
dall’interno
e in quelle cavità disabitate a lungo
e in quelle cavità che sono le cavità di tutti
talvolta si ferma una foglia, talvolta
entra allegra una colomba.

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