domenica 12 agosto 2018

Nicola Attadio ripercorre la vita di Nellie Bly, a free American girl, in "Dove nasce il vento"

Intervallando brevi corsivi, dove lascia posto al punto di vista della protagonista, e ampi stralci di ricostruzione, Nicola Attadio ha scritto un libro sulla vita di Nellie Bly che si lascia leggere appassionatamente capitolo dopo capitolo e che può lanciare diversi interrogativi a seconda del punto di osservazione che scegliamo per valutarlo. Il libro ha una titolazione multipla quasi giornalistica, con sottotitolo e occhiello: Dove nasce il vento. Vita di Nellie Bly. A free American girl (Bompiani, pp. 204, euro 16). Elizabeth Cochrane, alias Nellie Bly, alias Mrs Seaman - quando deciderà, con una mossa apparentemente incoerente, di sposare un industriale di quarant'anni più vecchio - è stata una formidabile giornalista e reporter americana. Il suo lascito è noto e diverse pubblicazioni, disponibili anche in italiano, ne cementano la fama. Ma un libro simile a lei dedicato mancava e Attadio dimostra come il genere della biografia narrativa possa essere rivitalizzato a fronte di una seria conoscenza dei dati e di una rara accuratezza della scrittura. Con i suoi scritti, i suoi viaggi e persino con la sua capacità manageriale (olivettiana ante litteram), quando rilevò e diresse con orientamento filantropico l'industria del marito Seaman, Nellie Bly seppe marcare la vita pubblica americana e il giornalismo internazionale a cavallo tra la fine dell'Ottocento e gli inizi del Novecento (si spense nel 1922 a New York, nacque a Burrell, Pennsylvania, nel 1864). Nicola Attadio, che ne aveva seguito le tracce già per il programma radiofonico "Vite che non sono la tua", la insegue chiaramente dagli albori di una carriera fulminante, quando giovanissima e sgrammaticata, si rivolge al giornale "Dispacht" dell'industriosa e industriale Pittsburgh con una lettera che tocca senza giri di parole e nascondimenti la condizione della donna. L'inferno per una donna è la dipendenza da un uomo, circa questa potrebbe essere la sintesi che segna tutta la sua vita, anche quando sposerà Seaman stupendo tutti e venendo meno (solo apparentemente) a questa sorta di motto ispiratore di un'esistenza. Firma quella prima lettera come "Lonely Orphan Girl" e questo appunto dice di un'infanzia travagliatissima, alla quale Attadio dedica i brevi, efficaci cenni iniziali dei primi capitoli.

Il nome d'arte di Nellie Bly si lega quindi da subito alla storia del giornalismo. I primi reportage per "Dispatch" di Pittsburgh segnano il passo di un nuovo modo di scrivere che strizza l'occhio al lettore mantenendo una perfetta aderenza all'inchiesta concordata con la redazione. Ma l'irrequietezza che muove Elizabeth è grande e Pittsburgh non può che starle stretta. Quel suo vento la porterà presto in Messico per cinque mesi in compagnia della fidata madre (fidata fino al colpo di scena finale, che prevede pure un tradimento materno). Da quel viaggio ricavò un reportage memorabile che non si sofferma solamente sulle "facili" aree metropolitane di quella nazione (relativamente facili da raggiungere), ma vorrà toccare anche l'interno, il misterioso interno messicano. Altro colpo del giornalismo di Nellie Bly, probabilmente il colpo della consacrazione, una volta trasferitasi nella più congeniale New York e assunta da Joseph Pulitzer a "New York World", è senza dubbio il reportage sul manicomio femminile dell'isola di Blackwell. Bly si finse pazza per poter trascorrere alcuni giorni in quella struttura e mostrarne le condizioni disumanizzanti (quel testo è stato proposto recentemente anche da Edizioni Clandestine con il titolo Dieci giorni in manicomio). Ma chiaramente non finisce qui. A quindici anni da Phileas Fogg e dal suo giro del mondo in 80 giorni, Pulitzer affida a Nellie un compito simile. Bly parte il 14 novembre 1889 da New York per farvi ritorno dopo 72 giorni, il 25 gennaio 1890, accolta trionfalmente e ormai consacrata come nome del giornalismo e della nuova America. Affrontata la breve indecisione sul leggero bagaglio, Bly porta a termine un viaggio sui diversi piroscafi dai nomi memorabili in rotta tra i continenti. Le tappe sono New York, Londra, Calais, Brindisi, Port Said, Ismailia, Suez, Aden, Colombo, Penang, Singapore, Hong Kong, Yokohama, San Francisco e infine di nuovo a New York. Ogni tappa uno sguardo, ogni tappa un suo ricordo nitido che il lettore può raccogliere.

È sempre il giornalismo a salvare Nellie Bly, questo il suo lavoro primario, la sua àncora quando il vento della fortuna non soffia. Quando deciderà di sposare Seaman e alla sua morte rileverà la gestione di un'industria importantissima, Mrs Seaman rivelerà doti gestionali mai viste prima e si preoccuperà della condizione dei lavoratori. Tuttavia, ad un certo punto, tradita anche dai collaboratori più stretti e da un clima finanziario non più favorevole, abbandonerà la gestione dell'industria di Seaman e partirà per l'Europa, soltanto quattro giorni dopo il 28 luglio 1914. In Europa e nella Mitteleuropa la conoscono bene. Da Vienna le è affidato un settore di guerra giornalisticamente meno coperto del fronte occidentale: la Galizia. Non che la guerra sul fronte francese sia più gentile e meno tragica di quella conosciuta e detta in poesia da Georg Trakl sul fronte galiziano, ma anche in questo caso i reportage di Nellie Bly faranno epoca e getteranno uno sguardo terso sulle condizioni di vita dei militari che uccidono più dei cannoni (anni fa l'editore Viella ha dedicato la pubblicazione Due fronti opposti. Diari di guerra 1914-1915 ai diversi casi delle corrispondenze di Edith Wharton e Nellie Bly). 

A Nicola Attadio va riconosciuto il merito di aver scritto un libro avvincente e utile su una figura chiave del giornalismo e contestualmente su un frangente determinante della storia mondiale. Ad un certo punto storia contemporanea e giornalismo iniziano a essere materie quasi inscindibili e questo libro potrebbe essere una riprova. Quando arriva in Giappone, a Yokohama, Bly ad esempio è conquistata da quella nazione, non solo nel palato e nella cucina, ma anche per quell'inedita forma di innovazione dall'alto innescata in quel paese, un modello unico di evoluzione, anzi, di rivoluzione. Lo sappiamo, è questo uno dei capitoli fondamentali della storia contemporanea. Ma davvero ogni passo della nostra reporter, in questa trama fitta di echi e battaglie, è ricco di rinvii a un'epoca che ha determinato il mondo apparentemente piatto e veloce che brulicanti calchiamo oggi, quasi un secolo dopo la morte di Elizabeth Cochrane.

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