giovedì 24 aprile 2014

da "Proclama sul fascino" di Dario Bellezza

Una poesia da #36


Per qualche motivo Proclama sul fascino di Dario Bellezza (Mondadori, pp. 64, attualmente non disponibile) è un libro che non è mai andato in libreria. Intendo nella mia libreria. Da quasi vent'anni infatti è nel cassetto dei comodini, e non perché lo riprenda continuamente in mano. E allora tanto vale riprenderlo in mano con la scusa di Librobreve, magari per capire perché non mi decido mai a spostarlo sulla libreria. Il poeta romano, morto nel 1996 a 52 anni, dopo 9 anni di malattia, era stato legato a Pasolini, a Sandro Penna (e come si sente forte la lezione di Penna in questo libro), a Elsa Morante e Amelia Rosselli, con la quale aveva vissuto (la Rosselli morì a febbraio, Bellezza a marzo, entrambi sono sepolti nel cimitero acattolico di Roma, non lontani). Il traduttore di tutto Rimbaud per Garzanti, di Bataille (come Zanzotto, e se al trevigiano toccò Le Littérature et le Mal a lui toccò Histoire de l'œil), l'artefice della ripresa di Anna Maria Ortese grazie a una proficua collaborazione con la casa editrice catanese Pellicanolibri (un'esperienza editoriale di cui sarebbe bene riparlare), lascia in questo libro di pochissimo postumo, stampato nell'aprile 1996, quella poesia che andava sicuramente amata di più mentre era in vita.

La prima poesia qui sotto fu quella che mi colpì di più nel 1996 e che ricordo di aver imparato a memoria (non è lunga). La seconda è una di quelle che ora, a distanza di molti anni, non mi fa più  spostare questo libro azzurro e marrone dal comodino. Non è un libro voluminoso, è breve. Per chi vuole approfondire, e vista anche la non reperibilità, segnalo questo post ospitato nel sito "Poetarum Silva", di cui noto solo ora, mentre inserisco il link, la data assai recente. Non avevo letto questo ricco contributo a cura di Alessandra Trevisan quando ho deciso di dedicare queste righe a Proclama sul fascino e a Dario Bellezza e rimango un po' colpito da questa comunanza di intenti. A questa mia breve riproposizione ci sono arrivato per altre vie. Comunque a volte è meglio abbondare, anche a distanza di breve tempo, anziché dimenticare quasi del tutto, per tempi inspiegabilmente troppo lunghi.


Sei Dio forse
solo perché t'ho amato
e ora inguaribile
ritorno a te
bestemmia, insulto
emblema casto del Passato.
 

-

Il freddo e il caldo:
dove sono le differenze?
o del mare di Sicilia
dov'è il suo contrario
o il mio soma già vecchio
oltre le età ancora
da attraversare?

Dove tutto insonne
va verso la sua fine
se la fine è immota
non vuole movimento
né lo pretende.

Nessun commento:

Posta un commento