Ripescaggi #34
Coinvolto da Francis Ford Coppola per "Apocalypse Now" (scrisse i testi della voce narrante) e da Stanley Kubrick per "Full Metal Jacket" (co-sceneggiatore), Michael Herr è senza dubbi uno dei più importanti testimoni della guerra in Vietnam. Questi due importanti punti di contatto con le due pellicole forse più note e significative su quella guerra già evidenziano la sua posizione di spicco nel grande fiume di inchiostro e celluloide che quella guerra inevitabilmente produsse.
Dispatches fu scritto nel 1968 e uscì nel 1977. È un reportage; Herr nel 1967 era corrispondente dell’"Esquire Magazine". Ma è anche un romanzo, forse il romanzo di guerra per eccellenza nella seconda metà del Novecento, tanto spicca ed eccelle per le qualità della scrittura, per la viscerale ricostruzione e ri-creazione episodica, frammentaria di quello straziante e allucinogeno inferno linguistico, uditivo (prima ancora che visivo) e olfattivo che si creò nella ex colonia francese durante l’imperversare della guerra. La traduzione di Margherita Bignardi, uscita la prima volta solamente nel 1991 per Leonardo, è ora riproposta, in versione rivista, dalla casa editrice Alet, accompagnata da un ritratto di Herr per mano di Frederick Exley e da un bel risvolto firmato da Gianni Riotta.
Quando Herr annotava la sua esperienza al fronte era coetaneo dei soldati che vedeva combattere e cadere. Questo dato anagrafico aiuta a comprendere la vasta eco che il librò porto con sé ma soprattutto il valore dell’opera per noi contemporanei: solo un giovane aveva le cellule ancora buone per raccontare il sapore del fango dove si arenò l’esercito americano, forse solo dei giovani riusciranno domani a raccontare gli scenari di guerra attuali per quel che sono, cogliendone le peculiarità ma anche quel filo rosso di assurdità e delirio che lega tra loro tutte le guerre.
(Recensione apparsa sulla rivista "daemon" nel 2005. Nel 2008 BUR-Rizzoli ha riproposto questo libro.)
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