In altri tempi un Klimt in copertina mi sarebbe bastato a mettere definitivamente fuori combattimento un libro così, visto in libreria. Stavolta però è Stefan Zweig (e sto un po' passando un periodo-Zweig) e poi c'è la curiosità per questa collana storica di Garzanti, "i grandi libri / Novecento", che oltre ad aver cambiato grafica ha cambiato completamente registro, quasi abolendo quegli approfonditi e dettagliatissimi apparati critici iniziali e adottando anche un'impaginazione nuova, che premia la leggibilità, con un dimensionamento della font a volte notevole e non comune nei libri tascabili. In questa collana sono usciti molti titoli di Zweig (Ventiquattr'ore nella vita di una donna, Il mondo di ieri, Sovvertimento dei sensi, Novella degli scacchi, Lettera di una sconosciuta), libri assai brevi in più casi, fra l'altro. Tramonto di un cuore (pp. 72 euro 7, traduzione di Berta Burgio Ahrens) ha un incipit che vale molto di più della sua ammiccante ma in fondo fuorviante copertina, un incipit che è la sua vera copertina. Altro fatto abbastanza stupefacente, in questo nuovo corso della collana "i grandi libri", è la ragazza con l'orecchino di perla e il turbante di Vermeer in copertina della Mirra di Alfieri. Naturalmente il punto non è affatto Vermeer, intendo piuttosto dire che ci vorrebbe un briciolo di pensiero prima di abusare delle immagini. Il rimando che si crea (o si vorrebbe creare) non è sempre significativo, e il rischio è solo quello di provare ad avvicinare testi (magari "ostili") e pubblico attingendo meccanicamente al serbatoio iconografico di artisti noti e plurisaccheggiati. (La logica sembra quasi pubblicitaria, se non fosse che a volte i pubblicitari si sforzano di più.) Forse ci vorrebbe una patente e un codice deontologico anche per i progettisti grafici (in un certo senso i progettisti migliori ce li hanno già, incorporati). Dicevo dell'incipit, e lo riporto qui sotto:
E che cosa può succedere dopo un tale incipit, in un breve racconto ambientato durante la villeggiatura della famiglia Salomonsohn a Gardone, sul lago di Garda? Troppo breve il libro per star qui a raccontare e il risvolto di copertina si può benissimo leggere nel sito dell'editore Garzanti. Basti dire che il tarchiato signor Salomonsohn, una vita per il lavoro di agente di commercio con in campionari sempre al seguito, una notte di quella villeggiatura, a causa dell'insonnia, scopre la figlia diciannovenne rientrare tardissimo nella sua stanza. Da qui parte il suo vortice di pensieri, il suo improvviso cambio di umore, il tramonto del cuore del titolo, anche.
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